Crescita sostenibile
29 Marzo 2014 Share

Crescita sostenibile

È stato, di recente, presentato a Roma “Extrascape”, un concorso internazionale dedicato ai produttori di olio extra vergine d’oliva. L’iniziativa, promossa dal giovane imprenditore di San Martino in Pensilis Francesco Travaglini, mira ad individuare il miglior olio extravergine collegandone le proprietà organolettiche alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del luogo in cui viene prodotto. “Abbiamo inglobato – ha dichiarato Travaglini a Primonumero – le tre caratteristiche principali per decretare un prodotto di qualità: la terra, il prodotto e il produttore. Tre elementi legati tra loro in maniera indissolubile”. L’importanza del concorso è stata sottolineata dall’Università La Sapienza di Roma che lo ha scelto come modello di agricoltura consapevole da presentare all’Expo 2015 di Milano.

Vale la pena partire da una esperienza concreta, alla quale auguriamo grande successo, per tornare a riflettere sulla necessità di promuovere attività imprenditoriali legate al territorio, alla sua cultura e al suo paesaggio.  Com’è noto,  abbiamo lavorato a lungo, all’interno di Libertà e Giustizia e insieme ad altre associazioni, a un’idea progettuale finalizzata ad uno sviluppo territoriale “pulito” sul quale plasmare il profilo stesso di un nuovo Molise.

La possibilità di realizzare una esperienza di Clean Economy, legata all’agroalimentare, al paesaggio e ai beni culturali della nostra regione, dipende da molti fattori. In primo luogo dall’esistenza di imprenditori pronti a collaborare, all’interno di un Contratto di Sviluppo, per la produzione e la commercializzazione di prodotti che abbiano le caratteristiche sottolineate da Travaglini, ma anche e sopratutto dalla condivisione di una vasta e concreta propensione dei molisani a sentirsi attori protagonisti di questo impegnativo progetto.

Molto importante è, ovviamente, il ruolo delle istituzioni locali, regionali, nazionali ed europee e bisogna riconoscere che l’iniziativa presa di recente dal presidente della Regione Molise mette il progetto sui binari giusti. Il presidente ha inviato una lettera alle associazioni di categoria per invitare gli imprenditori a manifestare il proprio interesse a partecipare al Contratto di Sviluppo denominato Clean Economy Molise. Nella lettera viene sottolineato “l’intendimento di puntare sull’agricoltura e sulle produzioni agroalimentari di qualità, in modo da renderle finalmente competitive  e occasione di ricchezza per l’intero territorio”.

Lo strumento individuato è il Contratto di Sviluppo disciplinato dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 24 settembre 2010, mentre i comparti del settore agroalimentare ai quali sarà data un’attenzione particolare, ma non esclusiva, saranno il viti-vinicolo, il lattiero-caseario, il cerealicolo, l’olivicolo e l’ortofrutticolo. La Regione Molise, si legge nella lettera, “rimane comunque aperta a valutare iniziative nel settore dell’industria, del turismo e del commercio che presentino una elevata coerenza con le specializzazioni e le culture locali”. Nel giro di qualche settimana sapremo quali imprese saranno disponibili a mettere  in campo un progetto di Clean Economy destinato ad aprire una nuova prospettiva di sviluppo ed occupazione  per il Molise. Il prossimo passo toccherà ancora alla Regione Molise, che dovrà chiedere alle imprese di organizzarsi, scegliendo al loro interno un capofila, e di preparare un progetto tecnico e finanziario che preveda l’attivazione di processi produttivi orientati ad  una logica di filiera.

La specificità del progetto in questione richiederà un grande sforzo di partecipazione dei cittadini alla discussione sulle ricadute economiche ed occupazionali ma anche culturali ed ambientali dell’iniziativa. Per altro verso, la creazione di filiere produttive, che vadano dalle diverse attività  agricole  di base  ad una comune piattaforma logistica e commerciale, confligge con alcune disposizioni vigenti. L’attuale configurazione del Contratto di Sviluppo presenta, infatti, alcune rilevanti criticità. La principale riguarda l’esclusione dagli aiuti per il settore agricolo primario che, invece, era ammesso nei Contratti di Programma dal 1998 fino al 2006.

Per superare queste criticità è urgente avanzare precise richieste di adeguamento normativo e se le istituzione regionali, supportate da un ruolo attivo della cittadinanza, faranno fino in  fondo la loro parte, l’obiettivo sarà raggiunto. Ma sarà necessario fare di più. Bisognerà combattere per ottenere il cofinanziamento di un contratto di sviluppo complesso, finalizzato a mettere sui mercati, a partire da quello locale, prodotti di qualità che siano il frutto di una precisa scelta corale e democratica in favore di una economia pulita e siano rigorosamente certificati attraverso le procedure di legge. Occorrerà convincere il Ministero delle Politiche Agricole, il Ministero dello Sviluppo Economico e la Commissione Europea ad attivarsi per ammettere le imprese agricole ai benefici del Contratto di Sviluppo.

Siamo di fronte ad una delle rare occasioni in cui il Molise non sembra volersi limitare a segnalare situazioni di crisi e a chiedere aiuto. Per farlo in modo convincente deve, però, dimostrare di avere le idee chiare e di saper attivare gli  strumenti giusti per ripartire.

Le istituzioni, gli imprenditori, i rappresentanti di categoria e le associazioni devono provare, per una volta, a convergere su un obiettivo strategico, fortemente innovativo e del tutto in linea con gli obiettivi di EUROPA 2020, la strategia dell’Unione Europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Essi devono accettare la sfida che la crisi sociale ed economica pone a questa regione ritrovandosi attorno ad un progetto da presentare al mondo, in occasione dell’Expo 2015, e da realizzare con serietà, competenza, puntualità ed efficacia. ☺

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