Energia dal più piccolo
8 Giugno 2019
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Energia dal più piccolo

Il termine ‘più piccolo’, o se si vuole ‘più semplice’, è per indicare l’idrogeno, l’elemento chimico più diffuso nell’universo. La particella più piccola che lo costituisce, cioè la sua molecola (H2), è formata da due atomi, ciascuno dei quali costituito, a sua volta, da un’unica particella positiva (protone) e da una corrispondente particella di carica negativa (elettrone).

L’idrogeno, pur essendo l’elemento chimico più diffusoallo stato elementare nell’universo, non lo è per niente sulla Terra. È, però, presente all’interno di numerosi composti chimici, da cui è possibile estrarlo, sia pure con procedimenti ad alto consumo di energia. Per questo motivo viene considerato più un vettore che una normale fonte di energia. I vantaggi del suo utilizzo, infatti, risiedono proprio nella possibilità di stoccarlo, trasportarlo e utilizzarlo nel momento in cui si verificano, da parte degli utenti, richieste abnormi di energia elettrica, per il semplice fatto che essa non può essere immagazzinata, ma prodotta contemporaneamente alla sua utilizzazione. Il vantaggio fondamentale di voler/poter impiegare tale gas consiste nel fatto che, al contrario di qualunque altro carburante, la sua combustione non produce anidride carbonica, ma solo e soltanto acqua.

Al momento le difficoltà da superare, per giungere ad un livello ottimale del suo impiego, sono ancora molte e, soprattutto, legate alla produzione, all’immagazzinamento e al trasporto. Per produrlo esistono, al momento, due tecniche: l’elettrolisi dell’acqua, che permette di separarlo dall’ossigeno con cui è legato nella sua molecola (H2O) e quella che è in grado di estrarlo dalla molecola del metano (CH4). Il suo immagazzinamento può avvenire sia nelle normali bombole utilizzate anche per il metano, liquefacendolo a bassissima temperatura, che sotto forma di particolari composti chimici o, come suggeriscono le più moderne tecnologie, nelle cavità del reticolo cristallino di alcuni di essi.

La prospettiva maggiormente ipotizzata per il futuro è quella di realizzare, come avviene per tutti gli altri combustibili gassosi, dei veri e propri idrogenodotti, capaci di trasportarlo, in tempi brevi, dal luogo di produzione a quello di utilizzo.

La società dell’idrogeno, dunque, verso il cui approdo sono fortemente rivolti molteplici sforzi da parte dei più eccellenti centri di ricerca scientifici e tecnici esistenti, non é lontana dal divenire realtà. I consumi elettrici, legati ai trasporti, alle necessità domestiche e al riscaldamento, potranno essere, in un non lontano futuro, soddisfatti proprio dall’utilizzo di questo, sia pur piccolo e quanto mai semplice elemento.☺

 

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