Era di maggio, il titolo scelto qualche mese addietro dal nostro periodico per alludere alla storia di un amore perduto. Siamo ricorsi al poeta napoletano per raccontare la storia malinconica di questa regione che ormai, da quattordici anni, non riesce a trovare né stimoli né passione per consegnare alle giovani generazioni un paese migliore. Così dopo la tragedia per aver scelto, consapevolmente, di incoronare nel 2001, Michele Iorio, Re del Molise, siamo passati alla farsa, recitata da un’improbabile leadership di non si sa che cosa, incapace di attendere alle più elementari necessità di una popolazione stremata dalla crisi, più in generale, e dalle scelte, tutte locali, che coinvolgono l’intera classe dirigente della regione, in particolare. Se il primo, durante il lungo imperio, è riuscito a sperperare centinaia di milioni di euro (fondi europei, statali e regionali) senza creare né sviluppo né lavoro, il secondo, discepolo negligente dell’ex governatore, dopo due anni di apprendistato, non è riuscito a fare neanche quello e visto che non possiamo valutare la sua azione di governo per mancanza di indizi, ci limiteremo a commentare i suoi propositi, esplicitati in modo chiaro e netto in quella superba serata di maggio del 2013, nella quale, come ogni innamorato, ha promesso mari e monti alla sua amata Regione.
Allo shock provocato da tante lusinghe, i suoi fan non erano abituati a tante premure tutte in una volta, ha fatto seguire, per parare il colpo, la promessa di istallare “un apparecchio defibrillatore portatile per ogni comune molisano”. La prosa, accattivante, del presidente, in quella strepitosa serata ha raggiunto la vetta più alta quando si è occupata dei poveri e dei più deboli come nessuno aveva fatto fino ad allora: “affronteremo tutti i temi della povertà da quella estrema ed evidente a quella legata all’impoverimento, (udite… udite!!) che cresce talvolta nel silenzio dell’ emarginazione di chi, ormai, non ha più voce nella comunità”… oltre “alle politiche per l’istruzione, per l’infanzia, per la casa, per la famiglia, le politiche di genere, volte all’ autodeterminazione e all’autoefficacia, della vita e della libertà delle donne, per i servizi, per la salute”. Dopo queste dichiarazioni, in Consiglio è successo di tutto: pare – la notizia è assolutamente riservata – che la direttrice di Telemolise, debole di cuore, sia dovuta ricorrere alle cure estemporanee di uno stimolatore cardiaco quando, il governatore, oltre ad illustrare nel merito le misure proposte, ha riservato un intero capitolo al metodo da seguire per la realizzazione del suo programma amministrativo: “Collaboreremo con tutti i soggetti attivi e capaci su queste tematiche, e cioè gruppi, associazioni delle più diverse ispirazioni per affrontare insieme le emergenze…”.
In verità, dopo quasi due anni dall’insediamento del nuovo consiglio regionale, interventi di politiche sociali non ne abbiamo ancora visto. Le povertà, sia quella evidente sia quella legata all’ impoverimento, sono cresciute nell’ indifferenza di chi è stato impegnato a risolvere problemi che riguardano loro, le loro carriere e i loro interessi: pensiamo alla promulgazione del nuovo statuto regionale approvato dal precedente consiglio e reso operativo in questa legislatura a seguito di una profondissima e meditata riflessione sulla congruità del numero degli assessori; pensiamo all’incidente di percorso occorso ai poveri consiglieri che percepivano indebitamente e inconsapevolmente soldi pubblici a causa di una distorta interpretazione della legge per la correzione della quale sono stati impiegati alcuni mesi di tormentata riflessione; pensiamo alla preoccupazione con la quale la giunta prima, e il consiglio poi, hanno affrontato il tema delle autorizzazioni alla costruzione di impianti per la produzione di energie da biomasse, per i quali il nostro governatore pare nutra grande interesse e al successivo ripensamento che, oltre a creare una profonda spaccatura all’interno dell’esecutivo, sarà fonte di ingenti risarcimenti a favore dei danneggiati i quali, sia che vincano sia che perdano in un eventuale contenzioso, hanno comunque raggiunto lo scopo e così ancora una volta a pagare per questa brutta storia non sarà chi quel danno lo ha causato ma i cittadini molisani che pagano le tasse.
