Beata Ingenuità
3 Giugno 2015 Share

Beata Ingenuità

L’Italia riparte, il Molise no. Mentre il Paese, all’insaputa dell’incolpevole Renzi, timidamente comincia a dare qualche segno di ripresa, la nostra regione continua la sua traversata in un mare burrascoso senza che nessuno la porti in acque meno agitate. Siamo, insieme a qualche altra regione meridionale, quella che ha il più alto tasso di disoccupazione giovanile; la situazione è a dir poco drammatica. Nel primo trimestre del 2013 sono venute meno circa 400 aziende, oltre 100 nel solo settore edile, dove peraltro si è registrato una riduzione delle ore lavorate pari al 17% in solo otto mesi. I problemi relativi a GAM, Zuccherificio, vecchio e nuovo, Esattorie, Korai, Molise dati, Protezione Civile, sicuramente ereditati dal governo Iorio e mai risolti, il riconoscimento dell’area di crisi, che riguarda tuttavia una parte del territorio, di cui se ne sconosce l’esito, mostrano inequivocabilmente l’ inconcludenza dell’azione di governo messa in campo dal presidente Frattura e sostenuta dalla maggioranza di centrosinistra. Hanno altro da fare i politici molisani, sempre più impegnati a respingere gli attacchi perpetrati “dai soliti violenti” i quali non desistono dal chiaro intento di minare il diritto di quei poveretti a percepire le misere indennità di funzioni e i sudati vitalizi, guadagnati con tanti anni di onorato servizio.

I “resistenti”, regolarmente insultati sia nei giorni pari che in quelli dispari da orde di barbari in cerca di lavoro, nella seduta consiliare del 10 marzo scorso, dedicata ai temi del lavoro, hanno disquisito per una intera giornata di “sviluppo mancato” e di “lavoro perduto” . Oltre al solito scatto di reni che in queste occasioni fa sempre effetto, il mantra di ogni intervento è stato la svolta. Iorio la preferirebbe, coerentemente con la sua indole e con la sua storia politica, democristiana, in continuità con le scelte operate da presidente della regione, dal lontano 2001. Per superare la crisi, lui pensa a un forte intervento finanziario pubblico a favore delle imprese partecipate. È forse il caso di chiarire che nelle aziende a capitale pubblico i cittadini italiani ci mettono i soldi e i politici ci mettono gli amministratori, in genere colleghi trombati o in difficoltà, che prendono ordini da chi li ha nominati in quel posto. L’ apologia delle aziende partecipate, fatta da Iorio senza vergogna nella predetta seduta del consiglio regionale, affonda le sue ragioni appunto in questi interessi. Tutta a sinistra la preferirebbe Frattura, la svolta s’intende e, siccome l’allievo spesso supera il maestro, è facile prevedere che, anche questa volta, i fondi strutturali saranno sapientemente sperperati per rifinanziare aziende decotte, fallite e senza futuro ma che danno garanzia di affidabilità e di fedeltà. Ai disoccupati molisani ci si penserà la prossima volta.

Sarebbe il caso che i cronisti politici sistemati nella garitta del consiglio regionale, sempre pronti a raccogliere qualsiasi “sputazza” gli venga dispensata, raccontassero ciò che i consiglieri si dicono, non nei corridoi di palazzo Moffa, non pretendiamo da loro tanto impegno, ma ciò che si dice nell’emiciclo, per comprendere con quanta approssimazione i nostri politici si occupano dei loro concittadini. A tale proposito vorremmo offrire ai nostri lettori una pillola informativa in ordine alla ricostruzione post sisma: udite, udite!! “Abbiamo di fronte a noi quel grande macigno affrontato ultimamente anche presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che è il Patto di Stabilità che se non sarà superato, significa letteralmente calcolare, se dovessimo conservare i fondi, una ventina d’anni per la realizzazione di quel progetto.All’interno delle problematiche della ricostruzione, eravamo al punto di richiedere, già due anni fa, la deroga del Patto di Stabilità, deroga che avevamo già chiesto noi nel momento in cui ce ne siamo andati, deroga che c’era stata promessa in maniera abbastanza precisa e solenne da parte dell’allora Ministro Barca, che era Ministro delle Politiche di Coesione, cioè Ministro responsabile dei Fondi FAS”, i fondi fantasma che non arrivano mai, questo lo diciamo noi. Potete anche non crederci ma chi parla è l’on. Angelo Michele Iorio, lo stesso Iorio che in ben tre campagne elettorali ha ripetuto che avremmo completato la ricostruzione nel 2005, nel 2011 e ancora nel 2012. Oggi che non è più presidente della Regione finalmente si confessa e ci dice che a causa del patto di stabilità – il macigno – la ricostruzione durerà ancora un ventina d’anni. Il Ministro Barca lo avrebbe fatto fesso, gli avrebbe promesso, dice lui, un aiuto per sbloccare quei soldi e poi se ne è disinteressato. Strano che un volpone come lui abbia creduto che con una semplice correzione, quasi un atto in autotutela, il CIPE avrebbe integrato la delibera, quella dei 346 milioni, con una noticina del tenore: “somme svincolate dal patto di stabilità”. Beata ingenuità, con questo candore, più che fare il governatore, Iorio potrebbe dirigere il coro dell’ Antoniano.

Naturalmente la risposta di Frattura non si è fatta attendere: fiacca, inefficace dal punto di vista comunicativo, inconcludente: “Parlavamo della deroga del Patto di Stabilità, dobbiamo imparare a fare i conti con le cose certe, sennò rischiamo sempre di illuderci di raggiungere non so quali obiettivi per poi rimanere a metà strada. Nel 2013 abbiamo avuto 15 milioni di euro di deroga al Patto di Stabilità per la ricostruzione”. “43 milioni di euro di debiti pagati, 340 milioni di euro di Accordi di programma firmati”. Il Governatore in buona sostanza ci ha detto che per la ricostruzione post sisma, dal 2009, l’Ente regione ha ricevuto soldi freschi per 15 milioni di euro; per i 40 milioni di debiti pagati si è già fatto ringraziare il suo predecessore e quindi un volta basta, ragione per cui, se per ricevere questi soldi ci sono voluti 5 anni, per avere altri 300  milioni basta togliere uno zero per capire quanti anni dovremo ancora aspettare per arrivare alla fine della storia.

Quasi tutti i giorni davanti alla sede del consiglio regionale c’è gente che protesta. Chissà perché.☺

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