Anche i Sindaci del “cratere” scoprono, dopo cinque anni, che di soldi per la ricostruzione pesante non ve ne sono e insieme al sub-commissario si rivolgono al Prefetto di Campobasso perché si adoperi con il Governo Nazionale a definire un programma di interventi (tempi e risorse) per la ricostruzione e la ripresa di una vita dignitosa nelle zone colpite dal sisma. Noi, insieme ad alcuni cittadini di buna volontà, da quattro anni, inascoltati, rivolgiamo la stessa richiesta alle Istituzioni locali, regionali e nazionali. Inutile dire che oltre ad essere stati apostrofati come comunisti rompicoglioni e bugiardi, di risposte non ne abbiamo mai avute, con il brillante risultato che solo oggi, dopo cinque anni, i nostri interlocutori danno voce alle nostre preoccupazioni, denunciando addirittura probabili futuri problemi di ordine pubblico nei comuni interessati. Sono diventati anche loro comunisti?
Non ci è mai piaciuto sparare sulla croce rossa ma non possiamo tacere e quindi veniamo ai fatti: il sub-commissario e i sindaci, con il cappello in mano, si rivolgono al Governo per il tramite del Prefetto ma, con tutto il rispetto che nutriamo per il rappresentante del governo, che fine ha fatto il Commissario Iorio? È entrato in conflitto con il suo datore di lavoro? Non ha più la fiducia del Governo e neanche quella del suo vice? Non ha più interesse per la “vicenda terremoto” ora che sono finiti anche gli spiccioli e la gente ha saputo cos’è il “Modello Molise”?
Ci sono voluti cinque anni per mettere a nudo Iorio con le sue panzane ma il fatto era previsto e prevedibile. Il coordinatore del comitato per il terremoto, Giovanni Tozzi, anche lui noto sovversivo di sinistra, ha annualmente informato sia i cittadini che le istituzioni locali e nazionali sulla reale situazione finanziaria della gestione commissariale, senza essere mai smentito né da Iorio né dai Sindaci i quali, in questi anni, invece di protestare energicamente per la inadeguatezza del Governo ad affrontare il problema della ricostruzione e del rilancio dell’economia nelle zone terremotate, si sono alacremente impegnati a fare il gioco dello specchio per mostrare a tutti chi è il più bello del reame. Al concorso di bellezza, vinto senza strascichi dal Sindaco di Casacalenda, la giuria, bipartisan, composta dai Big della politica molisana e romagnola, è in attesa di incoronare il secondo, il terzo e il quarto concorrente, tutti scelti rigorosamente con il manuale Cancelli. Qualcuno potrebbe essere indotto a pensare che i politici molisani si stiano dividendo i poveri resti di questa regione: non è così, la verità è ancora peggiore.
Perché il sub-commissario si rivolge al Governo per il tramite del Prefetto e non al Commissario Iorio che viene anche retribuito per svolgere queste funzioni? Perché il Presidente Iorio ha perso la voce? Non si sarà mica convinto della bontà del Governo Prodi o teme invece che l’attuale Presidente del Consiglio gli dica di risolvere i suoi problemi finanziari con i fondi sbandierati in campagna elettorale dal suo amico Berlusconi? Forse c’è un’altra verità, ancora più inquietante: esiste ancora la Regione Molise?
Per spiegare questo arcano bisogna pronunciare la parola sanità che nell’immaginario collettivo dei molisani viene percepita come privilegio. Basta guardare al mondo di Iorio nell’ospedale Veneziale di Isernia; all’inchiesta Black hole in quello di Termoli; per Campobasso il discorso è più complesso, ce ne occuperemo quando tratteremo del perché una piccola cittadina ha bisogno di due ospedali, di qualche clinica e della moltiplicazione dei primariati. Il bilancio regionale, che è costituito per l’80/% dalla spesa sanitaria, dopo la cura Iorio, ha registrato un disavanzo di circa 400 milioni di euro, per ripianare il quale, è dovuto intervenire il parlamento con una legge da poco approvata con il voto di fiducia e fortemente avversata dalla casa delle libertà: eh già, perché la destra prima li fa i debiti e poi si scandalizza se gli arriva il conto. Il Governo, in cambio, ha giustamente preteso che ogni spesa in materia sanitaria fosse, per il futuro, sottoposta al controllo del Ministero dell’Economia e non si è accontentata solo di questo perché, oltre alla restituzione in rate di sei milioni di euro all’anno, si è offerto di rifarci anche il piano sanitario regionale, con buona pace dell’assessore Di Giacomo, strenuo difensore dell’autonomia regionale, il quale, in modo inatteso, ci ha spiegato quanto è brava il ministro Turco.
