Cooperazione
3 Giugno 2015 Share

Cooperazione

Si è tenuta, nei giorni scorsi, una conferenza sulle attività di cooperazione tra le autorità territoriali nazionali ed europee dell’area adriatico-ionica. La sede dell’evento è stata Scutari, città di un Paese con molti problemi, ma che negli ultimi venti anni ha fatto passi importanti sulla via della crescita economico-sociale e dell’integrazione europea. Senza voler riportare nel dettaglio il contenuto di un dibattito rivelatosi assai interessante ed attuale, sembra utile sottolineare il fatto che il messaggio lanciato da Scutari debba richiamare anche la nostra attenzione.

I presidenti delle regioni albanesi si sono incontrati per riflettere sulla possibilità di svolgere, tutti insieme, un ruolo attivo nelle politiche che l’Unione Europea ha messo in campo per rafforzare la coesione territoriale nell’area adriatico-ionica. Al centro del dibattito è stata posta la Strategia adriatico-ionica (EUSAIR) adottata dalla Commissione Europea nel 2014. È stato condiviso, ovviamente, lo scopo della Strategia, che è quello di supportare la cooperazione tra quattro paesi membri (Italia, Grecia, Croazia e Slovenia) e quattro paesi che desiderano integrarsi nell’Unione Europea (Serbia, Albania, Montenegro e Bosnia-Erzegovina).

L’obiettivo generale di EUSAIR è quello di promuovere il benessere economico e sociale della regione adriatico-ionica attraverso la crescita e la creazione di posti di lavoro, migliorando la sua attrattività, competitività e connettività, preservandone, al contempo, l’ambiente e garantendo l’equilibrio degli ecosistemi marini e costieri. Di notevole interesse sono i quattro pilastri individuati dalla Strategia:

1. promuovere una crescita economica sostenibile, creando posti di lavoro e opportunità di business nei settori della blue economy;

2. connettere la macroregione e ridurre le distanze tra le comunità insulari e rurali attraverso il miglioramento della governance dei corridoi interni e marittimi (anche attraverso l’interoperabilità di tutte le modalità di trasporto) e delle reti energetiche, nonché sviluppando modalità di trasporto e di fornitura di energia favorevoli all’ambiente;

3. preservare e migliorare la qualità ambientale degli ecosistemi regionali, tutelare la loro biodiversità, proteggere la salute umana, fare un utilizzo prudente e razionale delle risorse naturali, assicurare l’integrazione delle preoccupazioni ambientali nella strategia;

4. aumentare l’attrattività turistica della regione supportando lo sviluppo sostenibile del turismo costiero, marittimo e dell’entroterra. Tutelare e promuovere il patrimonio culturale attraverso, tra l’altro, il miglioramento della qualità dei servizi turistici e la promozione di un marchio comune regionale, riducendo nel contempo la stagionalità della domanda e limitando la sua impronta ambientale.

Vengono, inoltre, riconosciute due priorità trasversali a ciascuno dei 4 pilastri: – ricerca, innovazione, sviluppo delle PMI e capacity building.

Le finalità generali e gli obiettivi specifici di EUSAIR sono state pienamente condivise dai presidenti delle regioni albanesi, anche perché sono il frutto di un lungo processo di elaborazione che, nel corso dell’ultimo ventennio, ha visto la partecipazione attiva dei diversi attori istituzionali all’interno di Adriamed, dell’Euroregione adriatica e dell’Iniziativa adriatico-ionica.

In questo contesto, non ci sarebbe stato neppure bisogno di stipulare uno specifico accordo tra rappresentanti istituzionali periferici. La ragione che ha spinto le autorità territoriali albanesi a formulare e a sottoscrivere l’intesa di Scutari nasce però da una legittima preoccupazione. L’architettura della governance di EUSAIR, infatti, prevede un Governing Board in cui i funzionari ministeriali degli otto paesi interessati e quelli della Commissione europea la fanno da padrone, mentre i rappresentanti delle istituzioni territoriali vengono marginalizzati, se non esclusi. In realtà la definizione dei criteri e di identificazione delle azioni e dei progetti da realizzare, con particolare attenzione ai collegamenti trasversali e all’individuazione delle principali opportunità di finanziamento, dovrebbe essere affidata ad una multilevel governance. È assurdo, infatti, che siano dei funzionari centrali a fare scelte che riguardano per lo più materie di competenza locale e regionale. A Scutari i presidenti delle regioni albanesi hanno detto che non sono d’accordo. Spero che anche i presidenti delle regioni italiane facciano sentire la loro voce, magari attraverso l’Euroregione adriatico-ionica presieduta da Paolo Frattura, il quale, opportunamente, era presente a Scutari.

Resta sullo sfondo, ma l’evento di Scutari la riporta in primo piano, una domanda che interroga le nostre coscienze di italiani e di molisani in particolare. Siamo ancora interessati a costruire, insieme agli altri, un futuro migliore per l’intera area adriatico-ionica o abbiamo delegato tutto ai burocrati centrali?☺