Alla terra il volo
Offrirò alla terra ciò che m’ha donato fertile-
il mio corpo senz’ombra.
A biatte e lombrichi il ritorno d’humus.
Sa d’intimo, di groviglio tra uomo e origine
questo sale sciolto che nutre radici
e lì, piatta al suono della pala rimarrà, miele
rosso, l’attesa nuda del confine annunciato.
– Attraversami – mare compiuto di versi riamati.
Nel cammino ignoto l’ala materna plana
ovatta su ossa disgiunte senza peli e cartilagini,
flauto d’Isacco inonda l’aria rizza di scirocco.
Colpo secco di cannone dipana la diaspora.
Meglio disperdere ai venti alle tamerici
quel che naviga spento sotto
dentro,
nel ventre
tranne l’abbraccio al solco che ristora umido
alla madre.
Come la terra nel giorno di pioggia.
Sa d’aria fresca questo distacco
alla terra il volo.
