
Cos’è quella striscia davanti agli occhi…
Cos’è quella striscia dall’alto che ondeggia
come grano maturo tra seni di terra
e serpeggia bramando una meta
come corrente in cerca del delta…
Dall’alto la vedi dalla torre d’avorio
intravedi il fluire incerto di questo fiume di pietra
il colore della rabbia, della porpora
della seta stropicciata, della melma.
Cos’è quell’amèba sulle lenti di vetro…
È forse ciglio, appiccicato per ostruire la vista?
Siamo pronti, pilota, all’atterraggio, all’abbordaggio
alla tregua, al coraggio che non arriva mai?
Cos’è questo tratturo di greggi scure, transumanti
questa siepe d’uomini e donne ostaggio
e vecchi e bambini e cani ansimanti nella resa
raccolti nel drappeggio-sudario
e aguzzini e spavento a corredo di sposa…
Cos’è questa gabbia in esodo
che ripugnante muove tra manipoli in armi
pronti all’insulto, a scoccare la freccia
la lancia sulla prima lepre alla macchia
all’estremo sussulto di libertà…
Cos’è questa siepe di rovi, interminabile
questa rosa imbrigliata nel filo d’acciaio
incastonata tra rami di ferro spinato.
Dall’alto solo il sibilo, il fruscio distorto
delle eliche di vento sulle teste, sui cuori fermi
dall’alto dei cirri anch’essi avviluppati.
Dall’alto tutto è verde, è sabbia, è ombra
è ovatta, è cobalto, è lacrime di coccodrillo
maledettamente dall’alto, dagli scranni dorati…
Cos’è questo sciame d’api fastidioso
ingombrante, questo urlare d’ugole
gracidare di rane nello stagno, assordante
questo squamare di pelli abrase dal sole…
Quella striscia è forse Mondo, sangue vivo
carne d’uomo in cerca d’altro mondo?
Cos’è quella striscia davanti agli occhi
ai tanti occhi velati d’oblio…