dopo il 31 ottobre 2002    di Anonimus
28 Ottobre 2012 Share

dopo il 31 ottobre 2002 di Anonimus

 

Dieci anni sono passati. Importante anniversario per il Molise ma, soprattutto, per San Giuliano di Puglia, piccolo paese dell’entroterra che, fino al 31 ottobre 2002, era pressoché sconosciuto a tutti. Anniversario, allora, che induce a fare un’analisi della situazione attuale.

Innanzitutto facciamo rientrare nella memoria quell’evento luttuoso, unico e gravissimo, del crollo della scuola, a causa del terremoto, e costato la vita a ventisette bambini e a una delle loro maestre. È proprio per i sentimenti di solidarietà per tale tragedia che, oggi, in questo paesino, sono state realizzate opere edilizie mai nemmeno immaginate prima.

Molto è stato scritto a proposito e, a suo tempo, numerose persone vennero, personalmente, ad abbracciare gli abitanti, a testimoniare la propria solidarietà e dichiarare la propria disponibilità come a degli amici (e, molti, lo fecero con sincerità). Purtroppo invece di conservare sentimenti di gratitudine, ricordando la situazione precedente e confrontandola con quella attuale (qualità abitativa e, per molti, anche e soprattutto posizione lavorativa ed economica), come spesso umanamente accade, c’è chi tende, oggi, ad affermare e vantare, piuttosto, i propri meriti personali e le proprie capacità.

A San Giuliano, ormai, nulla è come prima, a cominciare dalla sua identità architettonica, estranea alla sua eredità storico-geografica. È cambiata la vita di chi vi abita e questo non è un fatto nuovo, ma, comunque, non irreversibile. A San Giuliano ci sono cartelli con su scritto “VENDESI” già esposti ai balconi di queste nuove case costruite dove mai nessuno dimorerà e questo conferma le perplessità di chi sosteneva la necessità di una ricostruzione più attenta ed oculata. In fondo, anche il sindaco aveva paventato il rischio di una “liquidazione totale” se non fosse stata risolta la questione delle provvisionali da pagare ai familiari delle vittime.

Nell’atroce dubbio che i fondi non ci siano, nel susseguirsi di accuse reciproche tra le varie istituzioni, tra lettere accomodanti mandate ai familiari delle vittime, nulla è successo. E non si capisce, così, nemmeno il perché il Comitato delle Vittime o quel che ne resta, si rivolga soltanto alla regione o altre istituzioni e non anche, innanzitutto, al sindaco del paese, visto che in qualità di rappresentante dell’ente condannato in solido con gli altri imputati, dovrebbe essere uno dei primi a sborsare quanto dovuto.

A San Giuliano sono state realizzate opere mai viste prima, a cominciare dall’Insediamento temporaneo abitativo che pian piano sta cadendo a pezzi. E così il sindaco e i suoi accompagnatori si offrono di risolvere qualsiasi problema che ritarda il rientro a casa a quei pochi abitanti che ancora vi dimorano, sperando che tutti, entro il 31 ottobre del decimo anno, possano tornare a casa.

A proposito di questo villaggio temporaneo, ricordiamo ancora molto vivamente le promesse fatte dal nostro europarlamentare che accompagnava l’allora candidato alla regione, Barbieri. Si parlava, allora, di una futura destinazione a luogo di relax e di disintossicazione per i “poveri” terremotati di Fukushima, dimenticandosi che forse il veleno gli abitanti di San Giuliano lo hanno ancora in casa. Ad oggi infatti molti non sanno ancora come è andata a finire la brutta storia dell’arsenico o qualche altra porcheria che sarebbero stati sotterrati nel sottosuolo sangiulianese.

Qui è stata collaudata la protezione civile italiana, gestione Bertolaso. Oggi, ricordiamolo, l’ex capo, già da parecchio tempo cittadino onorario, è indagato anche per la gestione del post-terremoto.

Qui è stato battezzato il Modello Molise da parte dell’attuale presidente della regione, Iorio, anch’egli indagato per la ricostruzione post-sisma.

Qui ha agito il dottor Magrone per aver portato a termine un’indagine la quale ha dimostrato anche la scelleratezza umana, oggi vezzeggiato da qualche politico per una sua candidatura alle prossime elezioni. Chissà quanti voti prenderebbe a San Giuliano!

Qui si è costituito un comitato per far sì che non venga mai dimenticato quello che è successo e per fare sì che mai più si verifichi un evento del genere, per vigilare anche che non possa mai esserci la nascita della corruzione e del perseguimento di interessi personali da parte dei detentori del potere in seguito al raggiungimento del medesimo.

Qui si vorrebbe realizzare anche un parco eolico a ridosso del feudo di Sant’Elena, dove da pochi anni è stata restaurata l’abbazia e contro la cui realizzazione il sindaco sta portando avanti la sua personale “battaglia silenziosa”.

Qui l’attuale amministrazione ha di fatto gestito tutta la ricostruzione, con tutto ciò che ne consegue, perdendo anche qualche elemento di spicco come l’ex assessore Di Stefano il quale, vedendo già “il dischiudersi di percorsi bui e forieri di eventi gravidi di responsabilità e di inevitabili negative ripercussioni sui cittadini”, ha abbandonato la nave dal lontano 2007, senza mai nessuna replica chiarificatrice e tranquillizzatrice da parte del sindaco e della sua giunta, pur fatti oggetto negli anni, di sospetti di interesse personale.

È inusuale il fatto che ci sia malumore diffuso nell’opinione pubblica sulla gestione post-terremoto, su come sia stata assunta certa gente che avrebbe strette correlazioni con l’attuale sindaco e la sua giunta ma non ci sia nessuno strascico giudiziario.

Bisogna pensare che tutto sia stato fatto nel pieno rispetto della legge ma anche della morale, tanto cara all’allora consigliere di opposizione Barbieri?

Tutto questo ed altro è successo a San Giuliano a partire dal 31 ottobre 2002.☺

Anonimus

 

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