Bere bene in casa
6 Giugno 2020
laFonteTV (3152 articles)
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Bere bene in casa

Sarà superfluo con tutto quello che succede parlare di vino? Credo di no se il superfluo, nel senso del bello, degli atti di gentilezza, del mangiare e bere bene, è uno dei tanti modi per prenderci cura di noi stessi e delle persone che amiamo. E poi, per moltissime persone in Italia e non solo, il vino e tutta la filiera che gli sta dietro non è superfluo: è ragione di vita e lavoro, come firma del Made in Italy che orgogliosamente esportiamo e che oggi è messo a dura prova.
E allora, se è vero il proverbio che recita “contadino scarpe grosse e cervello fino” è certo che il mondo della viticoltura non si è arreso né fermato ma con intelligenza e con l’ausilio della, è il caso di dirlo, “benedetta” tecnologia ha saputo soccorrere i clienti e i consumatori ricorrendo a canali e registri di comunicazione nuovi e impensati per continuare a divulgare la cultura del vino attraverso le degustazioni e vendere le proprie bottiglie. Così in questi mesi al grido di slogan accattivanti come La distanza non ci divide o sotto l’hastag #stappatincasa , #ilvinociunisce, #aprounbuon- vino, è stato un susseguirsi di campagne social a supporto dei produttori vitivinicoli italiani e un rimbalzare di post con dettagliate istruzioni: “prendete un buon vino italiano, pranzate, cenate sul balcone, in casa, in giardino, stappate la bottiglia. Scattate e condividete la foto”.
Mentre zelanti winelovers si affannavano nella missione di creare virtuali aperitivi tra amici e familiari, tra i produttori più illuminati cominciava a balenare l’idea del digital tasting: incontri tra cantine, buyer ed esperti per intraprendere o consolidare quei rapporti e quelle collaborazioni commerciali che la cancellazione delle fiere più importanti di settore come Vinitaly e Pro wine hanno compromesso. Sono nate così in tutta Italia le shopping experience ideate direttamente dalle cantine per sostenere i consumi dei vini italiani e regionali raggiungendo direttamente i consumatori finali cioè quelli che “prima” frequentavano bar, enoteche e ristoranti.
Un cartone alla volta, si è registrato un incremento del 40% nelle vendite on line proprio nella fase del lockdown, in cui la chiusura in casa e lo smart-working hanno fatto riscoprire a tanti italiani il piacere del pranzo in famiglia con le vecchie ricette della nonna e una buona bottiglia di vino da bere insieme giacché “il figlio di Zeus e Sémele diede agli uomini il vino per dimenticare i dolori”.
Prosit!

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