cavalli e cavalieri
27 Aprile 2010 Share

cavalli e cavalieri

 

Nato per servir lo potente di turno

s’inchina e volteggia al suo apparire

lo scranno non lascia quando ti liscia

eppur si è dimesso per esser promosso

come uno dei tanti salta fosso

ora che in Giunta è entrato, il sorriso ha ritrovato

vade retro opposizione non si confà al Nicolone

che giocherellone e bighellonando ha fatto fessi tutti quanti

erano in molti in sala d’attesa

ma il Cavalier li ha indotti alla resa

con un sol botto la marghe…ruta ha rotto

e oplà è andato di là  abbracciando Miguel  Barbapapà

a robertino lasciato solo solino ha strappato pure Franceschino

che non ci ha pensato un attimino a salutare i brutti piddini.

Ora si sollazzano gioiosi alla corte di un re facoltoso

troppo sinistri, tetri e tristi questi ex-comunisti

vuoi metter l’allegria della nuova compagnia

si danza, spande e spende alla faccia di chi si risente

macchina blu, seggiola grande ma per lo specchio resta un birbante

per qualcuno voltagabbana ma per lui niente di strano

ora insegue bietole e polli con vere e proprie spese folli

ma da cortese maggiordomo regge la sporta al Re nostromo

poco ci piglia tra campi e trattori lui che è buon cacciatore

preferisce il patronato dove coltiva l’elettorato

e corre di qua corre di là che gli gira la testa e non sa quel che fa

in consiglio resta muto e silente assiste il re che mesta

scruta e ammicca a destra e manca da perfetto saltimbanco

il vestito è bello e pronto, per sfilar da Presidente

già passeggia sotto l’Ente dove vuol tornar a amministrar

ma Rosario lì appostato l’imboscata ha preparato

e quatto quatto zitto zitto al Cavalier  vuol far fritto

il nostro chiama l’arcicaccia per schivare la minaccia

contro l’anziano di San Giuliano accorre lesto il Vitagliano

costui è lento e pure una lagna  meglio Nicola a Palazzo Magno

w i cavalli e i destrieri che non sbagliano mai il giusto sentiero

Il Brigante del Matese

 

 

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