Fin qui nulla di nuovo, i propositi del presidente possono essere collocati all’interno del pensiero cristiano democratico, la realizzazione invece rientra a pieno titolo nella prassi democratico-cristiana. La novità che ha lasciato increduli i consiglieri regionali tutti è scaturita dalla narrazione sui temi legati al lavoro nella quale è venuto fuori l’animo e il pensiero dell’uomo di sinistra – a questo punto pare che a Iorio, maestro e ispiratore politico dell’attuale governatore, siano stati somministrati i sali: “perseguiremo i seguenti obbiettivi: 1) difendere il principio del lavoro professionalizzante; 2) aggredire lo sfruttamento sul lavoro; 3) garantire il rispetto dei diritti e della legalità sui luoghi di lavoro; 4) attuare una drastica semplificazione tra pubblica amministrazione ed imprese;”. Dopo queste dichiarazioni chiunque avrebbe capito di stare su Scherzi a Parte, i consiglieri regionali no: loro hanno continuato a sognare!
A tutt’oggi, non siamo a conoscenza di un solo provvedimento, legislativo o amministrativo, che in qualche misura abbia inciso sui temi del lavoro, dello sviluppo, del welfare; ma siamo certi che il governatore ci stia pensando e che in una bella serata di maggio ce ne parlerà, forse.☺
Era di maggio, il titolo scelto qualche mese addietro dal nostro periodico per alludere alla storia di un amore perduto. Siamo ricorsi al poeta napoletano per raccontare la storia malinconica di questa regione che ormai, da quattordici anni, non riesce a trovare né stimoli né passione per consegnare alle giovani generazioni un paese migliore. Così dopo la tragedia per aver scelto, consapevolmente, di incoronare nel 2001, Michele Iorio, Re del Molise, siamo passati alla farsa, recitata da un’improbabile leadership di non si sa che cosa, incapace di attendere alle più elementari necessità di una popolazione stremata dalla crisi, più in generale, e dalle scelte, tutte locali, che coinvolgono l’intera classe dirigente della regione, in particolare. Se il primo, durante il lungo imperio, è riuscito a sperperare centinaia di milioni di euro (fondi europei, statali e regionali) senza creare né sviluppo né lavoro, il secondo, discepolo negligente dell’ex governatore, dopo due anni di apprendistato, non è riuscito a fare neanche quello e visto che non possiamo valutare la sua azione di governo per mancanza di indizi, ci limiteremo a commentare i suoi propositi, esplicitati in modo chiaro e netto in quella superba serata di maggio del 2013, nella quale, come ogni innamorato, ha promesso mari e monti alla sua amata Regione.
Allo shock provocato da tante lusinghe, i suoi fan non erano abituati a tante premure tutte in una volta, ha fatto seguire, per parare il colpo, la promessa di istallare “un apparecchio defibrillatore portatile per ogni comune molisano”. La prosa, accattivante, del presidente, in quella strepitosa serata ha raggiunto la vetta più alta quando si è occupata dei poveri e dei più deboli come nessuno aveva fatto fino ad allora: “affronteremo tutti i temi della povertà da quella estrema ed evidente a quella legata all’impoverimento, (udite… udite!!) che cresce talvolta nel silenzio dell’ emarginazione di chi, ormai, non ha più voce nella comunità”… oltre “alle politiche per l’istruzione, per l’infanzia, per la casa, per la famiglia, le politiche di genere, volte all’ autodeterminazione e all’autoefficacia, della vita e della libertà delle donne, per i servizi, per la salute”. Dopo queste dichiarazioni, in Consiglio è successo di tutto: pare – la notizia è assolutamente riservata – che la direttrice di Telemolise, debole di cuore, sia dovuta ricorrere alle cure estemporanee di uno stimolatore cardiaco quando, il governatore, oltre ad illustrare nel merito le misure proposte, ha riservato un intero capitolo al metodo da seguire per la realizzazione del suo programma amministrativo: “Collaboreremo con tutti i soggetti attivi e capaci su queste tematiche, e cioè gruppi, associazioni delle più diverse ispirazioni per affrontare insieme le emergenze…”.
