Frecce grigie planano sul pelo dell’acqua poi si tuffano e inseguono la loro preda nel profondo del mare, riemergono e volano sfiorando l’acqua ad alta velocità. Centinaia di chilometri di mare vengono sorvolati per trovare il cibo, poi un ultimo volo, per accumulare pesci e crostacei nel gozzo, prima di tornare alle coste rocciose delle Isole Tremiti dove li attende il loro unico pulcino dell’anno che viene allevato per circa due mesi.
La Berta maggiore (Calonectris diomedea) è un uccello che appartiene alla famiglia dei Procellariidi, può raggiungere una lunghezza di 46 centimetri, un’apertura alare di 1 metro e 25 centimetri ed un peso massimo di circa 800 grammi. Le dimensioni sono quindi simili a quelle di un Gabbiano reale ma gli adulti, sia maschio che femmina, se ne distinguono per le parti superiori grigio-brune, testa compresa, e parti inferiori biancastre. Il loro particolare verso è simile ad un lamento (alcuni dicono somigli al pianto di un neonato, altri ad un miagolio) e ha ispirato uno dei racconti mitologici scritti da Ovidio ne “Le Metamorfosi” oltre al nome scientifico diomedea = “di Diomede”. La leggenda narra che i compagni di Diomede (uno dei più notevoli guerrieri greci contro Troia) stanchi della persecuzione della dea Venere nei loro confronti e nei confronti di Diomede (che ferì la mano della dea durante la guerra di Troia) rivolsero alla dea parole che ne rinfocolarono l’ira e ad Acmone di Pleurone che parlò: “la voce e la via della voce gli si assottigliarono; i capelli diventarono piume; piume ricoprirono il collo mutato, il petto e le terga; le braccia furono dotate di penne più grandi e i gomiti si incurvarono a formare ali leggere, una membrana si estese dal dorso del piede alle dita, la bocca si irrigidì e culminò in una punta di corno. I compagni restarono lì a contemplarlo stupiti e nel frattempo assunsero il medesimo aspetto. La maggior parte della schiera si levò in volo, compiendo delle evoluzioni intorno ai remi e battendo le ali”. La fedeltà dei compagni a Diomede la ritroviamo anche nelle coppie di Berta maggiore che sono fedeli al partner per tutta la loro vita ma anche fedeli allo stesso nido che tornano ad occupare ogni anno.
La Berta maggiore è considerata una specie vulnerabile con le sue 15.000 coppie nidificanti stimate in Italia, essa deve affrontare numerose minacce quali le reti da pesca, in cui rischia di impigliarsi, le acque inquinate, la scarsità di cibo, il prelievo dei pulcini e il disturbo umano in genere.
È anche una delle prime 5 specie di cui la LIPU si occupa nella sua campagna “Uccelli da proteggere: SALVIAMOGLI LE PENNE, SALVIAMOCI LE PENNE”, partita a dicembre scorso (http://www.campagnalipu.it/). Grazie ai contributi dei donatori, la LIPU:
• Identificherà le aree importanti per la vita della Berta maggiore;
• Proteggerà dalla speculazione edilizia e dall'inquinamento queste aree;
• Sensibilizzerà turisti e pescatori al rispetto del mare e delle specie alate.
“Il mare è, per eccellenza, l'ambiente senza confini” dichiara Giorgia Gaibani – Responsabile IBA e Rete Natura 2000 LIPU – “Forse per questo è così poco rispettato: l'eccessivo sfruttamento delle sue risorse, l'inquinamento dovuto all'acquacoltura, agli scarichi urbani e industriali, al petrolio, mettono a repentaglio la vita delle specie che lo abitano. Tra queste la Berta maggiore. Salviamo il nostro mare, per lei e per noi stessi!” ☺
crfs.casacalenda@lipu.it
Frecce grigie planano sul pelo dell’acqua poi si tuffano e inseguono la loro preda nel profondo del mare, riemergono e volano sfiorando l’acqua ad alta velocità. Centinaia di chilometri di mare vengono sorvolati per trovare il cibo, poi un ultimo volo, per accumulare pesci e crostacei nel gozzo, prima di tornare alle coste rocciose delle Isole Tremiti dove li attende il loro unico pulcino dell’anno che viene allevato per circa due mesi.
La Berta maggiore (Calonectris diomedea) è un uccello che appartiene alla famiglia dei Procellariidi, può raggiungere una lunghezza di 46 centimetri, un’apertura alare di 1 metro e 25 centimetri ed un peso massimo di circa 800 grammi. Le dimensioni sono quindi simili a quelle di un Gabbiano reale ma gli adulti, sia maschio che femmina, se ne distinguono per le parti superiori grigio-brune, testa compresa, e parti inferiori biancastre. Il loro particolare verso è simile ad un lamento (alcuni dicono somigli al pianto di un neonato, altri ad un miagolio) e ha ispirato uno dei racconti mitologici scritti da Ovidio ne “Le Metamorfosi” oltre al nome scientifico diomedea = “di Diomede”. La leggenda narra che i compagni di Diomede (uno dei più notevoli guerrieri greci contro Troia) stanchi della persecuzione della dea Venere nei loro confronti e nei confronti di Diomede (che ferì la mano della dea durante la guerra di Troia) rivolsero alla dea parole che ne rinfocolarono l’ira e ad Acmone di Pleurone che parlò: “la voce e la via della voce gli si assottigliarono; i capelli diventarono piume; piume ricoprirono il collo mutato, il petto e le terga; le braccia furono dotate di penne più grandi e i gomiti si incurvarono a formare ali leggere, una membrana si estese dal dorso del piede alle dita, la bocca si irrigidì e culminò in una punta di corno. I compagni restarono lì a contemplarlo stupiti e nel frattempo assunsero il medesimo aspetto. La maggior parte della schiera si levò in volo, compiendo delle evoluzioni intorno ai remi e battendo le ali”. La fedeltà dei compagni a Diomede la ritroviamo anche nelle coppie di Berta maggiore che sono fedeli al partner per tutta la loro vita ma anche fedeli allo stesso nido che tornano ad occupare ogni anno.
