Diritti negati
6 Giugno 2020
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Diritti negati

Chissà se la circostanza di essersi classificato penultimo nella classifica di gradimento dei governatori di regione abbia fatto sorgere qualche dubbio al presidente Toma sul suo operato di questi mesi.
La vicenda Covid è stata la cartina di tornasole dello scempio alla sanità pubblica che è stato perpetrato in Molise negli ultimi 20 anni; nessuna prospettiva di rilancio è visibile all’orizzonte, le maglie dei legami tra il potere pubblico e l’ interesse del privato si sono fatte più strette: qualsiasi inversione di rotta è percepita come una minaccia ad un sistema che ormai si è sedimentato ed ha attraversato indenne oltre quattro legislature.
Il diritto alla salute dei molisani, rosicchiato a poco a poco in questi lustri, si è indebolito in maniera irreversibile. Accanto ai morti per il Covid, non dimentichiamo che ci sono stati, ci sono persone che sono mancate per non aver potuto accedere alle consuete cure (tra tutti si pensi ai malati oncologici) o per l’impossibilità di poter entrare in sicurezza in un ospedale in Molise, spaventati dalle notizie che testimoniavano l’assenza o la scarsezza dei dispositivi di protezione individuali.
Il mio pensiero va anche alle famiglie delle persone con disabilità, murate in casa senza le terapie o senza l’assistenza necessaria, ultimi tra gli ultimi. Alcune regioni hanno previsto misure compensative per i caregiver, che sono stati gravati di un carico assistenziale ancora più logorante del solito. Ovviamente il Molise non è stata tra queste regioni. L’aumento del fondo per le non autosufficienze, contenuto del decreto Rilancio, avrà l’effetto di ampliare un po’ la categoria dei beneficiari, in una regione in cui l’accesso ai fondi è stato sempre difficile per tante persone con disabilità. I problemi sollevati dalle associazioni di categoria, come i criteri per la selezione dei beneficiari, rimarranno tutti lì e non si sposteranno di un millimetro.
Anche il finanziamento alla legge per la vita indipendente che è stato previsto dall’ultima legge di bilancio regionale potrà coprire non più di 10-15 beneficiari: la montagna ha partorito un topolino. La strategia politica è quella di concedere briciole al popolo perché non possa mai stancarsi di chiedere un diritto che è ormai stato declassato a favore. ☺

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