Eri tramonto spalancato nel cielo la prima sera della tua dipartita. Eri tramonto dipinto con tutti i rossi, gli arancioni, i gialli, i viola della tua tavolozza, colori intrisi di luce irreale! Eri tramonto. Eri tu, ed è salito spontaneo alle labbra salutarti: – Ciao papà!
A te devo la pace di capire cosa significa lasciare il corpo nel tempo giusto e in serenità, la certezza che la vita non finisce ma si trasforma e che ciò che può sembrarci ombra è solo luce sotto un’altra forma, per questo il dolore si stempera pensando alla dolce armonia del tuo cammino, percorso fino in fondo con lo sguardo sempre puntato su ciò che conta. Avevi il dono del garbo, della mitezza, quella del cuore, quella delle beatitudini, virtù considerate minori in questo tempo dove domina la prevaricazione e l’arroganza ma che ti hanno reso caro a chiunque ti ha conosciuto. Te ne sei andato all’alba di un giorno di festa, in modo sommesso, senza clamori come hai vissuto, però resti nel cuore di tutti, resti nelle tue opere traboccanti della profonda poesia della tua anima, nei tuoi quadri ispirati all’umile gente – ormai scomparsa e nostalgicamente rimpianta – di questa nostra splendida terra: uomini osservati nella grama vita dei campi, curvi sotto il peso della fatica, donne contadine pensierose e leggiadre, bimbi tranquilli e paffuti attaccati al seno della mamma… Dipingere era il tuo modo di essere religioso, davanti alla bellezza dei tuoi quadri: paesaggi, ritratti o scene di vita campestre dallo stile elegiaco, dalle tinte tenere e pulite non si poteva non pensare a Dio, ed era anche il tuo modo di fare politica; comunista convinto e coerente al di là della moda, dei simboli del momento e delle etichette, la tua era una denuncia sociale spontanea, non faziosa o mistificata da ideologie partitiche ma espressa con commozione misurata e intensa e con una caparbia fede nel domani…
Ci sono personaggi unici, capaci di regalare al mondo (grande come una nazione, o piccolo come un paesino di collina) bellezza, positività, poesia e tu sei stato uno di questi.
Voglio vivere nella scia luminosa che hai lasciato e nei tuoi insegnamenti senza parole. A Dio, papà!
Carolina Mastrangelo
Eri tramonto spalancato nel cielo la prima sera della tua dipartita. Eri tramonto dipinto con tutti i rossi, gli arancioni, i gialli, i viola della tua tavolozza, colori intrisi di luce irreale! Eri tramonto. Eri tu, ed è salito spontaneo alle labbra salutarti: – Ciao papà!
A te devo la pace di capire cosa significa lasciare il corpo nel tempo giusto e in serenità, la certezza che la vita non finisce ma si trasforma e che ciò che può sembrarci ombra è solo luce sotto un’altra forma, per questo il dolore si stempera pensando alla dolce armonia del tuo cammino, percorso fino in fondo con lo sguardo sempre puntato su ciò che conta. Avevi il dono del garbo, della mitezza, quella del cuore, quella delle beatitudini, virtù considerate minori in questo tempo dove domina la prevaricazione e l’arroganza ma che ti hanno reso caro a chiunque ti ha conosciuto. Te ne sei andato all’alba di un giorno di festa, in modo sommesso, senza clamori come hai vissuto, però resti nel cuore di tutti, resti nelle tue opere traboccanti della profonda poesia della tua anima, nei tuoi quadri ispirati all’umile gente – ormai scomparsa e nostalgicamente rimpianta – di questa nostra splendida terra: uomini osservati nella grama vita dei campi, curvi sotto il peso della fatica, donne contadine pensierose e leggiadre, bimbi tranquilli e paffuti attaccati al seno della mamma… Dipingere era il tuo modo di essere religioso, davanti alla bellezza dei tuoi quadri: paesaggi, ritratti o scene di vita campestre dallo stile elegiaco, dalle tinte tenere e pulite non si poteva non pensare a Dio, ed era anche il tuo modo di fare politica; comunista convinto e coerente al di là della moda, dei simboli del momento e delle etichette, la tua era una denuncia sociale spontanea, non faziosa o mistificata da ideologie partitiche ma espressa con commozione misurata e intensa e con una caparbia fede nel domani…
Ci sono personaggi unici, capaci di regalare al mondo (grande come una nazione, o piccolo come un paesino di collina) bellezza, positività, poesia e tu sei stato uno di questi.
Voglio vivere nella scia luminosa che hai lasciato e nei tuoi insegnamenti senza parole. A Dio, papà!
Eri tramonto spalancato nel cielo la prima sera della tua dipartita. Eri tramonto dipinto con tutti i rossi, gli arancioni, i gialli, i viola della tua tavolozza, colori intrisi di luce irreale! Eri tramonto. Eri tu, ed è salito spontaneo alle labbra salutarti: – Ciao papà!
A te devo la pace di capire cosa significa lasciare il corpo nel tempo giusto e in serenità, la certezza che la vita non finisce ma si trasforma e che ciò che può sembrarci ombra è solo luce sotto un’altra forma, per questo il dolore si stempera pensando alla dolce armonia del tuo cammino, percorso fino in fondo con lo sguardo sempre puntato su ciò che conta. Avevi il dono del garbo, della mitezza, quella del cuore, quella delle beatitudini, virtù considerate minori in questo tempo dove domina la prevaricazione e l’arroganza ma che ti hanno reso caro a chiunque ti ha conosciuto. Te ne sei andato all’alba di un giorno di festa, in modo sommesso, senza clamori come hai vissuto, però resti nel cuore di tutti, resti nelle tue opere traboccanti della profonda poesia della tua anima, nei tuoi quadri ispirati all’umile gente – ormai scomparsa e nostalgicamente rimpianta – di questa nostra splendida terra: uomini osservati nella grama vita dei campi, curvi sotto il peso della fatica, donne contadine pensierose e leggiadre, bimbi tranquilli e paffuti attaccati al seno della mamma… Dipingere era il tuo modo di essere religioso, davanti alla bellezza dei tuoi quadri: paesaggi, ritratti o scene di vita campestre dallo stile elegiaco, dalle tinte tenere e pulite non si poteva non pensare a Dio, ed era anche il tuo modo di fare politica; comunista convinto e coerente al di là della moda, dei simboli del momento e delle etichette, la tua era una denuncia sociale spontanea, non faziosa o mistificata da ideologie partitiche ma espressa con commozione misurata e intensa e con una caparbia fede nel domani…
Ci sono personaggi unici, capaci di regalare al mondo (grande come una nazione, o piccolo come un paesino di collina) bellezza, positività, poesia e tu sei stato uno di questi.
Voglio vivere nella scia luminosa che hai lasciato e nei tuoi insegnamenti senza parole. A Dio, papà!
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