60 anni: un soffio
5 Maggio 2017
La Fonte (351 articles)
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60 anni: un soffio

Pochi giorni fa sono stata a Roma. Bonefro-Roma e ritorno, un viaggio di 12 ore, solo per essere intervistata per 40 minuti in una trasmissione di RAI Storia su Tina Modotti. Il tassista che mi ha portato dalla facoltà di architettura alla piazza Tiburtina ha fatto un po’ da guida turistica, scegliendo un percorso attraverso il centro della città. Passando vicino al Colosseo avevo la sensazione di vedere un film: una ragazza di 14 anni che guarda questa costruzione millenaria immaginando le scene di combattimento fra leoni e schiavi e chiedendosi come mai gli esseri umani potevano arrivare a tanta crudeltà.

Questa ragazza di 14 anni ero stata io, nell’ottobre del 1956. Mia madre stava preparando un libro su una ragazza nata nella DDR, trasferitasi prima nella Germania dell’Ovest e dopo a Roma, perché voleva diventare pittrice, e non c’era altra città nel mondo dove realizzare veramente questo sogno. Pochi mesi dopo il suo arrivo a Roma, la ragazza fu trovata morta, assassinata, e mia madre stava investigando su questa storia. Oggi mi chiedo come lo avrà fatto, lei, una donna che non parlava nessuna lingua tranne il tedesco e che fino all’ultimo giorno, invece di dire “oregano” diceva “oregaaano”. Siccome non aveva con chi lasciarmi in Germania, mi aveva portato con sé a Roma, e l’Unione degli Scrittori della DDR le aveva dato 25 marchi occidentali al giorno, perché la moneta del nostro paese non valeva niente fuori del confine. Questi 25 marchi ci sono bastati per affittare una squallida stanza in una piccola pensione e per mangiare due pasti caldi al giorno.

Roma è stata per me, nel 1956, la città delle scoperte. Ho scoperto la pasta in tutte le sue forme (un piatto di spaghetti costava 100 lire), ho scoperto che era pericoloso attraversare le strade piene di macchine (da noi ancora non ce n’erano molte), ho scoperto che non era molto normale che una ragazza di 14 anni passeggiasse da sola, tutto il giorno, nei parchi e nelle strade della città, ho scoperto che c’erano bambini che non andavano a scuola, anche se avevano solo 12 anni. Come quel ragazzo Paolo che ho conosciuto un giorno e che lavorava in un’autofficina invece di studiare. Paolo diventò il personaggio centrale di un breve articolo che scrissi al mio ritorno a Berlino, il mio primo articolo pubblicato su un giornale per giovani. Posso dire che a Roma è nata la mia curiosità per le vite degli altri ed anche il mio desiderio di raccontare queste vite ad altre persone. Ed è stato anche a Roma che è nato il mio amore per altre lingue che, con gli anni, sarebbe diventato la base per la mia professione di interprete.

Verso la fine del mese d’ottobre 1956 ho anche scoperto che nel mondo esistono degli eventi che, anche se si svolgono a migliaia di chilometri di distanza, possono influenzare la nostra vita, nel bene o nel male. Un giorno i giornali a Roma parlavano di un’ insurrezione a Budapest, e le persone che aiutavano mia madre nella sua indagine dicevano che probabilmente le persone venute da qualsiasi paese “dietro la cortina di ferro” (ancora non c’era il muro a Berlino) sarebbero state rinchiuse in un “campo di internamento”, perché c’era il pericolo di una guerra fra Est ed Ovest.

Passarono le giornate, non si parlò più del campo di internamento e la nostra visita a Roma finiva. L’unico ricordo che ho comprato è stato una cartina di Roma che, una volta ritornata a Berlino, ho incorniciato ed appesa al muro della mia stanza. Dopo 60 anni, ancora oggi, questa cartina si trova sul muro del mio dormitorio berlinese. Per molti, molti anni, guardando questa cartina, ho sognato un ritorno a Roma, ma a poco a poco l’italiano rudimentale che avevo imparato nel 1956 fu sostituito dallo spagnolo, dal russo, dall’inglese e dal francese, e per un bel po’ di tempo non potevo sognare di viaggiare da nessuna parte, tranne l’Unione Sovietica o la Polonia, perché nel 1961 fu eretto il muro di Berlino.

Da quando sono ritornata da Roma a Bonefro non faccio altro che pensare che da quella prima visita alla città eterna sono passati esattamente 60 anni, e sono stati anni di grande gioia e di grande dolore, e due volte siamo stati vicinissimi ad una nuova guerra mondiale. Penso e ripenso ed ho l’impressione che questi 60 anni siano stati un soffio e non una vita completa, la mia vita. Tante cose sono successe in questi sei decenni, ed il mondo ha continuato a girare come dice un famoso tango argentino: gira, gira…

In tutta questa storia c’è solo una lezione terribile. Ho l’impressione che noi, gli esseri umani, non abbiamo imparato niente. Siamo arrivati sulla luna, ma non abbiamo ancora imparato come evitare una nuova guerra. Lasciamo le decisioni su guerra o pace ai politici e non abbiamo capito che solo noi, tutti noi, abbiamo l’obbligo e la possibilità di preservare la pace. ☺

 

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