Accoglienza immigrati
6 Gennaio 2015 Share

Accoglienza immigrati

Tre impegni concreti delle Parrocchie della zona del “cratere”

sull’accoglienza degli immigrati nel villaggio di San Giuliano di Puglia

Informazione onesta e corretta

Premesso che la persona umana ha il diritto inalienabile di vivere dignitosamente e di muoversi liberamente, le nostre parrocchie si impegnano a fare quanto è nelle loro possibilità perché ciò si realizzi. Sosteniamo di conseguenza un’informazione onesta e corretta degli avvenimenti. Continueremo a chiamare “villaggio”, e non con altri nomi negativi il luogo dove hanno abitato per anni i cittadini di San Giuliano e dove abiteranno gli immigrati che verranno da noi.

Chiederemo tutte le garanzie per quanto riguarda la dignità delle persone (sanità, ordine pubblico istruzione, sicurezza, ecc.), ma non ci prestiamo a previsioni disastrose di uno sconvolgimento delle nostre comunità.

È vero che abbiamo tante povertà e tante difficoltà nel nostro territorio, ma è altrettanto vero che non mancano risorse umane, economiche, culturali e sociali che vanno svegliate, promosse e condivise per il bene di tutti. Ci sono dei rischi, ma c’è anche la possibilità di misurarci in maniera responsabile e creativa con un’emergenza che ormai arriva dentro le nostre comunità.

Formazione alla cultura della solidarietà e dell’accoglienza

Le parrocchie della zona si impegnano a valorizzare tutti i momenti di incontro della liturgia e della catechesi per la formazione di una mentalità di solidarietà e di accoglienza. Troveranno il modo di mettersi in contatto con tutte quelle realtà e quelle comunità che stanno realizzando concretamente delle buone prassi di accoglienza.

Massima collaborazione nel tempo dell’accoglienza.

Le parrocchie della zona non possono sottrarsi all’accoglienza perché è in gioco la stessa fede nel Cristo crocifisso e risorto che ha detto: “Ero straniero e mi avete accolto” (Mt 25,35) e perciò sono pronte ad offrire la massima collaborazione con le istituzioni nel tempo dell’accoglienza, promuovendo da subito iniziative di formazione all’incontro che deve essere vissuto con atteggiamenti di rispetto, di dialogo, di attenzione, di fraternità. Ci sono parecchi mesi a disposizione per organizzare incontri, per promuovere momenti di studio e di conoscenza della realtà dei profughi, della situazione dei loro paesi, della cultura di cui sono portatori. I nostri Centri di comunità possono diventare dei veri laboratori in questa direzione.  ☺

 

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