comuni sgarrupati
25 Febbraio 2010 Share

comuni sgarrupati

Il sottosegretario Guido Bertolaso ha comunicato, urbi et orbi, che tutte le scuole dell’Aquila sono sicure, vale a dire che hanno un certificato di agibilità e pertanto sono pronte ad accogliere gli studenti che vivono comunque altrove. Noi siamo felici per questa comunicazione, tuttavia ci sovviene che rassicurazioni di questo tipo, sempre sostenute da autorevoli studiosi di fenomeni sismici, sono state fornite anche cinque mesi or sono, prima che il terremoto mettesse le cose in chiaro, prima che crollasse la casa dello studente. In tutto il Paese le scuole non sono sicure e tutti lo sanno, in Abruzzo e a l’Aquila in particolare le cose non stanno così, parola di Bertolaso, sempre più ministro della propaganda che capo della protezione civile.

In Molise la situazione è un tantino diversa. A seguito del crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia, avvenuta in occasione del terremoto, il Governo dell’epoca assegnò al Commissario straordinario un finanziamento di circa 71 milioni di euro, per la messa in sicurezza delle scuole molisane, cosa mai fatta da nessun governo. Nella seduta del Consiglio Regionale del 31 ottobre 2005 il Presidente Iorio spese buona parte del suo intervento a parlare del progetto “Scuola sicura”. Quel giorno, come di frequente accade, non incontrò sulla sua strada alcuna verità, neanche per  sbaglio, e lo dimostrano le cronache di questi ultimi tempi.

Ogni giorno le mamme molisane si costituiscono in comitati a difesa del progetto “scuole sicure”, proprio quello che stava nelle priorità di Iorio: non sono né comunisti né golpisti; è solo gente che ha paura di ciò che è accaduto ai bambini di San Giuliano o ai ragazzi dell’Aquila. Sono passati quattro anni da allora e le assicurazioni del Commissario non si sono tradotte in fatti concreti, tanto che assessori della Giunta, di cui Iorio è ancora Presidente, candidamente dicono in televisione che di soldi non ce ne sono per mettere in sicurezza le scuole e che occorrono 200 milioni di euro per farvi fronte. Se queste erano le priorità, figuriamoci le secondarietà!

Noi comunque continuiamo a chiederci perché invece di finanziare con i soldi dell’art. 15 operette da avanspettacolo (marciapiedi, piazzette, illuminazioni ecc.) non si è chiesto ai Comuni, viste le priorità del commissario, di mettere in sicurezza le scuole? La risposta ancora una volta è semplice e risiede nella filosofia del “bisogno sospeso”. Chiedere al governo centrale, come sta facendo l’assessore Marinelli, 200 milioni di euro per rifare le scuole, in una regione dove 27 bambini insieme alla loro maestra sono morti sotto le macerie di una scuola costruita male, ha senso fino a quando non si rimuove il bisogno o fino a quando a qualcuno non viene in mente di domandare: perché  il Commissario non ha messo in sicurezza le scuole ed ha finanziato il concorso di Miss Italia insieme ad una serie di altre amenità, che non erano certo una priorità?

 I sindaci oberati da problemi tecnici, sempre più in sintonia col Commissario, si sono preoccupati in questi anni di mettere in sicurezza le scuole fino al punto di negare l’autorizzazione all’apertura? E a proposito di sindaci, chi si dichiara favorevole all’installazione di una centrale nucleare come il primo cittadino di Santa Croce di Magliano, in base al cinico ragionamento che, se è il Molise a doverla ospitare, è meglio che la si faccia sul proprio territorio, cosi se ne ricavano i vantaggi immediati, ha interpretato ciò che i suoi concittadini vogliono veramente? E nell’accaparramento dei parchi eolici si sono fatti i dovuti controlli tra ciò che si è stabilito nelle convenzioni pubbliche con quello che invece viene pattuito tra privati proprietari delle aree cedute in affitto e società che vendono energia? È stato previsto a chi tocca smaltire i pali dopo la dismissione, dato che il costo risulta elevatissimo?

La stampa scendiletto queste cose non se le chiede, così come non informa i suoi lettori sull’assenza di fondi per la ricostruzione e per la messa in sicurezza delle scuole. A giorni passerà all’esame del consiglio regionale una proposta di legge per il finanziamento delle imprese – qualcuno dice della impresa – che si occupano dell’infor- mazione regionale. Ancora una volta i cittadini molisani saranno costretti a pagare per un servizio che non ricevono. ☺

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