Appunti di…poietika
20 Maggio 2019
laFonteTV (3191 articles)
Share

Appunti di…poietika

Anche quest’anno ha avuto luogo la rassegna culturale Poietika, il cui fil rouge stavolta è stato “la parola che arde”, dove il dialogo, l’impegno, la poesia e l’arte sono presi come argine contro la disumanità. Sette giorni intensi, che hanno visto Campobasso al centro di un progetto culturale di ampio respiro con ospiti illustri. Ad aprire la rassegna è stato il filosofo Salvatore Natoli che con la sua Lectio magistralis ha disquisito sull’arte della parola e la …sincerità: “dob- biamo difenderci dal falso con la competenza e la disponibilità al dubbio”, è stato uno degli elementi chiave della sua orazione. Il giorno dopo è stata Vandana Shiva ad intrattenere un numeroso pubblico sul tema dell’ ambiente ed alimentazione, sostenendo la necessità di “riprenderci il diritto di conservare i semi e la biodiversità (intesi anche come vita in senso lato)”.

Su Poietika ed altro abbiamo avuto inoltre il piacere di dialogare con Antonella Presutti, della Fondazione Molise Cultura. Tutti sappiamo quanto, al di là della politica di turno, “è difficile fare formazione intellettuale in una piccola regione come la nostra, – ha affermato – dove oltre alle ristrettezze economiche è impegnativo anche solo farsi conoscere nel panorama culturale nazionale con un buon progetto, e così attirare nomi altisonanti”.

Poietika, nonostante le difficoltà di realizzare ogni primavera un cartellone importante ed assortito, ha la capacità e la forza di cimentarsi anche d’estate con un programma particolare e itinerante nei centri più belli del Molise, perché “è giusto che la cultura arrivi anche lì dove è difficilissimo organizzare un evento significativo. Anzi, l’andare incontro a chi vive nei piccoli borghi della nostra regione è più importante che soffermarsi soltanto nel capoluogo. Spesso questo viene reso possibile anche grazie all’aiuto della gente comune che ci suggerisce nomi o luoghi” dichiara il direttore artistico della manifestazione Valentino Campo, a margine dell’incontro con Vandana Shiva.

Le serate successive hanno visto sul palco, Letizia Battaglia e Pino Bertelli, due personaggi carismatici, che hanno discettato con parole diverse con il pubblico sull’arte della fotografia. Due fotoreporter di strada e di impegno: Letizia Battaglia ha raccontato la sua arte e l’impegno civile nel suo “lavoro” non come una scelta, ma come l’unica chiave di interpretazione dello stesso. “Non mi sono accorta di lottare” risponde schernendosi a Gianna Piano che le chiede di raccontare la sua lotta attraverso la fotografia. La partecipazione e la narrazione della Palermo degli anni più cruenti della guerra di mafia rappresenta una necessità rispetto all’essere giornalista e fotografa, in quei giorni. Le scelte davanti a certi scatti importanti come il corpo martoriato del giudice Borsellino, nella consapevolezza di vivere una guerra civile di cui il Governo nazionale si disinteressa del tutto. Pino Bertelli, toscanaccio puro come la sua fotografia, del suo lavoro, da sempre incentrato sulle tematiche della diversità, dell’accoglienza, della libertà, dice: “La fotografia deve essere contro, altrimenti cosa racconta? Deve essere attiva, critica, aldilà dell’estetica”.

Il programma ha poi proposto l’antropologo Jason Hickel, che ha intrattenuto il pubblico con l’approfondimento su tematiche legate al divario tra paesi ricchi e poveri e la perenne disuguaglianza sociale, contrastando senza indugio la globalizzazione ed i suoi effetti, che ha non solo ampliato il divario sociale, ma ha spostato in modo ulteriore, la già sperequata ricchezza nelle mani di coloro che ne detenevano la gran parte.

Win Mertens invece ha “parlato” con il suo piano e la sua musica, ad un pubblico attento a questo diverso modo di espressione di una spiritualità laica e diversa.

Nel penultimo incontro Nedim Gursel, scrittore turco da anni residente in Francia per fuggire alle ritorsioni della “democratura” di Erdogan, parla della sua Turchia e della civiltà europea: “Il mio trasferimento in Francia più che una scelta è stata una costrizione per fuggire alla prigione” e ancora “…proprio il soggiorno in Francia mi ha riavvicinato alla mia cultura e aiutato a capirla meglio, cito spesso Istanbul, perché è il luogo dove sono cresciuto, dove mi sono innamorato la prima volta, dove ho bevuto la prima bottiglia di liquore. È un mito letterario, è Europa, è oriente, è una metafora, un personaggio”. Un incontro vivace che ha alternato visioni della Turchia, di ieri e di oggi, ai suoi scritti.

L’atto di chiusura è stato riservato alla poesia di impegno politico e civile del cileno Raul Zurita. Provato nel fisico, ma non nello spirito, dai duri anni del regime di Pinochet che causò l’eliminazione fisica di ogni dissidente, decise di restare in Cile per resistere: “Se parli hai deciso di vivere”. Ancora oggi, urlando la sua poesia, ha fatto breccia nel pubblico che alla fine gli ha tributato una lunga standing ovation, che idealmente è anche un plauso all’intera manifestazione. ☺

vanni.fabio@tiscali.it

mark_edo@hotmail.com

 

laFonteTV

laFonteTV