La nuova destra
24 Febbraio 2016
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La nuova destra

Di solito sono una persona ottimista, ma quest’anno mi risulta molto difficile trovare in me stessa questo ottimismo. La prima notizia che ho sentito e letto il primo giorno del 2016 è stata quella che parlava dei fatti di Colonia nella notte di capodanno. Un attacco massiccio contro le donne che festeggiavano l’ultima notte del 2015 e che sono state aggredite da un migliaio di uomini ubriachi che non si erano organizzati per compiere dei furti. Uomini quasi tutti originari dei paesi del Maghreb. Uomini che non facevano parte di quel milione di rifugiati che erano arrivati in Germania nel 2015. Questi uomini, questi vandali, erano stati espulsi da altri paesi europei. Si erano riuniti a Düsseldorf dove vivevano tutti nello stesso quartiere e dove avevano formato delle bande di ladri professionisti. Davanti alla stazione di Colonia si sentivano forti perché in numero grande e, vedendo che la polizia non prendeva misure per proteggere le donne, sono passati dal furto alla violenza sessuale. Un fatto che condanno con forza. Su questo, cara lettrice e caro lettore, non c’è alcun dubbio. Ho dimenticato come si dice in latino, ma c’è una domanda che ci si deve fare davanti a fatti di questo genere, e la domanda è: a chi serve? chi ne gode?

Questi vandali maghrebini hanno goduto di qualche ora di senso di superiorità e di onnipotenza. Hanno portato a casa – o a casa del loro capo – qualche telefonino, qualche gioiello, qualche centinaia di Euro. Ma chi ha goduto di più e chi gode ancora sono i dirigenti della Pegida, l’estrema destra xenofoba tedesca. Sin dal primo gennaio questo movimento trova ogni giorno nuovi aderenti e nuovi simpatizzanti. In tutta la Germania la gente si organizza per dare fuoco alle strutture previste per ospitare i rifugiati o per picchiare per strada chi ha l’aspetto di straniero, e ci sono cittadini tedeschi che propongono risoluzioni come quella di introdurre nei pullman posti riservati esclusivamente alle donne. Mi chiedo se è cosi che si toglie alle donne la paura. No, non me lo chiedo, anzi, sono sicura che questa non è una misura che toglie la paura a noi donne. Anzi, la fa crescere.

Ho parlato dell’estrema destra. Ma mi viene in mente un discorso che ho sentito grazie a Internet. A Berlino si è organizzata nei primi giorni di gennaio, come ogni anno, la conferenza “Rosa Luxemburg”. Fra gli oratori ha parlato un’austriaca, Natascha Strobl. Il suo tema è stato “la nuova destra europea”. E devo confessare che questa nuova destra mi fa più paura di quella estrema. Perche quella estrema trova i suoi bersagli “solo” fra gli immigrati, mentre la “nuova” cerca di entrare nella mente di noi, tutti! Secondo la Strobl, l’oggetto della nuova destra è la “rivoluzione culturale della destra”, e il suo spazio d’azione è “pre-politico”. Cercano di entrare nei “salotti buoni” dicendo che non sono “né di destra né di sinistra”, e dicono anche che non esiste né una destra, né una sinistra. Quante volte ho sentito queste parole, vedendo i talk show nella TV italiana. Parole pronunciate da giornalisti e politici non sospettati di essere “di destra”! La stessa cosa succede nella TV tedesca. Questo significa che la “nuova destra” ha già conquistato le tribune della politica e i salotti della TV, e la gente si dimentica della differenza che c’è stata, nella storia del secolo scorso, fra destra e sinistra.

Mi fa paura questa “nuova” destra. Ma non volevo scrivere sulle paure che sento e che fanno sparire il mio ottimismo. Confesso che in questo momento ho paura di un terremoto in Molise e quando vado a dormire ho accanto a me almeno i miei documenti personali e le mie scarpe. Ho paura di prenotare un volo da Napoli a Berlino, perché non si sa mai dove colpisce l’ISIS. Ma ho anche paura di uscire di casa e di scivolare sul ghiaccio. Ci sono paure e paure, ci sono paure che si possono vincere, pensando, ragionando o agendo, come per esempio avere i documenti e le scarpe accanto al letto. E ci sono altre che si possono solo vincere organizzandosi con altri, scambiando esperienze e punti di vista, facendosi forza a vicenda, e negandosi di cadere nelle trappole della “guerra fra culture”, della “eliminazione di destra e sinistra”, della “guerra fra religioni”. Non dobbiamo ritornare al medioevo. Se lo fa l’ISIS, non lo dobbiamo fare anche noi. Se lo facciamo, avrà vinto il medioevo, ed avrà vinto la destra, vecchia o nuova che sia.☺

 

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