Qualcuno potrebbe chiedersi: cosa ci azzecca la sanità col terremoto? Ve lo immaginate Iorio, così debole, battere i pugni sul tavolo di Prodi per rivendicare i diritti dei Molisani terremotati? Dovrebbe innanzitutto spiegargli di quali terremotati si tratta, se di quelli del cratere o di quelli del mezzogiorno. Da sei anni a questa parte la nostra Regione vive la stagione politica più buia della sua storia non solo per la inconsistenza della sua classe dirigente o per le irresponsabili scelte del Governatore, ma e soprattutto per il suo essere stato ostaggio di chi lo ha imposto alla destra molisana prima e di chi oggi lo ha incaprettato a causa del fallimento della sua azione politico-amministrativa. Forse questa regione in realtà non esiste più, in quanto è venuta meno la sua ragione sociale, il senso per il quale è stata istituita, l’autonomia. Questo il motivo per cui i Sindaci dei comuni terremotati non si rivolgono al suo Presidente. È giunto il momento, per un Governo riformista, di riconsegnare l’autonomia territoriale ai Sindaci che in questi anni, da soli, abbandonati dalle Istituzioni e dalla politica, hanno avuto l’unico torto di credere nel modello Molise. ☺
Anche i Sindaci del “cratere” scoprono, dopo cinque anni, che di soldi per la ricostruzione pesante non ve ne sono e insieme al sub-commissario si rivolgono al Prefetto di Campobasso perché si adoperi con il Governo Nazionale a definire un programma di interventi (tempi e risorse) per la ricostruzione e la ripresa di una vita dignitosa nelle zone colpite dal sisma. Noi, insieme ad alcuni cittadini di buna volontà, da quattro anni, inascoltati, rivolgiamo la stessa richiesta alle Istituzioni locali, regionali e nazionali. Inutile dire che oltre ad essere stati apostrofati come comunisti rompicoglioni e bugiardi, di risposte non ne abbiamo mai avute, con il brillante risultato che solo oggi, dopo cinque anni, i nostri interlocutori danno voce alle nostre preoccupazioni, denunciando addirittura probabili futuri problemi di ordine pubblico nei comuni interessati. Sono diventati anche loro comunisti?
Non ci è mai piaciuto sparare sulla croce rossa ma non possiamo tacere e quindi veniamo ai fatti: il sub-commissario e i sindaci, con il cappello in mano, si rivolgono al Governo per il tramite del Prefetto ma, con tutto il rispetto che nutriamo per il rappresentante del governo, che fine ha fatto il Commissario Iorio? È entrato in conflitto con il suo datore di lavoro? Non ha più la fiducia del Governo e neanche quella del suo vice? Non ha più interesse per la “vicenda terremoto” ora che sono finiti anche gli spiccioli e la gente ha saputo cos’è il “Modello Molise”?
Ci sono voluti cinque anni per mettere a nudo Iorio con le sue panzane ma il fatto era previsto e prevedibile. Il coordinatore del comitato per il terremoto, Giovanni Tozzi, anche lui noto sovversivo di sinistra, ha annualmente informato sia i cittadini che le istituzioni locali e nazionali sulla reale situazione finanziaria della gestione commissariale, senza essere mai smentito né da Iorio né dai Sindaci i quali, in questi anni, invece di protestare energicamente per la inadeguatezza del Governo ad affrontare il problema della ricostruzione e del rilancio dell’economia nelle zone terremotate, si sono alacremente impegnati a fare il gioco dello specchio per mostrare a tutti chi è il più bello del reame. Al concorso di bellezza, vinto senza strascichi dal Sindaco di Casacalenda, la giuria, bipartisan, composta dai Big della politica molisana e romagnola, è in attesa di incoronare il secondo, il terzo e il quarto concorrente, tutti scelti rigorosamente con il manuale Cancelli. Qualcuno potrebbe essere indotto a pensare che i politici molisani si stiano dividendo i poveri resti di questa regione: non è così, la verità è ancora peggiore.
