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chi di falco ferisce.... | La Fonte TV
Al Foro di Larino risulta Avvocato
ma da quelle parti… mai avvistato.
Popolare e margheritino fin da piccino
con Ruta è cresciuto ed evoluto.
Amici di merende e fido compare
per Roberto gestiva da S. Croce al Mare.
Da par suo, l’Onorevole Popolare,
l’appoggio non gli faceva mancare.
Lo sistemava su comode poltrone
e Francesco gioiva nelle stanze dei bottoni.
Sempre a braccetto senza farsi dispetti
erano un duetto quasi .. perfetto.
Ma un totaro violento sui due si avventa
e alle elezioni ha il sopravvento.
D’un tratto la terra trema e il cielo si oscura
e mandarla giù è proprio dura.
Cause, sortilegi e ricorsi
come un trattore e senza rimorsi.
Ma il sammartinese, nato già edotto
vince la lotta e festeggia col botto.
L’avvocato occhialuto non gradisce
resiste, si attrezza e non perisce.
Parigi è importante e val bene una messa
figurarsi se ci sta a passare per fesso.
Interviene Ruta, Onorevole e Professore,
chiama D’Ascanio e lo fa Assessore.
Il falco di mare gradisce e s’inchina
al colpo d’ali del fido Robertino.
Al Nucleo Industriale comanda gioviale
e in Via Roma dorme tra due guanciali.
A Santa Croce c’è l’omonimo cuginetto
che lo riverisce con grande rispetto.
Si torna a votare per i deputati
e Ruta è silurato dall’elettorato.
Finisce la fiaba dell’Azzurro Principino
che cadendo travolge Franceschino.
A Montenero brutta gente
che proprio di nulla si accontenta.
Il Nicolone si mette a tuonare
fuori dalla Giunta i falchi di mare.
Corre in gonnella la Macchiarola
ma con D’Ascanio prende una sola.
Si oppone, strepita e urla sibillina
per far cascare Nicolino.
Nulla da fare per il falco di mare
non l’ha salvato manco il compare.
Si allea or dunque con Vitagliano
per nulla al mondo vuol passare la mano.
Segue la scia di tal Cavaliere
che lo porta con sé da fido scudiere.
Salta il fosso e pure la quaglia
ma in Consiglio si sta meglio.
Tanto è chino e anche plaudente
che viene eletto Presidente.
Di speciale nella sua Commissione
ci sono solo tante assunzioni.
Sostiene Iorio tosto e gagliardo
e di lui diventa il baluardo.
Oggi è così domani non si sa
perché il compare da fare si dà.
Potrebbe suonare l’allerta centrista
ed ecco di nuovo il duetto in pista.
A Santa Croce è finita male
per il cuginetto nessuno rispetto.
Se casca d’autunno l’attuale Governo
il falco di mare se ne va con l’inverno.
Per lui l’alternativa è già pronta
serve solo che lui la monta.
Alla faccia dei fessi che sono sempre gli stessi
Parigi vale davvero una messa.
Il Brigante del Matese
Al Foro di Larino risulta Avvocato
ma da quelle parti… mai avvistato.
Popolare e margheritino fin da piccino
con Ruta è cresciuto ed evoluto.
Amici di merende e fido compare
per Roberto gestiva da S. Croce al Mare.
Da par suo, l’Onorevole Popolare,
l’appoggio non gli faceva mancare.
Lo sistemava su comode poltrone
e Francesco gioiva nelle stanze dei bottoni.
Sempre a braccetto senza farsi dispetti
erano un duetto quasi .. perfetto.
Ma un totaro violento sui due si avventa
e alle elezioni ha il sopravvento.
D’un tratto la terra trema e il cielo si oscura
e mandarla giù è proprio dura.
Cause, sortilegi e ricorsi
come un trattore e senza rimorsi.
Ma il sammartinese, nato già edotto
vince la lotta e festeggia col botto.
L’avvocato occhialuto non gradisce
resiste, si attrezza e non perisce.
Parigi è importante e val bene una messa
figurarsi se ci sta a passare per fesso.
Interviene Ruta, Onorevole e Professore,
chiama D’Ascanio e lo fa Assessore.
Il falco di mare gradisce e s’inchina
al colpo d’ali del fido Robertino.
Al Nucleo Industriale comanda gioviale
e in Via Roma dorme tra due guanciali.
A Santa Croce c’è l’omonimo cuginetto
che lo riverisce con grande rispetto.
