Controlli e trasparenza o dimissioni per tutti | La Fonte TV
Le vicende giudiziarie che coinvolgono l’assessore regionale Massimiliano Scarabeo sono di straordinaria gravità. Le parole del Procuratore di Isernia, Paolo Albano, sono state lapidarie:
“Pur essendo stato investito dalla fiducia degli elettori, ha perseguito il proprio personale arricchimento invece che l’interesse pubblico [..] è grave, forse ancora più grave della corruzione, che un assessore regionale truffi la Regione”.
Se aggiungiamo all’accusa di truffa ai danni della Regione anche quella di aver frodato il fisco per somme ingenti, la presunzione di innocenza – che vale anche per Scarabeo – non risulta una valida attenuante né riesce a sedare il forte senso di delusione, rabbia e disgusto provocati da una tale mancanza di rispetto delle istituzioni e dei cittadini.
Sensazione resa ancor più insopportabile dalle immancabili e retoriche dichiarazioni di fiducia nell’operato della magistratura, che i vari esponenti politici si affrettano a rilasciare, celando il reale scopo della difesa del “palazzo” con una cortina di fumo.
Da parte nostra intendiamo rimarcare, forte e chiaro, che:
Massimiliano Scarabeo dovrebbe tenersi a debita distanza dalla giunta e dal consiglio regionale del Molise, fino a quando (e a patto che) i suoi problemi giudiziari non saranno completamente risolti;
il presidente Frattura e l’intera giunta regionale dovrebbero avviare una seria autocritica sull’insufficiente o omessa attività di controllo in materia di funzionamento della macchina regionale e valutare i soli due percorsi possibili: cambiare passo e direzione di marcia oppure accompagnare Scarabeo nel suo viaggio verso lidi lontani dalle istituzioni;
il PD e gli altri partiti che – in Molise come altrove – sono stravolti da scandali o al centro di accertati o presunti malaffari, che ne inficino la credibilità di fronte ai cittadini, dovrebbero per lo meno tentare una rivoluzione interna, ripartendo seriamente dalla questione morale. Non più procrastinabile.
Non sappiamo se troveremo ascolto, con questi convincimenti, negli interessati, ma sentiamo il dovere di non tacere.
Comunicato congiunto di:
Libertà e Giustizia
La Fonte
Le vicende giudiziarie che coinvolgono l’assessore regionale Massimiliano Scarabeo sono di straordinaria gravità. Le parole del Procuratore di Isernia, Paolo Albano, sono state lapidarie:
“Pur essendo stato investito dalla fiducia degli elettori, ha perseguito il proprio personale arricchimento invece che l’interesse pubblico [..] è grave, forse ancora più grave della corruzione, che un assessore regionale truffi la Regione”.
Se aggiungiamo all’accusa di truffa ai danni della Regione anche quella di aver frodato il fisco per somme ingenti, la presunzione di innocenza – che vale anche per Scarabeo – non risulta una valida attenuante né riesce a sedare il forte senso di delusione, rabbia e disgusto provocati da una tale mancanza di rispetto delle istituzioni e dei cittadini.
Sensazione resa ancor più insopportabile dalle immancabili e retoriche dichiarazioni di fiducia nell’operato della magistratura, che i vari esponenti politici si affrettano a rilasciare, celando il reale scopo della difesa del “palazzo” con una cortina di fumo.
Da parte nostra intendiamo rimarcare, forte e chiaro, che:
Massimiliano Scarabeo dovrebbe tenersi a debita distanza dalla giunta e dal consiglio regionale del Molise, fino a quando (e a patto che) i suoi problemi giudiziari non saranno completamente risolti;
il presidente Frattura e l’intera giunta regionale dovrebbero avviare una seria autocritica sull’insufficiente o omessa attività di controllo in materia di funzionamento della macchina regionale e valutare i soli due percorsi possibili: cambiare passo e direzione di marcia oppure accompagnare Scarabeo nel suo viaggio verso lidi lontani dalle istituzioni;
il PD e gli altri partiti che – in Molise come altrove – sono stravolti da scandali o al centro di accertati o presunti malaffari, che ne inficino la credibilità di fronte ai cittadini, dovrebbero per lo meno tentare una rivoluzione interna, ripartendo seriamente dalla questione morale. Non più procrastinabile.
Non sappiamo se troveremo ascolto, con questi convincimenti, negli interessati, ma sentiamo il dovere di non tacere.
Le vicende giudiziarie che coinvolgono l’assessore regionale Massimiliano Scarabeo sono di straordinaria gravità. Le parole del Procuratore di Isernia, Paolo Albano, sono state lapidarie:
“Pur essendo stato investito dalla fiducia degli elettori, ha perseguito il proprio personale arricchimento invece che l’interesse pubblico [..] è grave, forse ancora più grave della corruzione, che un assessore regionale truffi la Regione”.
Se aggiungiamo all’accusa di truffa ai danni della Regione anche quella di aver frodato il fisco per somme ingenti, la presunzione di innocenza – che vale anche per Scarabeo – non risulta una valida attenuante né riesce a sedare il forte senso di delusione, rabbia e disgusto provocati da una tale mancanza di rispetto delle istituzioni e dei cittadini.
Sensazione resa ancor più insopportabile dalle immancabili e retoriche dichiarazioni di fiducia nell’operato della magistratura, che i vari esponenti politici si affrettano a rilasciare, celando il reale scopo della difesa del “palazzo” con una cortina di fumo.
Da parte nostra intendiamo rimarcare, forte e chiaro, che:
Massimiliano Scarabeo dovrebbe tenersi a debita distanza dalla giunta e dal consiglio regionale del Molise, fino a quando (e a patto che) i suoi problemi giudiziari non saranno completamente risolti;
il presidente Frattura e l’intera giunta regionale dovrebbero avviare una seria autocritica sull’insufficiente o omessa attività di controllo in materia di funzionamento della macchina regionale e valutare i soli due percorsi possibili: cambiare passo e direzione di marcia oppure accompagnare Scarabeo nel suo viaggio verso lidi lontani dalle istituzioni;
il PD e gli altri partiti che – in Molise come altrove – sono stravolti da scandali o al centro di accertati o presunti malaffari, che ne inficino la credibilità di fronte ai cittadini, dovrebbero per lo meno tentare una rivoluzione interna, ripartendo seriamente dalla questione morale. Non più procrastinabile.
Non sappiamo se troveremo ascolto, con questi convincimenti, negli interessati, ma sentiamo il dovere di non tacere.
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