Perché il sub-commissario si rivolge al Governo per il tramite del Prefetto e non al Commissario Iorio che viene anche retribuito per svolgere queste funzioni? Perché il Presidente Iorio ha perso la voce? Non si sarà mica convinto della bontà del Governo Prodi o teme invece che l’attuale Presidente del Consiglio gli dica di risolvere i suoi problemi finanziari con i fondi sbandierati in campagna elettorale dal suo amico Berlusconi? Forse c’è un’altra verità, ancora più inquietante: esiste ancora la Regione Molise?
Per spiegare questo arcano bisogna pronunciare la parola sanità che nell’immaginario collettivo dei molisani viene percepita come privilegio. Basta guardare al mondo di Iorio nell’ospedale Veneziale di Isernia; all’inchiesta Black hole in quello di Termoli; per Campobasso il discorso è più complesso, ce ne occuperemo quando tratteremo del perché una piccola cittadina ha bisogno di due ospedali, di qualche clinica e della moltiplicazione dei primariati. Il bilancio regionale, che è costituito per l’80/% dalla spesa sanitaria, dopo la cura Iorio, ha registrato un disavanzo di circa 400 milioni di euro, per ripianare il quale, è dovuto intervenire il parlamento con una legge da poco approvata con il voto di fiducia e fortemente avversata dalla casa delle libertà: eh già, perché la destra prima li fa i debiti e poi si scandalizza se gli arriva il conto. Il Governo, in cambio, ha giustamente preteso che ogni spesa in materia sanitaria fosse, per il futuro, sottoposta al controllo del Ministero dell’Economia e non si è accontentata solo di questo perché, oltre alla restituzione in rate di sei milioni di euro all’anno, si è offerto di rifarci anche il piano sanitario regionale, con buona pace dell’assessore Di Giacomo, strenuo difensore dell’autonomia regionale, il quale, in modo inatteso, ci ha spiegato quanto è brava il ministro Turco.
Qualcuno potrebbe chiedersi: cosa ci azzecca la sanità col terremoto? Ve lo immaginate Iorio, così debole, battere i pugni sul tavolo di Prodi per rivendicare i diritti dei Molisani terremotati? Dovrebbe innanzitutto spiegargli di quali terremotati si tratta, se di quelli del cratere o di quelli del mezzogiorno. Da sei anni a questa parte la nostra Regione vive la stagione politica più buia della sua storia non solo per la inconsistenza della sua classe dirigente o per le irresponsabili scelte del Governatore, ma e soprattutto per il suo essere stato ostaggio di chi lo ha imposto alla destra molisana prima e di chi oggi lo ha incaprettato a causa del fallimento della sua azione politico-amministrativa. Forse questa regione in realtà non esiste più, in quanto è venuta meno la sua ragione sociale, il senso per il quale è stata istituita, l’autonomia. Questo il motivo per cui i Sindaci dei comuni terremotati non si rivolgono al suo Presidente. È giunto il momento, per un Governo riformista, di riconsegnare l’autonomia territoriale ai Sindaci che in questi anni, da soli, abbandonati dalle Istituzioni e dalla politica, hanno avuto l’unico torto di credere nel modello Molise. ☺
Anche i Sindaci del “cratere” scoprono, dopo cinque anni, che di soldi per la ricostruzione pesante non ve ne sono e insieme al sub-commissario si rivolgono al Prefetto di Campobasso perché si adoperi con il Governo Nazionale a definire un programma di interventi (tempi e risorse) per la ricostruzione e la ripresa di una vita dignitosa nelle zone colpite dal sisma. Noi, insieme ad alcuni cittadini di buna volontà, da quattro anni, inascoltati, rivolgiamo la stessa richiesta alle Istituzioni locali, regionali e nazionali. Inutile dire che oltre ad essere stati apostrofati come comunisti rompicoglioni e bugiardi, di risposte non ne abbiamo mai avute, con il brillante risultato che solo oggi, dopo cinque anni, i nostri interlocutori danno voce alle nostre preoccupazioni, denunciando addirittura probabili futuri problemi di ordine pubblico nei comuni interessati. Sono diventati anche loro comunisti?
Non ci è mai piaciuto sparare sulla croce rossa ma non possiamo tacere e quindi veniamo ai fatti: il sub-commissario e i sindaci, con il cappello in mano, si rivolgono al Governo per il tramite del Prefetto ma, con tutto il rispetto che nutriamo per il rappresentante del governo, che fine ha fatto il Commissario Iorio? È entrato in conflitto con il suo datore di lavoro? Non ha più la fiducia del Governo e neanche quella del suo vice? Non ha più interesse per la “vicenda terremoto” ora che sono finiti anche gli spiccioli e la gente ha saputo cos’è il “Modello Molise”?
