economia criminale?
31 Dicembre 2010 Share

economia criminale?

 

Non possiamo tacere! Le inchieste, le indagini e gli arresti relativi al Cosiv, al Coniv ed al presunto traffico illegale dei rifiuti nel Basso Molise, non possono lasciarci indifferenti. Non possiamo guardare solo il dito che indica la Luna e dimenticarci di quest'ultima. Cioè non dovremmo essere spettatori dell'ennesimo "reality" che ha coinvolto alcuni personaggi famosi e dimenticarci di ciò che sarebbe stato fatto alla "nostra Terra". La domanda fondamentale che dovremmo porci è: quali danni ambientali e sanitari avrebbe causato lo sversamento incontrollato dei rifiuti pericolosi i cui codici, secondo le accuse, sono stati falsificati per essere utilizzati come innocui fertilizzanti? Quali sono i danni alle persone, causati da questi comportamenti irresponsabili, ovviamente da dimostrare nella loro verità processuale?

Nessun processo, per quanto giusto e di conferma delle accuse, potrebbe ripagarci dei danni irreversibili causati alla catena alimentare attraverso i prodotti agricoli inquinati immessi nel mercato e consumati da ignari cittadini. Quello che sarebbe accaduto è un "attacco alla terra" ed al popolo del Basso Molise che spera, in cuor proprio, che gli eventuali criminali siano assicurati alla giustizia, ma in fondo in fondo spera che non sia vero niente, perché, altrimenti, significherebbe ammettere che ci sia "la mafia". Secondo il Prefetto Lombardi (Criminalità e organizzazione in Lombardia – 21/01/2010) "per la nostra legislazione la mafia esiste quando esiste un'associazione i cui partecipanti si avvalgono della forza di intimidazione, del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento o di omertà che ne deriva, per commettere delitti o per acquisire il controllo di attività economiche finanziate da soggetti pubblici e privati". La relazione tra la definizione e i fatti acquisiti, ancora da dimostrare, è così stretta da far rabbrividire.

Per quanto riguarda Termoli, gli arresti eccellenti, se confermati in tutta la loro gravità, dimostrerebbero il radicarsi di un’etica calvinistica, secondo la quale, l'etica del profitto e lo spirito del capitalismo, concependo il successo negli affari come un segno della grazia divina, ha costruito il punto di partenza di uno sviluppo che ha condotto a fare del profitto un valore autonomo, non più legato – com'era all'inizio – a motivazioni di carattere religioso. Ma i fatti sopra riportati, coinvolgendo il massimo rappresentante locale di Comunione e Liberazione (movimento ecclesiale oggetto di una inchiesta nazionale, appena uscita, in cui si parla dell'intreccio tra Fede, affari e politica) potrebbero significare che la logica di cui sopra, qualora accettata all'interno del movimento stesso, non sia più sostenibile? Se da una parte il presunto errante va sostenuto ed aiutato perché ritrovi una strada di pace e serenità, ci sarebbe da chiedersi se la logica incriminata, l'errore, qualora confermato, non dovrebbe essere oggetto di profonda riflessione da parte di tutti, specialmente all'interno del mondo cattolico? Non vogliamo giudicare, ma giudicarci perché la verità ci farà liberi e ricordarci che le persone hanno la libertà che il loro coraggio ha sottratto alla paura.☺

adelellis@virgilio.it

 

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