festa farina e forca
21 Marzo 2010 Share

festa farina e forca

 

Difendiamo insieme la Costituzione dagli attacchi forsennati di Silvio Berlusconi perché rappresenta un baluardo di principi etici e politici da salvaguardare. L’assenza di cultura di governo porta questa destra xenofoba a scardinarla di fatto con proposte che limitano l’autonomia della magistratura, aggrediscono l’idea di uguaglianza di tutti i cittadini italiani con il disegno di legge sul federalismo, mettono a repentaglio i diritti ad un pari trattamento per la sanità e la scuola tra regioni ricche e territori marginali con la disumana ipotesi di denunciare i clandestini che ricorrono alle cure mediche. C’è un’idea di società classista dominata da un ristretto nucleo di famiglie, a cui è concesso di non essere uguali davanti la legge, con un popolo inebetito dal grande fratello, pronto a concorrere in massa alle veline o a Miss Italia, che gioca le schedine, gironzola davanti le vetrine e si azzuffa per una partita di pallone. Poi c’è un sottopopolo di migranti clandestini da spremere come limoni, sottopagare e sfruttare, tenendoli in clandestinità e non riconoscendogli alcuna dignità.

Questo modello sociale è lontano dalle destre europee, conservatrici ma rigorose, e si avvicina molto ai sistemi peronisti e qualunquisti del Sudamerica. A ciascuno di noi è demandato il dovere di fermare questa deriva populistica e plutocratica. Non nascondiamoci dietro le debolezze e le divisioni del Centro-Sinistra che pur esistono e sono gravi. Al contrario impegniamoci di più come singole persone proprio per sopperire al vuoto politico di una sinistra frammentata e di un PD in cerca di se stesso. Non lasciamo sola la CGIL a battersi per il diritto al lavoro, un contratto nazionale, un equo sistema di difesa del potere d’acquisto col mantenimento di servizi pubblici efficienti quali sanità, scuola, previdenza e trasporti locali. In un sistema in cui prevale una privatizzazione strisciante dei servizi pubblici aumenteranno le diseguaglianze sociali tra chi potrà permettersi una scuola d’eccellenza e chi no, tra quanti potranno pagarsi cure mediche specialistiche e quanti ne saranno esclusi per via dei bassi salari, tra chi potrà godere di una pensione dignitosa e chi sarà costretto a elemosinare future social card.

Il Governo Berlusconi ha estromesso la CGIL da ogni tavolo di confronto perché quel sindacato confederale ha un radicamento capillare nazionale ed è portatore di una visione solidale generale. Come si fa con partiti sempre più deboli e con poche migliaia di iscritti a non tener conto del parere di una confederazione con più di 5 milioni di associati? Se proviamo a traslare i principi politici di Bossi-Berlusconi in salsa molisana ne vien fuori che il prossimo anno perderemo altri 400 posti di lavoro nel nostro sistema regionale scolastico tra personale docente e tecnici, che si sommano a quelli già persi con i primi provvedimenti della Gelmini. Altro che dimensionamento scolastico! E’ in vista un consistente taglio al diritto allo studio nella nostra regione con tasse sempre più alte e numeri chiusi o costi in crescendo all’Università. Sulla sanità ci sono stati assegnati 550 milioni di euro per il fabbisogno 2009 a fronte dei 650 milioni che servono con tagli ospedalieri, imposte al massimo, liste d’attesa sempre più lunghe e una qualità del servizio in progressivo peggioramento. Le strutture sanitarie private impongono i propri interessi e nel sistema pubblico regna il massimo della provvisorietà, a partire da un Direttore Generale dell’ASREM in carica per pochi mesi che è alle prese coi postumi del malaffare denunciato dall’inchiesta Black Hole e l’imperversare della famiglia Iorio. Sul lavoro c’è un’accentuazione delle difficoltà che colpiscono tutti i settori produttivi lasciati allo sbando da un Governo assente e da una Giunta silente. Gli agricoltori scenderanno in piazza per urlare la loro rabbia. I fasonisti della Ittierre dopo l’ennesimo fallimento subito sono allo stremo. Gli allevatori dell’Arena vogliono soldi e certezze. I bieticoltori attendono il miracolo di un partner privato che gioca coi suoi soldi e non con quelli della Regione nello Zuccherificio. Le infrastrutture sono al palo, i cantieri pubblici chiusi, i soldi per la ricostruzione sono finiti, le piccole imprese sono inseguite dalle banche e i commercianti hanno i saldi fissi nella speranza di vendere qualcosa.

Iorio ha risposto con una Giunta di esterni che costa 10 euro pro-capite a ogni molisano, gira l’Italia e il Mondo con varie figure al seguito, con carte di credito regionali in tasca, assume con formule dubbie altro personale senza mai bandire un concorso, non fa una piega di fronte a figli, fratelli, sorelle e cognati ben sistemati nella sanità, è una sfinge di fronte agli operai delle aziende in crisi e riesce a essere votato e osannato dai larinesi e venafrani a cui taglia gli ospedali. Di giorno emana le delibere di chiusura e di notte sostiene i comitati apolitici guidati dai suoi colonnelli contro i tagli. A Roma perora il federalismo fiscale e in Molise plaude agli spot televisivi che lo avversano. Ormai è maggioranza e opposizione di se stesso. Basta vedere i tecnici incaricati di gestire la programmazione europea sul territorio regionale. Siano essi Pit, Pisu, Pai, Accordi di Programma, Intese Istituzionali o altro, c’è da stare tranquilli perché, qualunque sia l’ente pubblico responsabile, i prescelti hanno sempre gli stessi nomi e cognomi. Ma la storia ci insegna che da Kronos a Ceausescu è solo una questione di tempo. Chi pensa di dominare gli uomini con le borboniche “Festa, Farina e Forca” si illude di governare nell’attesa di mettersi al riparo, inseguito dalle ire postume del popolo. ☺

petraroia.michele@virgilio.it

 

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