Ci sono voluti cinque anni per mettere a nudo Iorio con le sue panzane ma il fatto era previsto e prevedibile. Il coordinatore del comitato per il terremoto, Giovanni Tozzi, anche lui noto sovversivo di sinistra, ha annualmente informato sia i cittadini che le istituzioni locali e nazionali sulla reale situazione finanziaria della gestione commissariale, senza essere mai smentito né da Iorio né dai Sindaci i quali, in questi anni, invece di protestare energicamente per la inadeguatezza del Governo ad affrontare il problema della ricostruzione e del rilancio dell’economia nelle zone terremotate, si sono alacremente impegnati a fare il gioco dello specchio per mostrare a tutti chi è il più bello del reame. Al concorso di bellezza, vinto senza strascichi dal Sindaco di Casacalenda, la giuria, bipartisan, composta dai Big della politica molisana e romagnola, è in attesa di incoronare il secondo, il terzo e il quarto concorrente, tutti scelti rigorosamente con il manuale Cancelli. Qualcuno potrebbe essere indotto a pensare che i politici molisani si stiano dividendo i poveri resti di questa regione: non è così, la verità è ancora peggiore.
Perché il sub-commissario si rivolge al Governo per il tramite del Prefetto e non al Commissario Iorio che viene anche retribuito per svolgere queste funzioni? Perché il Presidente Iorio ha perso la voce? Non si sarà mica convinto della bontà del Governo Prodi o teme invece che l’attuale Presidente del Consiglio gli dica di risolvere i suoi problemi finanziari con i fondi sbandierati in campagna elettorale dal suo amico Berlusconi? Forse c’è un’altra verità, ancora più inquietante: esiste ancora la Regione Molise?
Per spiegare questo arcano bisogna pronunciare la parola sanità che nell’immaginario collettivo dei molisani viene percepita come privilegio. Basta guardare al mondo di Iorio nell’ospedale Veneziale di Isernia; all’inchiesta Black hole in quello di Termoli; per Campobasso il discorso è più complesso, ce ne occuperemo quando tratteremo del perché una piccola cittadina ha bisogno di due ospedali, di qualche clinica e della moltiplicazione dei primariati. Il bilancio regionale, che è costituito per l’80/% dalla spesa sanitaria, dopo la cura Iorio, ha registrato un disavanzo di circa 400 milioni di euro, per ripianare il quale, è dovuto intervenire il parlamento con una legge da poco approvata con il voto di fiducia e fortemente avversata dalla casa delle libertà: eh già, perché la destra prima li fa i debiti e poi si scandalizza se gli arriva il conto. Il Governo, in cambio, ha giustamente preteso che ogni spesa in materia sanitaria fosse, per il futuro, sottoposta al controllo del Ministero dell’Economia e non si è accontentata solo di questo perché, oltre alla restituzione in rate di sei milioni di euro all’anno, si è offerto di rifarci anche il piano sanitario regionale, con buona pace dell’assessore Di Giacomo, strenuo difensore dell’autonomia regionale, il quale, in modo inatteso, ci ha spiegato quanto è brava il ministro Turco.
Qualcuno potrebbe chiedersi: cosa ci azzecca la sanità col terremoto? Ve lo immaginate Iorio, così debole, battere i pugni sul tavolo di Prodi per rivendicare i diritti dei Molisani terremotati? Dovrebbe innanzitutto spiegargli di quali terremotati si tratta, se di quelli del cratere o di quelli del mezzogiorno. Da sei anni a questa parte la nostra Regione vive la stagione politica più buia della sua storia non solo per la inconsistenza della sua classe dirigente o per le irresponsabili scelte del Governatore, ma e soprattutto per il suo essere stato ostaggio di chi lo ha imposto alla destra molisana prima e di chi oggi lo ha incaprettato a causa del fallimento della sua azione politico-amministrativa. Forse questa regione in realtà non esiste più, in quanto è venuta meno la sua ragione sociale, il senso per il quale è stata istituita, l’autonomia. Questo il motivo per cui i Sindaci dei comuni terremotati non si rivolgono al suo Presidente. È giunto il momento, per un Governo riformista, di riconsegnare l’autonomia territoriale ai Sindaci che in questi anni, da soli, abbandonati dalle Istituzioni e dalla politica, hanno avuto l’unico torto di credere nel modello Molise. ☺
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