consumaTTori
31 Agosto 2010 Share

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Settembre. Tempo di ritorni alla tiepida quotidianità preautunnale, tempo di rientri, di uffici che tornano a funzionare e di aule scolastiche che si ripopolano con alunni nuovi di zecca o con volti già noti che troviamo inesorabilmente cresciuti, irrobustiti, meno bambini. Tempo, anche, di progetti e percorsi da sviluppare durante l’anno scolastico, in un sano fermento da “dietro le quinte” che prelude al lungo tour de force fra i banchi.

Se l’anno scorso, da questa rubrica, proponemmo “Altra Sicilia” – esperienza di educazione alla legalità fra le strade di Palermo e fra i sapori delle aziende agricole che producono vino, olio, pasta, peperoncino e quant’altro sui terreni confiscati alle mafie -, quest’anno un titolo che sale alle labbra spontaneo potrebbe essere “Nuovi stili di Gita”, per indicare anzitutto la nostra preferenza spiccata per dei viaggi d’istruzione un po’ nuovi, più attenti a intercettare gli interessi dei ragazzi e ad arricchirsi di contenuti particolarmente significativi per i loro curricula scolastici e per la loro educazione a tutto tondo; e poi, in un gioco di parole piuttosto immediato, per indicare la scelta di un tema speciale: l’economia solidale o, secondo la testata di una delle più accreditate riviste del settore, l’Altreconomia.

Un argomento quanto mai vicino alla quotidianità dei nostri giovani studenti, spesso vittime inconsapevoli di operazioni pubblicitarie impietose che – sfruttando la fragilità e la mutevolezza della loro età – li deviano al più vuoto consumismo e li trattano come carne da macello facendone dei puri consumatori senza cervello.

Un ottimo vademecum può essere, nello zaino di quest’anno, “ConsumaTTori. Per un nuovo stile di vita”, di Francesco Gesualdi (La Scuola, Brescia, 2009) che, intervistato da Vittorio Sammarco, chiacchiera amabilmente – convincendo e facendosi capire – di consumo critico, commercio equo e solidale, car sharing (cioè la sana ma poco praticata abitudine di usare collettivamente un’automobile, per esempio in condominio), riciclaggio, riuso, biologico, multinazionali, Sud del mondo, gruppi di acquisto, sobrietà, ma anche di intrecci fra affari e politica, di organismi come l’Organizzazione Mondiale del Commercio, di crisi di solitudine degli adolescenti. Il tutto, raccontato da chi non si limita a proporre ma vive in prima persona, dagli anni ’80, questo “nuovo modello di sviluppo” e così ha chiamato il suo Centro di ricerca, a Vecchiano, in provincia di Pisa, in cui – oltre a studiare – alcune famiglie si sono unite per condividere una vita comunitaria ispirata ai princìpi dell’ economia etica. E sono felici.

Un viaggio d’istruzione con tappa “interattiva” al CNMS di Vecchiano, dunque, potrebbe coronare la lettura del libro-intervista di Gesualdi, ma anche l’approfondimento della biografia dello stesso Francuccio, chiamato così da don Lorenzo Milani, di cui fu allievo a Barbiana e dal quale ereditò la mania dell’impegno per le cose giuste, per il riscatto dei poveri, per una società dai meccanismi più puliti. Oggi Barbiana non è più quattro case raccolte attorno ad una canonica di improbabile accesso: la Fondazione don Lorenzo Milani (www.donlorenzomilani.it), infatti, organizza ormai da qualche anno dei percorsi didattici e delle visite guidate per adulti, scuole, gruppi, e favorisce così la conoscenza dei luoghi milaniani, del metodo didattico del priore (moderno e in grado di insegnare ad insegnare ancora oggi), del suo pensiero. Con una sapiente lettura antologica dei passi più significativi di Lettera ad una professoressa (e con un’introduzione efficace ai fermenti dell’Italia alla vigilia del ’68, fatta in maniera più approfondita o meno, a seconda dell’età degli studenti coinvolti), una visita a Barbiana sarà quanto di più azzeccato ed insolito per un adolescente tutto Coca-Cola e Ipod. Dunque Vecchiano (in provincia di Pisa), Barbiana (in quella di Firenze), e poi… una doppia opzione magari! Lucca per i più grandicelli, nella cui provincia sarebbe utile – per un’immersione nella Resistenza – puntare alla visita di Sant’Anna di Stazzema; e il Parco di Pinocchio a Collodi per i più piccini, purché Pinocchio sia letto e studiato non più con l’occhio del bambino (che pure vi trova un’infinità di spunti di riflessione) ma con quello vigile e più adulto di chi coglie, dietro ai personaggi più inverosimili o buffi, un severo ritratto dei vizi e delle virtù umane.

“Nuovi stili di Gita”? Perché no. A noi piace. Buon anno scolastico. ☺

gadelis@libero.it

 

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