Disabilità: nuove prospettive
8 Febbraio 2022
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Disabilità: nuove prospettive

Lo scorso 31 dicembre è stato approvato il nuovo disegno di legge contenente la delega al Governo sulla disabilità, che delinea una vera e propria agenda di lavoro da realizzare – per il Governo – per garantire al cittadino con disabilità il pieno riconoscimento dei diritti civili e sociali, nonché l’effettivo e pieno accesso al sistema dei servizi, delle prestazioni, dei trasferimenti finanziari previsti e di ogni altra relativa agevolazione.

Secondo quanto è dato leggere nella relazione illustrativa del nuovo ddl, la disabilità costituisce una condizione della persona che richiede un approccio globale, teso a riconoscerne le implicazioni e la rilevanza nel quadro di ogni politica. L’attenzione verso le persone con disabilità caratterizza tutto il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), secondo un approccio trasversale dal quale si desume che il tema del riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità non deve essere affrontato a compartimenti stagni, bensì deve permeare ogni aspetto della futura programmazione dell’Italia del domani.

In Italia si stima che il numero delle persone con disabilità è di 3.150.000, pari al 5,2 per cento della popolazione, ma il dato è lontano da quello indicato dalle statistiche internazionali. Infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima il numero delle persone con disabilità nel 15 per cento della popolazione mondiale (più di 1 miliardo di persone) e l’Unione Europea nel 16 per cento dei cittadini europei (circa 90 milioni). Solo i beneficiari di provvidenze economiche, in Italia, ammontano a 4,5 milioni, per cui seguendo le indicazioni internazionali possiamo ipotizzare circa 9 milioni di persone con disabilità.

I princìpi ispiratori del disegno di legge sono quelli contenuti nella Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità, la quale ha rappresentato una vera e propria rivoluzione copernicana rispetto alle modalità operative della programmazione politica. Infatti, la grande svolta della Convenzione ONU è stato quella di aver spostato l’attenzione dal disabile alla persona con disabilità. La differenza tra le due espressioni non è meramente semantica ma concettuale. L’ individuo non viene connotato in base alla sua diversa abilità (il disabile), ma questa diviene un attributo, un valore aggiunto della persona (persona con disabilità). Spostare l’attenzione sulla “persona” equivale a trasformarla da oggetto di assistenza a soggetto titolare di diritti, e quindi l’individuo con disabilità non viene più visto come un problema da risolvere ma come una risorsa da valorizzare, in un contesto di uguaglianza con tutti gli altri cittadini.

Il disegno di legge, almeno negli intenti, si propone di rispettare questo approccio, valorizzando il progetto di vita individuale personalizzato e partecipato, affinché sia diretto a realizzare  gli  obiettivi della persona  con  disabilità  secondo  i suoi  desideri,  le  sue aspettative e le sue scelte, migliorandone le condizioni personali e di salute nonché la qualità di vita nei suoi vari ambiti, “individuando le barriere e i facilitatori che incidono  sui  contesti di  vita  e  rispettando  i princìpi  al riguardo sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, indicando gli strumenti, le risorse, i servizi, le misure, gli accomodamenti ragionevoli che devono essere adottati per la realizzazione del progetto e che sono necessari a compensare le limitazioni alle attività e a favorire la partecipazione della persona con disabilità nei diversi ambiti della vita e nei  diversi contesti di riferimento, compresi quelli lavorativi e scolastici nonché quelli culturali e sportivi, e in ogni altro contesto di inclusione sociale”.

Un obiettivo ambizioso, al quale si accostano gli altri intenti dichiarati dalla legge, ossia la definizione della condizione di disabilità nonché revisione, riordino e semplificazione della normativa di settore, l’accertamento della condizione di disabilità e revisione dei suoi processi valutativi di base, l’informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione, la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità, l’istituzione di un Garante nazionale delle disabilità, il potenziamento dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità.

Gli interventi saranno realizzati utilizzando le risorse del Fondo per le non autosufficienze, le risorse provenienti dal PNRR e attraverso una migliore utilizzazione delle risorse già stanziate nei vari ambiti d’intervento.

Infine, vi è da osservare che nella legge è previsto il ruolo delle organizzazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità nelle fase di programmazione e progettazione degli interventi.

Speriamo che l’intervento normativo rappresenti finalmente un punto di svolta per il pieno riconoscimento dei diritti civili e sociali delle persone con disabilità nel nostro Paese, da troppo tempo lasciati in disparte.☺

 

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