
Davanti alla grotta
(insoliti punti di vista)
Sono un … pastore napoletano
in un presepe di San Gregorio Armeno.
Della vita di pastore, poco o affatto son contento:
sempre defilato, spesso disprezzato,
soltanto una comparsa in questa terra arsa.
Nei vicoli di san Gregorio,
a due passi dal pretorio,
vedo ormai pochi turisti, mescolati a camorristi.
Me ne sto zitto, silente
col mio vecchio flauto aulente,
aspettando che giungan da lontano
i re Magi su cammelli che van pian, piano piano.
Per un povero pastore come me, ci sarà altro destino
che non sia rabbrividire
sempre al freddo,
in queste notti senza fine che non cessan di stupire,
ci sarà più alto scopo che il diuturno pascolare
e continuamente errare
a cercare erba fresca,
sempre che poi ci riesca …
Ma, perbacco, mi domando,
ci può esser più alto fine che star fermo a custodire,
io da solo, pecorelle che all’ovile non vogliono rientrare?
Pecorelle tutte ferme in silente adorazione,
trepidanti, eppur gioiose?
Pecorelle che cercavano, esse pur, di dare un senso
al perenne pascolare, al monotono brucare.
Forse un senso l’han trovato,
se quest’umil presenziare
qui, davanti a questa grotta ove dorme il Bambinello
serve a ognuno. A che serve? A ben sperare,
e ogni spirto ridestare!