Costruiamo il futuro
18 Giugno 2020
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Costruiamo il futuro

Siamo una piccola rivista in una microscopica provincia, ignota ai più finanche nella collocazione geografica, ma questo non ci impedisce di sognare in grande e di aggregare persone meravigliose che con competenza e passione scelgono di camminare con noi aiutandoci ad individuare il sempre incerto futuro.
Ci siamo ritrovati più volte a fare i conti con la durezza della vita che si accanisce spesso proprio nei confronti dei migliori. Sgomenti, abbiamo dovuto costatare più volte in questi anni dei vuoti incolmabili nelle nostre file. La lista si allunga inesorabilmente con la prematura scomparsa di Marianna Salemme, tra le ispiratrici della rivista fin da quando, con l’entusiasmo giovanile, che non le è mai venuto meno, nei nostri incontri amichevoli, memore delle “bravate” realizzate con Rosso di Sera, insisteva sulla necessità di tornare sulle barricate per dar fuoco a un ignavo Molise. Nelle nostre lotte l’abbiamo sempre sentita vicino, attenta e partecipe, anche se ultimamente i suoi scritti si erano diradati.
Vorrei far nostro, senza timore di dissacrazione, un pensiero dell’eretico Tertulliano – “Il sangue dei martiri è seme” – per riaffermare con vigore che le vite e i sogni di quanti hanno camminato con noi non appartengono al passato ma anzi ci spingono a proseguire con coraggio ed entusiasmo nella realizzazione dei nostri ambiziosi obiettivi.
Oggi scommettiamo sul futuro dell’ ospedale di Larino perché diventi un centro per le malattie infettive, non solo per il Molise, e punto di irradiazione di un nuovo tipo di sanità. Lottare per la sanità pubblica ed efficiente, per il superamento della pandemia è lottare contemporaneamente perché col pretesto della crisi non si cancellino posti di lavoro, non si muoia per il lavoro, non si coarti la libertà con un crescente stato di polizia, spesso arbitro insindacabile, perché in nessuna parte del mondo si muoia per fame, per mancanza di acqua potabile e di cure mediche, per il clima avvelenato dalle chimiche, per l’impossibilità di spostarsi liberamente. Se camminiamo guardandoci l’ombelico non andiamo da nessuna parte. Ogni nave che solca il mare lascia una scia che ben presto viene riassorbita, tanto che poi non ne resta traccia: non sia così per il virus che sta affliggendo i nostri continenti. Una umanità solidale è possibile realizzarla ed è alla nostra portata. Lo chiedono anche coloro che per questo hanno messo in gioco la loro vita.
Il futuro o è per tutti o finirà per non esserlo per nessuno!☺

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