Cambiamento o imbarbarimento?
14 Settembre 2018
laFonteTV (3191 articles)
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Cambiamento o imbarbarimento?

Sono trascorsi ormai quasi tre mesi dal giuramento del governo Conte, il primo ad avere istituito un apposito ministero per la disabilità. La notizia in sé è stata di quelle che mi hanno fatto storcere il naso… la disabilità infatti non è un mondo a parte, ma una parte del mondo. Non occorre dedicarle un apposito ministero né una specifica programmazione, basterebbe praticare politiche di inclusione in ogni atto di governo. Ad esempio, occorrerebbe, nel momento in cui si concede un permesso di costruire, verificare se l’opera ultimata effettivamente è accessibile a tutti; basterebbe, quando si autorizza l’esercizio di un’attività commerciale, verificare se la stessa abbia barriere architettoniche che ne impediscono la fruizione da parte di tutti i cittadini; servirebbe, all’inizio di ogni anno scolastico, che effettivamente agli alunni con disabilità siano garantiti il sostegno e l’assistenza educativa ed igienico-personale.

Siccome la realtà dei fatti è purtroppo ben altra, il governo del cambiamento ha ben pensato di dedicare un apposito ufficio di governo, sia pure senza portafoglio, alla disabilità – un fatto senza precedenti. La scelta è caduta sul dott. Lorenzo Fontana, leghista doc, che il giorno dopo il suo giuramento ha ben pensato di dire la sua sulle famiglie composte da due genitori dello stesso sesso. Grande sostenitore di Salvini e delle sue politiche restrittive in materia di immigrazione, durante i primi tre mesi di governo ha speso più energie per difendere il suo capo politico rispetto a quelle che ha speso per programmare politiche per le persone con disabilità.

Lo stratagemma è sempre lo stesso, vale a dire quello di convincere gli elettori che la causa delle carenze sociali sono sempre esogene (gli stranieri) e mai endogene (l’incapacità di programmare adeguatamente interventi sociali). In questo, se i predecessori, nonostante alcuni sforzi (vedasi aumento del fna, legge sul dopo di noi, legge sull’autismo), non sono stati in grado di leggere le necessità delle famiglie e delle persone con disabilità, gli attuali governanti per ora hanno soltanto ragliato, e fatto tanta pubblicità sui social.

Vero è che sentivamo tutti un’incredibile smania di cambiamento; ci era stata preannunciata una rivoluzione copernicana, che finora si è solo tradotta in qualche intervento di lifting sulla normativa del lavoro a termine ed in una politica contro l’immigrazione che ha fatto sembrare i barbari accordi di Minniti dei giochetti da pivellini.

Il “nostro” Fontana addirittura ha proposto di abrogare la legge Mancino, che prevede l’aggravante per i crimini d’odio razziale o etnico e per gesti, azioni e slogan legati al fascismo, sul presupposto che la stessa sarebbe una sponda usata dai globalismi per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti italiano. Cosa abbia questo a che vedere con le politiche per le persone con disabilità, solo lui può saperlo.

Mi preme ricordare al signor Ministro che a breve cominceranno le lezioni dell’anno scolastico 2018/2019, e tanti, troppi sono i nodi irrisolti, a cominciare dall’assistenza agli alunni con disabilità, ed era su questo che ci si aspettava un cambiamento, o quanto meno una presa di posizione e non sulla proposta di abrogare l’aggravante per i crimini di odio. Il fatto che si sta costruendo un’emergenza sull’ immigrazione nel periodo in cui il numero di sbarchi è il più basso da anni, fa pensare (legittimamente) che purtroppo si stia vendendo soltanto fumo, allo scopo di creare un capro espiatorio da incolpare. Questa spirale di odio non fa che allontanare l’attenzione da quelle che sono le vere emergenze ed i problemi irrisolti da anni. Su questo metro, e non su altri, dovrà essere valutato il nuovo governo.

Il mondo delle persone con disabilità è un universo nel quale la dimensione umana, nella sua fragilità, acquista una sua connotazione più forte, come se l’abitudine alle sofferenze ed alla discriminazione – mostri che sono sempre dietro l’angolo – fosse un linguaggio universale che unisce tutti i sofferenti ed i discriminati del mondo. In questa battaglia, lo straniero, l’omosessuale, che rivendica il proprio diritto a costruirsi una vita piena, la persona con disabilità fisica o psichica, l’emarginato, il povero, ed in generale tutti coloro che rivendicano la pienezza della dignità umana non possono che essere compagni di strada, ed alleati nella ricerca del proprio diritto ad un’esistenza felice e dignitosa.

Dove vi è soppressione di un diritto altrui, non ci può essere alcun cambiamento; vi può essere solo involuzione o imbarbarimento. Resistiamo.☺

 

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