Che sia d’alba
4 Febbraio 2021
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Che sia d’alba

Che sia d’alba e non di cera o specchio
quel che abbaglia sotto grondaia
e forse al sole daremo altro colore.
E ancora sorgerà senza titolo né memoria.
Caldo sulle case bianche dei pescatori
sulle kefieh, sui caftani, sui veli, sulle nudità.
(Sui cartoni spremuti sottoportico invece
l’ombra umida sarà porta blindata per sempre).
Eh, no! Perché mai quella ruota dovrà
lustrare in eterno i solai dell’imperatore?
Ho deterso il mio grattacielo di paglia-
puzzava di stalla, eppure quella sfera rossa
ruggicava di vetro in vetro fin dentro i calidari.
All’inizio non bastano mai varechina e pialla
e la mia scala ha pochi pioli per l’ascensione.
Tutti in fila per una mano nuova di vernice.
A volte il sole sconfina – oltre – il suo bagliore.
Per “sua altezza di luce” un’altra natività.

 

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