Emilio, è un anno!
9 Settembre 2015 Share

Emilio, è un anno!

Vorrei tornare indietro nel tempo, a quando io e i miei cinque fratelli eravamo piccoli e crescevamo tranquilli sotto l’ ombra protettrice della mamma. Vorrei tornare nella modesta casa della mia infanzia, a quelle sere d’inverno attorno al camino di pietra, col nonno seduto in un angolo a raccontare storie e il fuoco che, scoppiettando e danzando allegramente, sembrava ridere, scherzare e bisticciarsi con noi, mentre mamma, indaffarata e svelta, s’aggirava per casa a preparare tutto per il giorno dopo quando il duro lavoro dei campi ci attendeva. Vorrei sedermi ancora in campagna, a mangiare da un unico piatto, il pasto buono e umile dei contadini, apparecchiato su una tovaglia che profumava di acqua di ruscello…

La nostalgia del tempo felice si fa ancora più forte ora che uno di noi non c’è più e non tornerà.

Emilio, fratello mio, è passato un anno dalla tua dipartita e oggi scrivo per mitigare un poco il dolore che sempre mi attanaglia il cuore. Spesso, quando in solitudine sbrigo le faccende domestiche, mi sembra di sentire il tuo fuoristrada che si ferma davanti alla mia casa e la tua voce che mi chiama; apro la porta sperando di vederti con la tua camicia a quadretti bianchi e blu, ma non ci sei e lacrime di delusione mi velano gli occhi. Ho riempito di fiori il cimitero dove vengo a parlarti nel silenzio, ma è impossibile ritrovare il conforto che sapevi darmi con le tue parole semplici e sensate, con il tuo sorriso schietto, con il tuo sguardo sincero.

Elegante, in abito scuro e bouquet in mano, quel giorno eri andato, insieme alla tua famiglia a una festa di nozze, una festa che sembrava preparata per voi. La sala era piena di parenti e amici, si suonava, si ballava, si rideva e tu con gli altri ignorando che Qualcuno, non invitato, aspettava proprio te per portarti via. All’improvviso un gemito, l’ultimo sguardo alla tua donna, il silenzio, la morte. Poi la tua bara posata ai piedi dell’altare in un mare di fiori, la gente in lutto che, come in un pellegrinaggio, sfilava per renderti omaggio, il dolore infinito di chi avevi inaspettatamente abbandonato…

Al ricordo di quei giorni tristi il pianto mi bagna dolcemente il viso, ma lo asciugo in fretta: so che in un luogo sicuramente bello un giorno ci ritroveremo, so che ci aspetti e potrai ballare con tua moglie quel ballo mai iniziato in una festa che non avrà fine.

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