Ultimo scorcio dell’anno scolastico. Stamattina i bimbi di 2^ classe sono assorti nell’esecuzione di un disegno, si sente solo lo scorrere dei pastelli sul foglio. Disegnano Cipì, protagonista del libro che hanno appena finito di leggere. Cipì è la storia scritta dal maestro Mario Lodi e dai suoi alunni, storia nata in una piccola scuola di campagna a Vho di Piadena dove i ragazzi scopersero dalla finestra della classe una vita intensa e drammatica che seguirono e annotarono, creando così la favola vera di Cipì. Il libro, scritto col linguaggio tipico della poesia, pieno di metafore e personificazioni, ha per protagonisti due passeri: Cipì e la sua compagna Passerì ma ci sono altri personaggi di volta in volta buoni o cattivi: un gatto, una margherita-poeta, altri passeri, le farfalle, il sole, le nuvole, il vento, la pioggia, il fiume… insomma tutta la natura con l’eterno ciclo delle stagioni.
Ecco, i bambini hanno finito i loro “capolavori”: soli che ridono, fiori che parlano, gufi che rubano… hanno i visetti soddisfatti e sorridenti quando me li consegnano. Sono belli questi disegni dalle forme primitive e dai colori sgargianti, tanto belli che mi commuovono, mi riempiono di felicità, mi fanno riscoprire la passione di un mestiere. Penso ad una frase di Mario Lodi: c’è ancora speranza se questo accade!
Sono sulla soglia della pensione ma quando vivo momenti così, vorrei essere maestra per sempre.
Carolina Mastrangelo
Ultimo scorcio dell’anno scolastico. Stamattina i bimbi di 2^ classe sono assorti nell’esecuzione di un disegno, si sente solo lo scorrere dei pastelli sul foglio. Disegnano Cipì, protagonista del libro che hanno appena finito di leggere. Cipì è la storia scritta dal maestro Mario Lodi e dai suoi alunni, storia nata in una piccola scuola di campagna a Vho di Piadena dove i ragazzi scopersero dalla finestra della classe una vita intensa e drammatica che seguirono e annotarono, creando così la favola vera di Cipì. Il libro, scritto col linguaggio tipico della poesia, pieno di metafore e personificazioni, ha per protagonisti due passeri: Cipì e la sua compagna Passerì ma ci sono altri personaggi di volta in volta buoni o cattivi: un gatto, una margherita-poeta, altri passeri, le farfalle, il sole, le nuvole, il vento, la pioggia, il fiume… insomma tutta la natura con l’eterno ciclo delle stagioni.
Ecco, i bambini hanno finito i loro “capolavori”: soli che ridono, fiori che parlano, gufi che rubano… hanno i visetti soddisfatti e sorridenti quando me li consegnano. Sono belli questi disegni dalle forme primitive e dai colori sgargianti, tanto belli che mi commuovono, mi riempiono di felicità, mi fanno riscoprire la passione di un mestiere. Penso ad una frase di Mario Lodi: c’è ancora speranza se questo accade!
Sono sulla soglia della pensione ma quando vivo momenti così, vorrei essere maestra per sempre.
Ultimo scorcio dell’anno scolastico. Stamattina i bimbi di 2^ classe sono assorti nell’esecuzione di un disegno, si sente solo lo scorrere dei pastelli sul foglio. Disegnano Cipì, protagonista del libro che hanno appena finito di leggere. Cipì è la storia scritta dal maestro Mario Lodi e dai suoi alunni, storia nata in una piccola scuola di campagna a Vho di Piadena dove i ragazzi scopersero dalla finestra della classe una vita intensa e drammatica che seguirono e annotarono, creando così la favola vera di Cipì. Il libro, scritto col linguaggio tipico della poesia, pieno di metafore e personificazioni, ha per protagonisti due passeri: Cipì e la sua compagna Passerì ma ci sono altri personaggi di volta in volta buoni o cattivi: un gatto, una margherita-poeta, altri passeri, le farfalle, il sole, le nuvole, il vento, la pioggia, il fiume… insomma tutta la natura con l’eterno ciclo delle stagioni.
Ecco, i bambini hanno finito i loro “capolavori”: soli che ridono, fiori che parlano, gufi che rubano… hanno i visetti soddisfatti e sorridenti quando me li consegnano. Sono belli questi disegni dalle forme primitive e dai colori sgargianti, tanto belli che mi commuovono, mi riempiono di felicità, mi fanno riscoprire la passione di un mestiere. Penso ad una frase di Mario Lodi: c’è ancora speranza se questo accade!
Sono sulla soglia della pensione ma quando vivo momenti così, vorrei essere maestra per sempre.
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