corruzione e nuovo inizio  di Loredana Alberti
2 Febbraio 2013 Share

corruzione e nuovo inizio di Loredana Alberti

 

Cor-rompere indica rompere il cuore. Inizia così lo spot video a cura di Libera, Legambiente e Avviso Pubblico.

L’immagine, le parole mi hanno emozionato: ho letto la proposta, ho firmato e adesso ve ne vorrei parlare. Anni fa, per un comizio scrissi che per fare politica ci voleva “l’etica della passione” e intendevo proprio la cura dell’altro senza alcun infingimento, compromesso o corruzione.

“L’Italia versa in uno stato di coma etico”. Sono queste le parole di Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, nel presentare i dati raccolti dall’indagine sulla corruzione nel nostro paese, condotta della stessa Libera, da Legambiente e da Avviso Pubblico. Il 12% degli italiani nell’ultimo anno si è visto chiedere una tangente. Sotto il profilo del Prodotto Interno Lordo, la corruzione in Italia pesa per ben 10 miliardi all’anno.

Il dossier delle tre associazioni si intitola “Corruzione, le cifre della tassa occulta che impoverisce ed inquina il paese”. Il costo diretto della corruzione, infatti, sotto forma di onere sul bilancio nazionale, varia dai 50 ai 60 miliardi di euro annui; una cifra che fa impoverire l’Italia. Non solo: un “cancro” delle nostre amministrazioni è caratterizzato dalla corruzione ambientale, che riguarda il ciclo dei rifiuti, l’abusivismo edilizio e i traffici di sostanze nocive. Volendo ragionare sui danni che reca la corruzione nelle nostre tasche, possiamo dire così: la perdita economica causata da questa piaga incide del 6% in termini di produttività e porta ad un impoverimento annuo per ogni cittadino di circa 170 euro. Don Ciotti parla di coma etico, perché la corruzione porta la nostra società ad una deriva politico-morale talmente grande che si trasforma in una vera e propria bomba diseducativa per i cittadini, che da un lato rischiano di impoverirsi economicamente e dall’altro si impoveriscono nei valori etici. Inoltre la corruzione reca un aumento della sfiducia dei cittadini verso la le istituzioni e la politica che li governano

 “Servono scelte chiare e nette, scelte categoriche – ha ammonito Don Ciotti durante la presentazione dei dati sulla corruzione – non sono possibili mediazioni nella lotta contro la corruzione, che tiene in ostaggio la democrazia e si affianca all’emergenza etica”.

Purtroppo l’Italia rimane ancora in balìa di una subcultura che crea un archetipo mentale secondo cui chi corrompe e chi si fa corrompere è un furbo, che può anche indurre sensazioni negative nell’opinione pubblica, ma rimane un soggetto che, in fondo in fondo, attira benevolenza e perfino un po’ d’invidia.

Sono cinque i punti indicati e inviati ad ogni segretario di partito:

1. Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione iniziato con la riforma del novembre 2012. Concretamente, chiedere sia modificata la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”.

 2. Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti.

3. Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato.

4. Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale.

5. Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari.

La sottoscrizione di questi impegni vincolerà il candidato firmatario sottoponendolo al controllo della pubblica opinione, perché la lotta alla corruzione non sia soltanto una mera affermazione di principi da declinare come un mantra in campagna elettorale.

 “La vera memoria è impegnarci di più tutti. Vogliamo non solo sentire le parole, ma vederle tradotte. Il cambiamento ha bisogno oggi più che mai di ciascuno di noi. La democrazia ci offre due doni, la dignità umana e la giustizia, ma la democrazia non starà mai in piedi senza l’impegno e responsabilità. Noi chiediamo a Stato e Istituzioni di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, ma anche a ciascuno di noi di essere coerenti. Sono una merda i mafiosi, sono nessuno, lo diceva Peppino Impastato, ma il vero problema è la zona grigia, perché la forza della mafia sta nelle alleanze”. “Forza amici – ha proseguito – non è possibile che da 150 anni parliamo di mafia, ne parlano tutti, ma poi a impegnarsi non sono tutti. Il problema è la zona grigia, sono le facce da angelo, coloro che fanno dei bei discorsi, poi dall’altra parte i loro interessi non sono a servizio del bene comune. E la zona grigia è costituita dalla politica, dal mondo dei professionisti e degli imprenditori. Le zone grigie ci sono anche nella Chiesa. Ci sono anche delle persone meravigliose ma ci vuole più radicalità, più fermezza, i mafiosi sono fuori dalla comunione con la Chiesa ma lo sono anche le facce d'angelo, la zona grigia, i loro complici”.

A questi punti di don Ciotti aggiungerei, a buon diritto, almeno due o te punti del programma di Amnesty International – Italia:

1. Fermare il femminicidio e la violenza contro le donne.

2. Garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura.

3. Combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate). Sarebbe già un buon inizio, vi pare?☺

 ninive@aliceposta.it

 

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