consorterie indegne    di Famiano Crucianelli
28 Dicembre 2012 Share

consorterie indegne di Famiano Crucianelli

 

Nella rivoluzione francese si gridava libertà, uguaglianza e fratellanza, tre parole che hanno ispirato e condizionato la storia dell’800 e del ‘900. Tre idee rivoluzionarie che hanno tirato fuori la politica dagli intrighi di palazzo e dai desideri dei regnanti di allora, tre principi che sono serviti a dare alla politica la dignità dell’etica e alla morale la forza della politica. Nei due secoli che abbiamo alle spalle in nome della libertà si sono affermate le società democratiche dell’occidente, poi la libertà si è scambiata per liberismo, ha perso la sua anima e si è sciolta nell’individualismo, nel consumismo, nell’arbitrio e nell’ingiustizia sociale. L’uguaglianza è diventata la bandiera dei paesi del socialismo reale, anche lì dalle buone intenzioni della rivoluzione bolscevica si è rapidamente passati al dominio di una oligarchia di partito, alla cieca repressione stalinista di ogni diversità di pensiero. Lo spirito egualitario ha perso la sua spinta propulsiva ed è finito sotto il muro di Berlino. La fratellanza, ovvero la capacità di gioire degli altrui successi, è un’aspirazione troppo alta, troppo nobile per trovare cittadinanza in qualche angolo di mondo.

Nel ‘900 sono state scritte fra le pagine più sordide della nostra storia recente e al pari tempo in quel secolo si sono compiute imprese che hanno esaltato i sentimenti più civili della nostra  storia. In quello che è stato battezzato il secolo breve politica, etica e ideologia si sono scontrate in campo aperto; alla fine il meglio ha avuto la peggio, ma il confronto e lo scontro delle idee vi è stato. Oggi di che si discute? Siamo nel vuoto pneumatico, peggio, siamo immersi in una melma che rischia di sporcare tutto e tutti. L’ultima campanella l’ha suonata Enrico Berlinguer: era il 1983 quando il segretario del Pci in una intervista a Scalfari sollevava “una grave questione morale” e denunciava il già grave degrado dei politici, dei partiti e del sistema istituzionale. Parole giuste, ma totalmente inascoltate: persino nel suo partito vi era chi sosteneva che quelle di Berlinguer erano affermazioni moralistiche e prive di senso politico.

In questi ultimi trenta anni i partiti si sono quasi tutti trasformati in consorterie indegne, la politica si è occupata di interessi particolari e famigliari, la gente è stata abbandonata al suo destino.  Perché sorprendersi dell’astensionismo, dei successi di Grillo e del ribellismo qualunquista che attraversa parti consistenti della società ? Certo non tutti i partiti sono eguali, non tutti i politici sono della stessa razza e, cosa di grande importanza, vi è ancora una parte ampia della società che è pronta ad impegnarsi nella buona Politica, che chiede e vuole partecipare. Infatti, quale altro senso dare alla straordinaria partecipazione di popolo alle primarie del centrosinistra, se non quello di una domanda di politica e di cambiamento!

Ma una rondine non fa primavera e già si sentono i rumori dei vecchi attrezzi e il vecchio rischia di divorare rapidamente quel poco di nuovo che ha osato manifestarsi. Proprio qui a casa nostra, in Molise, sono riprese le antiche consuetudini, le trame sotterranee, gli organigrammi e le spartizioni nelle segrete stanze, lo scambio del bene comune con gli interessi di pochi. Se così dovesse andare sarebbe l’ennesimo errore clamoroso. Come con la tela di Penelope, si disfa di notte ciò che si dice di giorno, importante è che il tempo passi, poi quando saranno rimaste poche ore decideranno i soliti noti. Tutti sembravano d’accordo nel fare le primarie per il candidato alla presidenza della regione; in realtà tutti o quasi quelli che decidono hanno lavorato perché la parola non tornasse ai cittadini. In Lombardia hanno tempestivamente fatto le primarie e scelto con il voto popolare del centrosinistra il candidato, in Molise oggi 19 dicembre mentre scrivo queste righe ancora nulla si conosce e si sentono nel sottoscala argomenti pretestuosi per evitare la prova democratica delle primarie per le elezioni regionali.

Certo non si potrà sfuggire alle primarie per gli aspiranti parlamentari e bisogna rendere merito a Bersani che ha imposto questa scelta e al pari tempo, però, bisogna evitare che questa scelta non si risolva in una sceneggiata e anche per quest’esito disgraziato vi sono tutte le premesse.☺

famiano.crucianelli@tiscali.it

 

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