Capitalismo etico
6 Giugno 2020
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Capitalismo etico

Fra le numerose storie, personali e collettive, che hanno circolato in questi mesi di paura e di tempo sospeso, ce n’è una in particolare che merita di essere ricordata.
Agli inizi di marzo, quando le mascherine (insieme al gel disinfettante) erano un bene introvabile, un imprenditore riconvertiva, nella sua stamperia, la più nuova delle quattordici macchine rotative, del valore di dodici milioni di euro, per donare alla Regione Veneto due milioni di mascherine. L’imprenditore si chiama Fabio Franceschi e la sua azienda è la Grafica Veneta, famosa per aver stampato la biografia di Michael Jackson e il libro-testamento di Nelson Mandela il giorno dopo la loro morte, e per aver distribuito nel mondo l’intera saga di Harry Potter. A diciannove anni di distanza dal primo volume, Grafica Veneta continua a essere la tipografia di fiducia del maghetto, con un contratto esclusivo e il controllo su tutte le fasi di stampa. Inoltre è autosufficiente dal punto di vista energetico, totalmente carbon free e lavora carta per la quale a ogni albero tagliato ne corrispondono due piantati.
Ma perché regalarle, le mascherine, quando imprese, farmacie e perfino illustri personaggi politici vi hanno speculato sopra? Franceschi, sopravvissuto a cinque anni di una malattia rara, ha dichiarato: “Per chi, come me, ha toccato la morte, esiste solo la donazione. Inoltre, a diciotto anni ero un operaio e ora non lavoro solo per i soldi”. Di qui l’idea di rendersi utile agli altri, visto che nella sua azienda – almeno prima della pandemia – arrivavano trenta autotreni di carta al giorno. Anche se, in realtà, per le mascherine non è stata utilizzata la carta, ma un tessuto non tessuto, con una percentuale di filtraggio adeguata e in grado di durare almeno un giorno.
Questo del patron di Grafica Veneta è un esempio di quel capitalismo etico che si sta facendo strada nei paesi occidentali e che si auspica si diffonda sempre di più, ora che le crescenti disuguaglianze stanno mettendo a rischio la tenuta delle democrazie liberali. Una scelta civica, la sua, che ricorda come ora più che mai sia necessaria una riscoperta dell’etica del lavoro, oltre che una nuova attenzione alle trasformazioni, non solo legate al ciclo della globalizzazione, e una maggiore protezione dell’ambiente. Guadagnare senza sfruttare e senza inquinare. O, in altre parole, non solo profitto, ma azioni responsabili verso i lavoratori, l’ambiente, le future generazioni.
Franceschi ha prodotto in questi tempi difficili due oggetti fondamentali: la mascherina anti-covid e il libro, che, come si suol dire, è il nostro migliore amico, tanto più in caso di segregazione casalinga. Ma soprattutto ha messo in pratica un frammento di saggezza di suo nonno: “Non conta niente essere il più ricco del cimitero”.☺

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