Che sta succedendo?
18 Aprile 2010 Share

Che sta succedendo?

 

L’Asl n. 4 Basso Molise si è accorta che sul territorio ci sono persone con disagio psichico e quindi meritoriamente ha seria intenzione di aprire a Termoli un centro diurno per aiutare chi è in difficoltà e offrire sostegno alle famiglie sulle quali grava tutto il peso della malattia del congiunto. Ma intanto una cooperativa come la Nardacchione, che di dimessi psichiatrici si occupa, vanta un credito di oltre ottocentomila euro che l’Asl non si decide a onorare, mettendo a repentaglio il futuro dei lavoratori, delle loro famiglie e degli ospiti che assiste. È normale che si aprano nuovi servizi senza provvedere prima al corretto mantenimento di quelli esistenti?

Il prof. Mario Verrecchia, ex dirigente della Asl del Basso Molise, coinvolto nello scandalo Black hole, sospeso e poi reintegrato, è cooptato ora dal presidente della giunta regionale per progettare il futuro della sanità molisana. Non abbiamo motivo di dubitare della sua innocenza, buona fede e capacità manageriali, ma è normale che una sanità alla bancarotta abbia bisogno oltre che di un assessorato, di un direttore generale e quattro dirigenti locali anche di un consulente con contratto di 84 mila euro all’anno? Un vascello che imbarca acqua non lo si recupera aumentando la zavorra!

Il procuratore del tribunale di Larino si è sentito assediato dai più stretti collaboratori che avrebbero dovuto condurre le indagini per suo conto e così il lavoro serio era costretto a non svolgerlo in ufficio, per sottrarre le carte a occhi indiscreti e interessati, a tal punto da dover richiedere un mandato di cattura nei loro confronti. È normale che colonnelli dei carabinieri, marescialli di pubblica sicurezza e capitani di vigili urbani rispondano e coprano politici e compari piuttosto che servire lo stato a cui hanno giurato fedeltà?

Dopo la cementificazione della costa di Termoli è la volta di quella di Petacciato e Campomarino. È normale che il denaro compri non solo terre ma ottunda anche scelte politiche e di sviluppo urbanistico e che le regalie producano il fenomeno della cecità collettiva?

La ricostruzione pesante nei paesi terremotati deve ancora partire e già avvisaglie di disonestà compaiono. È normale che dove stanno le carogne lì si radunino puntualmente gli avvoltoi?

E ancora: intimidazioni a persone che hanno una qualche responsabilità, terra bruciata intorno a chi non sta agli ordini, ordigni esplosivi, strozzinaggio. È normale che la classe dirigente non percepisca che la legalità costituzionale è una risorsa per lo sviluppo sostenibile?

C’è chi sostiene che tra il Molise e la Sicilia, la Campania o la Puglia, l’unica differenza è che da noi ancora non si uccide a viso scoperto perché intanto la malavita e le infiltrazioni mafiose sono già fin troppo presenti. Non poche volte la mafia si confonde e talvolta si identifica con le istituzioni attraverso l’opera nefasta degli uomini di potere che le occupano. È normale rimanere ancora a guardare?

“Ipocriti, siete capaci di prevedere il tempo che farà, e allora come mai non sapete capire il significato di ciò che accade in questo tempo?”. Questo amaro rimprovero di Gesù ai suoi contemporanei (Lc. 12,56) me lo sento rivolto dai lettori e prima ancora dai poveri e dalle vittime di questo disastrato Molise, tutt’altro che isola felice.

Che sta succedendo? Irresponsabilità, arroganza del furbetto del quartierino, malaffare, malavita organizzata? Non lo so, ma si tratta di voltare pagina, di non continuare a riservare consensi ai soliti noti, di sciogliere legami e rompere compromessi, di prestare più attenzione, come cristiani, all’ortoprassi che all’ortodossia. Il problema è come rendere il futuro della nostra regione meno duro, come creare nuovi spazi per la giustizia e la pace, per la libertà e la democrazia, come liberarci da ogni legame con qualsiasi potere corrotto.

È possibile che di fronte a un simile scenario, drammatico ma reale, nessuno di noi sappia esattamente cosa fare in concreto, perciò vorremmo che quanti credono ancora che un mondo altro è possibile si ritrovino insieme, leggano la storia, si facciano aiutare a venirne fuori. Perché non chiedere aiuto a chi già lavora sul campo? Perché non aprire una sezione regionale di Libera (www.libera.it), il coordinamento antimafia creato da don Ciotti, per resistere insieme, non deludere la speranza delle vittime, dei senza potere, degli uomini di buona volontà, dei giovani?

Se gli occhi oggi non li usiamo per vedere, domani dovremo usarli per piangere. Senza scampo.  ☺

 

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