La Berta maggiore è considerata una specie vulnerabile con le sue 15.000 coppie nidificanti stimate in Italia, essa deve affrontare numerose minacce quali le reti da pesca, in cui rischia di impigliarsi, le acque inquinate, la scarsità di cibo, il prelievo dei pulcini e il disturbo umano in genere.
È anche una delle prime 5 specie di cui la LIPU si occupa nella sua campagna “Uccelli da proteggere: SALVIAMOGLI LE PENNE, SALVIAMOCI LE PENNE”, partita a dicembre scorso (http://www.campagnalipu.it/). Grazie ai contributi dei donatori, la LIPU:
• Identificherà le aree importanti per la vita della Berta maggiore;
• Proteggerà dalla speculazione edilizia e dall'inquinamento queste aree;
• Sensibilizzerà turisti e pescatori al rispetto del mare e delle specie alate.
“Il mare è, per eccellenza, l'ambiente senza confini” dichiara Giorgia Gaibani – Responsabile IBA e Rete Natura 2000 LIPU – “Forse per questo è così poco rispettato: l'eccessivo sfruttamento delle sue risorse, l'inquinamento dovuto all'acquacoltura, agli scarichi urbani e industriali, al petrolio, mettono a repentaglio la vita delle specie che lo abitano. Tra queste la Berta maggiore. Salviamo il nostro mare, per lei e per noi stessi!” ☺
Frecce grigie planano sul pelo dell’acqua poi si tuffano e inseguono la loro preda nel profondo del mare, riemergono e volano sfiorando l’acqua ad alta velocità. Centinaia di chilometri di mare vengono sorvolati per trovare il cibo, poi un ultimo volo, per accumulare pesci e crostacei nel gozzo, prima di tornare alle coste rocciose delle Isole Tremiti dove li attende il loro unico pulcino dell’anno che viene allevato per circa due mesi.
La Berta maggiore (Calonectris diomedea) è un uccello che appartiene alla famiglia dei Procellariidi, può raggiungere una lunghezza di 46 centimetri, un’apertura alare di 1 metro e 25 centimetri ed un peso massimo di circa 800 grammi. Le dimensioni sono quindi simili a quelle di un Gabbiano reale ma gli adulti, sia maschio che femmina, se ne distinguono per le parti superiori grigio-brune, testa compresa, e parti inferiori biancastre. Il loro particolare verso è simile ad un lamento (alcuni dicono somigli al pianto di un neonato, altri ad un miagolio) e ha ispirato uno dei racconti mitologici scritti da Ovidio ne “Le Metamorfosi” oltre al nome scientifico diomedea = “di Diomede”. La leggenda narra che i compagni di Diomede (uno dei più notevoli guerrieri greci contro Troia) stanchi della persecuzione della dea Venere nei loro confronti e nei confronti di Diomede (che ferì la mano della dea durante la guerra di Troia) rivolsero alla dea parole che ne rinfocolarono l’ira e ad Acmone di Pleurone che parlò: “la voce e la via della voce gli si assottigliarono; i capelli diventarono piume; piume ricoprirono il collo mutato, il petto e le terga; le braccia furono dotate di penne più grandi e i gomiti si incurvarono a formare ali leggere, una membrana si estese dal dorso del piede alle dita, la bocca si irrigidì e culminò in una punta di corno. I compagni restarono lì a contemplarlo stupiti e nel frattempo assunsero il medesimo aspetto. La maggior parte della schiera si levò in volo, compiendo delle evoluzioni intorno ai remi e battendo le ali”. La fedeltà dei compagni a Diomede la ritroviamo anche nelle coppie di Berta maggiore che sono fedeli al partner per tutta la loro vita ma anche fedeli allo stesso nido che tornano ad occupare ogni anno.
La Berta maggiore è considerata una specie vulnerabile con le sue 15.000 coppie nidificanti stimate in Italia, essa deve affrontare numerose minacce quali le reti da pesca, in cui rischia di impigliarsi, le acque inquinate, la scarsità di cibo, il prelievo dei pulcini e il disturbo umano in genere.
È anche una delle prime 5 specie di cui la LIPU si occupa nella sua campagna “Uccelli da proteggere: SALVIAMOGLI LE PENNE, SALVIAMOCI LE PENNE”, partita a dicembre scorso (http://www.campagnalipu.it/). Grazie ai contributi dei donatori, la LIPU:
• Identificherà le aree importanti per la vita della Berta maggiore;
• Proteggerà dalla speculazione edilizia e dall'inquinamento queste aree;
• Sensibilizzerà turisti e pescatori al rispetto del mare e delle specie alate.
“Il mare è, per eccellenza, l'ambiente senza confini” dichiara Giorgia Gaibani – Responsabile IBA e Rete Natura 2000 LIPU – “Forse per questo è così poco rispettato: l'eccessivo sfruttamento delle sue risorse, l'inquinamento dovuto all'acquacoltura, agli scarichi urbani e industriali, al petrolio, mettono a repentaglio la vita delle specie che lo abitano. Tra queste la Berta maggiore. Salviamo il nostro mare, per lei e per noi stessi!” ☺
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