Si torna a votare per i deputati
e Ruta è silurato dall’elettorato.
Finisce la fiaba dell’Azzurro Principino
che cadendo travolge Franceschino.
A Montenero brutta gente
che proprio di nulla si accontenta.
Il Nicolone si mette a tuonare
fuori dalla Giunta i falchi di mare.
Corre in gonnella la Macchiarola
ma con D’Ascanio prende una sola.
Si oppone, strepita e urla sibillina
per far cascare Nicolino.
Nulla da fare per il falco di mare
non l’ha salvato manco il compare.
Si allea or dunque con Vitagliano
per nulla al mondo vuol passare la mano.
Segue la scia di tal Cavaliere
che lo porta con sé da fido scudiere.
Salta il fosso e pure la quaglia
ma in Consiglio si sta meglio.
Tanto è chino e anche plaudente
che viene eletto Presidente.
Di speciale nella sua Commissione
ci sono solo tante assunzioni.
Sostiene Iorio tosto e gagliardo
e di lui diventa il baluardo.
Oggi è così domani non si sa
perché il compare da fare si dà.
Potrebbe suonare l’allerta centrista
ed ecco di nuovo il duetto in pista.
A Santa Croce è finita male
per il cuginetto nessuno rispetto.
Se casca d’autunno l’attuale Governo
il falco di mare se ne va con l’inverno.
Per lui l’alternativa è già pronta
serve solo che lui la monta.
Alla faccia dei fessi che sono sempre gli stessi
Parigi vale davvero una messa.
Il Brigante del Matese
chi di falco ferisce….
Al Foro di Larino risulta Avvocato
ma da quelle parti… mai avvistato.
Popolare e margheritino fin da piccino
con Ruta è cresciuto ed evoluto.
Amici di merende e fido compare
per Roberto gestiva da S. Croce al Mare.
Da par suo, l’Onorevole Popolare,
l’appoggio non gli faceva mancare.
Lo sistemava su comode poltrone
e Francesco gioiva nelle stanze dei bottoni.
Sempre a braccetto senza farsi dispetti
erano un duetto quasi .. perfetto.
Ma un totaro violento sui due si avventa
e alle elezioni ha il sopravvento.
D’un tratto la terra trema e il cielo si oscura
e mandarla giù è proprio dura.
Cause, sortilegi e ricorsi
come un trattore e senza rimorsi.
Ma il sammartinese, nato già edotto
vince la lotta e festeggia col botto.
L’avvocato occhialuto non gradisce
resiste, si attrezza e non perisce.
Parigi è importante e val bene una messa
figurarsi se ci sta a passare per fesso.
Interviene Ruta, Onorevole e Professore,
chiama D’Ascanio e lo fa Assessore.
Il falco di mare gradisce e s’inchina
al colpo d’ali del fido Robertino.
Al Nucleo Industriale comanda gioviale
e in Via Roma dorme tra due guanciali.
A Santa Croce c’è l’omonimo cuginetto
che lo riverisce con grande rispetto.
Si torna a votare per i deputati
e Ruta è silurato dall’elettorato.
Finisce la fiaba dell’Azzurro Principino
che cadendo travolge Franceschino.
A Montenero brutta gente
che proprio di nulla si accontenta.
Il Nicolone si mette a tuonare
fuori dalla Giunta i falchi di mare.
Corre in gonnella la Macchiarola
ma con D’Ascanio prende una sola.
Si oppone, strepita e urla sibillina
per far cascare Nicolino.
Nulla da fare per il falco di mare
non l’ha salvato manco il compare.
Si allea or dunque con Vitagliano
per nulla al mondo vuol passare la mano.
Segue la scia di tal Cavaliere
che lo porta con sé da fido scudiere.
Salta il fosso e pure la quaglia
ma in Consiglio si sta meglio.
Tanto è chino e anche plaudente
che viene eletto Presidente.
Di speciale nella sua Commissione
ci sono solo tante assunzioni.
Sostiene Iorio tosto e gagliardo
e di lui diventa il baluardo.
Oggi è così domani non si sa
perché il compare da fare si dà.
Potrebbe suonare l’allerta centrista
ed ecco di nuovo il duetto in pista.
A Santa Croce è finita male
per il cuginetto nessuno rispetto.
Se casca d’autunno l’attuale Governo
il falco di mare se ne va con l’inverno.
Per lui l’alternativa è già pronta
serve solo che lui la monta.
Alla faccia dei fessi che sono sempre gli stessi
Parigi vale davvero una messa.
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