Acqua e trivelle
2 Ottobre 2015 Share

Acqua e trivelle

Una lunga estate calda per la difesa dei beni comuni: anche a luglio e ad agosto, infatti, l’attività dei comitati per l’acqua pubblica e per fermare la petrolizzazione dell’Adriatico non ha conosciuto soste.

Sia sul primo sia sul secondo fronte, purtroppo, non si può dire che le cose procedano bene: il comune di Termoli, nonostante i tentativi della minoranza e del Comitato Acqua Pubblica, come quasi tutti i comuni molisani ha per ora aderito all’EGAM, nuovo ente regionale che dovrebbe decidere l’affidamento del servizio idrico integrato. Ente, diciamolo subito, del tutto irregolare nella sua creazione, perché deciso a colpi di giunta, mentre avrebbe dovuto essere una legge regionale discussa dal consiglio a farlo nascere. La legalità è ancora e comunque un’utopia da queste parti, come si vede.

Una piccola nota di speranza resta nell’azione, decisa, consapevole e sostenuta dal Forum Nazionale e Locale dei Movimenti per l’Acqua, dei 16 sindaci dell’Alto Molise che si preparano ad impugnare davanti al Tar alcuni controversi punti, quale la vera e propria confisca delle fonti di proprietà comunale.

Ma se la loro lotta resterà solitaria avrà poche chance di riuscita: è necessario che anche gli altri comuni, specie quelli grandi, aprano gli occhi, e in fretta, sul vero e proprio scippo di democrazia che l’EGAM verrà a costituire: nessuna possibilità di trasparenza, di controllo dei cittadini, di gestione partecipata del bene comune acqua; ma soprattutto nessuna garanzia di vedere realizzato (finalmente!) il dettato referendario: questo ente apre non una strada diretta, ma un’autostrada verso la privatizzazione. Che è d’altronde lo scopo per nulla recondito del governo Renzi: in questo come in tutti i settori, scuola, energia, trasporti, sanità…

Le trivelle, dal canto loro, procedono a gonfie vele: durante questa calda stagione di vacanze sono arrivati la procedura autorizzativa di VIA per Ombrina Mare sulla costa dei Trabocchi e l’ampliamento di concessione per Rospo Mare a Vasto; e le richieste di concessione e prospezione in terra e mare nel nostro Molise vanno avanti senza troppe difficoltà, favorite dal disinteresse ancestrale dei molisani e dai molti ostacoli che impediscono una informazione capillare e diffusa, specie a luglio ed agosto.

Eppure noi non ci siamo mai fermati: volantinaggi, bandiere, striscioni sui pescherecci di San Basso e alla Sagra del Pesce, riunioni allargate, partecipazione alle assemblee fuori regione.

Se non si riuscirà a creare rapidamente un ampio fronte sociale che fronteggi questa campagna di devastazione e saccheggio del territorio, avremo perso l’ultima battaglia: sì, perché nonostante il ventennio berlusconiano abbia minato la coscienza etica e culturale del nostro paese, è pur vero che un attacco a tenaglia, totale e determinato, ai beni comuni come quello scatenato dal governo attuale non si era mai visto.

E solo la partecipazione dal basso, diretta e consapevole, dei cittadini può salvare la democrazia da questa dittatura strisciante che sta strangolando un settore dopo l’altro del nostro vivere quotidiano: il preside sceriffo, il petrolio settore strategico, la sanità svuotata a favore dei privati, il lavoro senza più diritti sono tutte facce della stessa orrenda medaglia, la distruzione della Costituzione e la vittoria del liberismo più becero e senz’anima.

Noi che da tanto tempo percorriamo testardamente la strada della Carta di Matrice, del Forum dei Territori Molisani, della Clean Economy restiamo convinti che solo la partecipazione, intesa non come semplice consultazione o informazione, ma come effettivo potere decisionale dei cittadini, possa riconnettere economia e politica, cittadinanza e istituzioni, rifondando un’agorà dove si decida insieme e dove i diritti di tutti, specie dei più deboli, siano ascoltati e tutelati.

È ora, dunque, di una nuova mobilitazione trasversale, che crei una coesione sociale salda di associazioni di categoria, sindacati, movimenti e cittadini, per ridare al Molise la forza di riappropriarsi delle proprie decisioni. Quale centro di aggregazione migliore dell’acqua pubblica e delle trivelle, con la loro carica così simbolica e nello stesso tempo terribilmente concreta, per ritrovare coscienza di cittadinanza e di territorio?☺

*Fondazione Lorenzo Milani

Coordinamento Trivelle Zero Molise

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