federico barocci
2 Dicembre 2010 Share

federico barocci

 

Nel panorama artistico del tardo Cinquecento un posto di rilievo spetta sicuramente a Federico Barocci, protagonista, tra i maggiori, del tardo manierismo e, a suo modo, uno dei precursori della pittura barocca.

Nacque ad Urbino nel 1535, da famiglia milanese e crebbe nel fermento culturale del suo tempo, dimostrando subito la sua versatilità verso il disegno e la pittura. Entrò nella bottega locale del Franco, si trasferì in seguito a Pesaro e infine a Roma, dove venne notato da Federico Zuccari. Di salute malferma, che lo condizionò per tutta la vita, Barocci si trattenne  a Roma per poco tempo, fino al 1563, quando fece ritorno ad Urbino per non lasciarla più. Per quanto tra i maggiori esponenti del tardo manierismo, egli aprì nuove prospettive alla pittura del suo tempo. Ispirandosi con forte connotazione personale al misticismo narrativo rinascimentale, dal manierismo astrasse la figurazione plastica, irreale, per dare ai suoi personaggi un vigore ed una naturalità tutta nuova. Diverso e più forte l’uso del colore, quasi a confermare la necessità di dare alla scena ed al protagonista una visione più reale, anticipando quanto sarebbe accaduto nel secolo successivo. Lo spazio e le prospettive furono trattate con assoluto realismo. Barocci rappresentò un passaggio dal manierismo all’incipiente barocco, ed esercitò una notevole influenza nell’ambito bolognese.

Semplicità e dolcezza

Pittore religioso per eccellenza, Federico Barocci è l’interprete della semplicità, richiesta da ordini religiosi come Francescani e Cappuccini. Infatti egli non esalta i fasti della Chiesa, ma compone le scene sacre come se fossero quotidiane e naturali, creando un legame affettivo ed emozionale tra lo spettatore e l’evento rappresentato, commozione che diventa devozione. In questo modo esalta il sentimento collettivo della Chiesa di Roma, contrapponendolo all’individualismo dei protestanti tanto da interpretare perfettamente lo spirito della Controriforma. Lo stile realizzato dal Barocci è una sorprendente capacità comunicativa grazie all’accurata prospettiva, alla sapiente composizione, alle sequenze cromatiche, alla raffinata scelta di gesti e fisionomie, al forte dinamismo. Indiscusso caposcuola europeo, i suoi allievi hanno contribuito a diffondere il suo insegnamento nelle varie regioni.

L’incanto del colore

La chiave di lettura del successo di Federico Barocci è l’accordo armonico tra i colori ed una eccezionale dolcezza del disegno, una nuova concezione dello spazio, organizzato come uno spartito musicale sugli accordi dei timbri cromatici e sulla trama delle espressioni sentimentali. Un naturalismo caldo e comunicativo, capace di interpretare l’evento sacro in una chiave di quotidianità. La sperimentazione delle tecniche pittoriche più varie, anche grafiche e incisorie, lo rendono abile nell’impianto compositivo. Questi aspetti, grazie anche alla circolazione del collezionismo internazionale, fanno di Barocci un punto di riferimento per molti artisti del Seicento e oggetto di studio e di ispirazione ancora nel Settecento, come testimoniano nel Molise le botteghe di Oratino dei Brunetti: ammirevole la pala del Perdono di Assisi nell’Eremo di S. Onofrio a Casacalenda, che rimanda alla pala della chiesa di S. Francesco ad Urbino. ☺

jacobuccig@gmail.com

 

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