Di professione bugiardi
6 Ottobre 2015 Share

Di professione bugiardi

All’inizio di agosto, il sen. Di Giacomo, con una nota pubblicata dal giornale di casa, faceva notare ai suoi attuali alleati che il riconoscimento dell’area di crisi non poteva essere sbandierato come un successo per il solo fatto che sarebbero arrivati nuovi fondi aggiuntivi per lo sviluppo: dichiarazione al vetriolo, specie se rivolta ai propri alleati di governo. In verità il Di Giacomo pensiero, un volta tanto radicaleggiante, é corretto: non si può gioire del fatto di essere nella merda. Qualche giorno fa, il senatore Iorio, in ottima forma, dagli studi televisivi di TLT, con piglio da rivoluzionario consumato, informava i telespettatori, dati alla mano, che negli ultimi due anni la nostra regione è precipitata nel baratro economico, sociale e politico. Il dato fornito dal senatore è indubbiamente vero, la collocazione temporale un po’ meno, ma procediamo con ordine per comprendere le ragioni di queste esternazioni.

I due, entrambi medici, negli ultimi dieci anni non sono andati in giro per l’America latina a prestare assistenza sanitaria presso qualche lebbrosario, né sono stati a Cuba a studiare il manuale pratico del giovane rivoluzionario. Il primo è stato responsabile della sanità regionale quando la regione Molise aveva ancora un assessore alla sanità, il secondo, oggi consigliere regionale di opposizione, dal 2001 al 2012 è stato un po’ tutto: deputato al parlamento, senatore della repubblica e contemporaneamente presidente della Regione Molise, vice presidente della Conferenza Stato/Regioni, presidente dell’Euroregione adriatico-ionica. È stato il padre padrone di questo territorio per undici anni e oggi, con il candore di una verginella, ci viene a raccontare che per colpa di Frattura il Molise è in default. Se avesse detto che il suo successore non fa altro che copiarlo lo avremmo anche capito, ma indignarsi per ciò che ha prodotto la sua stessa azione di governo è troppo, ci saremmo accontentati delle scuse. Si è scandalizzato per come oggi viene gestita la sanità molisana, ma è noto a tutti che per undici anni è sfuggito alle sue responsabilità lasciandoci una montagna di debiti. Si è stupito per l’inversione di rotta operata dal centrosinistra, incoerente sulla vicenda autostrada, ma chi ha memoria ricorderà che fu lui per primo a invertire la rotta, non solo quella politica. È appena il caso di ricordare che appena eletto presidente decise di utilizzare i fondi già stanziati dal governo D’Alema e dalla stessa Regione in favore di una strada a quattro corsie, la Termoli/San Vittore, per realizzare strade e stradelle sollecitate da amici e compari.

Quando il centrosinistra gli consegnò le chiavi della regione i conti erano in ordine, la sanità non aveva bisogno di commissari e, per quanto riguarda i fondi strutturali, il Molise era in sostegno transitorio o phasing out per l’uscita dall’obiettivo uno. In buona sostanza i parametri economici ci collocavano tra le regioni del centro-nord. Dopo la cura Iorio/Di Giacomo abbiamo riagganciato il profondo sud ed oggi siamo prima della Sicilia e dopo la Campania. Dal 2001 al 2013 il Molise è cresciuto la metà della Grecia. Il 70% dei nuclei familiari molisani guadagnano in un anno meno di 12.000 euro, quello che i consiglieri regionali guadagnano in un mese. Secondo il rapporto SVIMEZ, un molisano su tre è a rischio povertà, mentre al nord il rapporto è 1 su 10. Il tasso di fecondità nella nostra regione è arrivato a 1,31 figli per donna, ben distanti dai 2,1 necessari a garantire la stabilità demografica e inferiore comunque all’1,43 del centro-nord. La disoccupazione é salita al 31% e i più colpiti sono le donne, due su tre, e i giovani, uno su tre laureati emigra verso il nord o all’estero: “Si inizia a credere che studiare non paghi più, alimentando così una spirale di impoverimento del capitale umano, determinata da emigrazione, lunga permanenza in uno stato di disoccupazione e scoraggiamento a investire nella formazione avanzata”, sottolinea la Svimez.

Questo è ciò che ci ha lasciato l’ex Governatore: la crisi che Frattura né può, né sa, né vuole affrontare. Per uscire dal tunnel c’è bisogno di un governo autorevole e forte, un progetto chiaro e credibile, una forte volontà per realizzarlo, qualità che mancano all’azione di governo del centrosinistra. Le incursioni televisive, rigorosamente senza contraddittorio, dell’ex presidente non ci fanno dimenticare i metodi e le terapie assistenziali praticate dallo stesso e dalla sua giunta; la scandalosa gestione dei fondi dell’art. 15, lo zuccherificio, la GAM e le tante altre aziende partecipate che hanno drenato ingenti quantità di risorse finanziarie, negando ai molisani la possibilità di realizzare progetti credibili, legati alle risorse del territorio e alla sua naturale vocazione, non ci consentono di riabilitare né Iorio né i suo amici di ventura. Non dimentichiamo neanche come l’ex governatore ha affrontato i problemi del post terremoto, né lo dimenticheranno in futuro i terremotati che aspettano ancora di rientrare nelle loro abitazioni, così come non ci facciamo abbindolare neanche dalle chiacchiere di Frattura che insieme al suo prode scudiero ci racconta che i lavori della ricostruzione termineranno entro il 2018, termine ultimo per completare la ricostruzione.

Esimio Presidente, vorremmo sottoporle un problema elementare, con una sola operazione per non imbarazzarla: problema: “Lei ha a disposizione 280 milioni di euro, ma può spenderne solo 27 per ogni anno. Quanti anni impiegherà per spenderli tutti? Si prega di risolvere il problema entro il 2018”! Delle persone che rimarranno fuori dalla ricostruzione gliene frega qualcosa?☺

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