anomala normalità   di Dario Carlone
1 Dicembre 2013 Share

anomala normalità di Dario Carlone

Non passa ormai giorno senza che giungano alle nostre orecchie i risultati di diverse indagini statistiche che pretendono di fornirci aggiornamenti sullo stato attuale della nostra società. La statistica, si sa, è una scienza che cerca di presentare un quadro preciso e rispondente della realtà, utilizzando dei parametri di riferimento ed operando secondo il rigore logico di una scienza esatta.
Anche se semplici fruitori di informazioni, abbiamo però imparato a riconoscere, tra le voci che compaiono nei resoconti statistici, il vocabolo standard, incluso nella lingua italiana, e di comprensione ed uso comuni. Con questo termine si intende un “modello di riferimento”, un campione, ma anche il “livello di qualità”. Per estensione standard è ciò che rappresenta la “media” in ogni settore, dagli oggetti alle situazioni. Il traducente italiano corrispondente, e che assume in sé le diverse variabili, è “norma”, vale a dire “elemento a cui ci si uniforma perché si ripeta”.
Standard è una parola comparsa nell’antico inglese intorno al 1100 con il significato di “stendardo, insegna”. Nei secoli successivi ha subìto una mutazione semantica prendendo il significato di “misura, criterio”. Secondo insigni esperti di linguistica il termine arriva in Italia alla fine dell’Ottocento, e già agli inizi del XX secolo era accolto come voce tipica del linguaggio commerciale.
 Che tutto ciò che riguarda la normalità sia ormai definito standard non stupisce più nessuno. Divenuto ormai vocabolo inclusivo, standard trova collocazione in ogni ambito della nostra vita sociale. In pratica, in qualsiasi campo i parametri di valutazione presi in considerazione si confrontano per avere validità con quelli standard, quelli unanimemente riconosciuti quali “normali” e quindi accettabili.
Standard: il termine ci proietta verso una riflessione sulla situazione sempre meno rosea in cui versa la nostra società nazionale (e regionale). Stando a quanto ci viene riferito da esperti di studi sociali, ad esempio, quella fascia di popolazione definita vulnerabile, quella cioè che risente maggiormente dei contraccolpi della crisi economica (perdita del posto di lavoro, impossibilità a trovare occupazione, problemi finanziari) si sta estendendo, come pure quella che comprende le fasce sociali da sempre più deboli (anziani, disabili, immigrati) che soffrono oltre che di mancanza di beni anche di mancanza di significato delle relazioni.
La condizione di molti abitanti del nostro paese è definita seriamente impoverita: il tenore di vita che anni addietro poteva definirsi standard è sceso molto al di sotto di tale livello; si parla di nuovi poveri “in relazione alle condizioni di vita – reddito, possibilità di accedere ai consumi” – e di nuove povertà “che riguardano dimensioni non materiali dell’esistenza, quali l’accesso alla formazione e la possibilità di scegliere l’occupazione più confacente alle proprie competenze e di negoziarne le condizioni senza dover invece accettare qualsiasi lavoro, anche squalificante, e a qualsiasi condizione” (Chiara Saraceno).
Fino a qualche decennio fa studiosi del settore quali Peter Townsend, a proposito della società britannica, sostenevano che una persona è povera “quando le sue risorse sono così al di sotto di quelle disponibili alla media degli individui o delle famiglie da escluderla di fatto dai modi di vita, abitudini e attività comuni” (1979). Viene da chiedersi se tale valutazione sia rimasta identica in una società sempre più diseguale quale l’attuale; e ancora, che cosa è standard oggi? Qual è la “media” o la “norma” a cui rapportarsi? Non ci stiamo forse avviando verso una separazione sempre più accentuata tra le persone e tra i gruppi sociali? Non è questo sintomo di disparità tra gli appartenenti alla comunità civile?
Se, come afferma la filosofa Roberta De Monticelli “la giustizia è l’esatta misura del dovuto a ogni persona”…“nessuna vita umana ha più valore se “normale” diventa l’ ingiustizia”.☺
dario.carlone@tiscali.it
                                                                                                    

 

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