In verità, dopo quasi due anni dall’insediamento del nuovo consiglio regionale, interventi di politiche sociali non ne abbiamo ancora visto. Le povertà, sia quella evidente sia quella legata all’ impoverimento, sono cresciute nell’ indifferenza di chi è stato impegnato a risolvere problemi che riguardano loro, le loro carriere e i loro interessi: pensiamo alla promulgazione del nuovo statuto regionale approvato dal precedente consiglio e reso operativo in questa legislatura a seguito di una profondissima e meditata riflessione sulla congruità del numero degli assessori; pensiamo all’incidente di percorso occorso ai poveri consiglieri che percepivano indebitamente e inconsapevolmente soldi pubblici a causa di una distorta interpretazione della legge per la correzione della quale sono stati impiegati alcuni mesi di tormentata riflessione; pensiamo alla preoccupazione con la quale la giunta prima, e il consiglio poi, hanno affrontato il tema delle autorizzazioni alla costruzione di impianti per la produzione di energie da biomasse, per i quali il nostro governatore pare nutra grande interesse e al successivo ripensamento che, oltre a creare una profonda spaccatura all’interno dell’esecutivo, sarà fonte di ingenti risarcimenti a favore dei danneggiati i quali, sia che vincano sia che perdano in un eventuale contenzioso, hanno comunque raggiunto lo scopo e così ancora una volta a pagare per questa brutta storia non sarà chi quel danno lo ha causato ma i cittadini molisani che pagano le tasse.
Fin qui nulla di nuovo, i propositi del presidente possono essere collocati all’interno del pensiero cristiano democratico, la realizzazione invece rientra a pieno titolo nella prassi democratico-cristiana. La novità che ha lasciato increduli i consiglieri regionali tutti è scaturita dalla narrazione sui temi legati al lavoro nella quale è venuto fuori l’animo e il pensiero dell’uomo di sinistra – a questo punto pare che a Iorio, maestro e ispiratore politico dell’attuale governatore, siano stati somministrati i sali: “perseguiremo i seguenti obbiettivi: 1) difendere il principio del lavoro professionalizzante; 2) aggredire lo sfruttamento sul lavoro; 3) garantire il rispetto dei diritti e della legalità sui luoghi di lavoro; 4) attuare una drastica semplificazione tra pubblica amministrazione ed imprese;”. Dopo queste dichiarazioni chiunque avrebbe capito di stare su Scherzi a Parte, i consiglieri regionali no: loro hanno continuato a sognare!
A tutt’oggi, non siamo a conoscenza di un solo provvedimento, legislativo o amministrativo, che in qualche misura abbia inciso sui temi del lavoro, dello sviluppo, del welfare; ma siamo certi che il governatore ci stia pensando e che in una bella serata di maggio ce ne parlerà, forse.☺
Era di maggio, il titolo scelto qualche mese addietro dal nostro periodico per alludere alla storia di un amore perduto.
Era di maggio, il titolo scelto qualche mese addietro dal nostro periodico per alludere alla storia di un amore perduto. Siamo ricorsi al poeta napoletano per raccontare la storia malinconica di questa regione che ormai, da quattordici anni, non riesce a trovare né stimoli né passione per consegnare alle giovani generazioni un paese migliore. Così dopo la tragedia per aver scelto, consapevolmente, di incoronare nel 2001, Michele Iorio, Re del Molise, siamo passati alla farsa, recitata da un’improbabile leadership di non si sa che cosa, incapace di attendere alle più elementari necessità di una popolazione stremata dalla crisi, più in generale, e dalle scelte, tutte locali, che coinvolgono l’intera classe dirigente della regione, in particolare. Se il primo, durante il lungo imperio, è riuscito a sperperare centinaia di milioni di euro (fondi europei, statali e regionali) senza creare né sviluppo né lavoro, il secondo, discepolo negligente dell’ex governatore, dopo due anni di apprendistato, non è riuscito a fare neanche quello e visto che non possiamo valutare la sua azione di governo per mancanza di indizi, ci limiteremo a commentare i suoi propositi, esplicitati in modo chiaro e netto in quella superba serata di maggio del 2013, nella quale, come ogni innamorato, ha promesso mari e monti alla sua amata Regione.
Allo shock provocato da tante lusinghe, i suoi fan non erano abituati a tante premure tutte in una volta, ha fatto seguire, per parare il colpo, la promessa di istallare “un apparecchio defibrillatore portatile per ogni comune molisano”. La prosa, accattivante, del presidente, in quella strepitosa serata ha raggiunto la vetta più alta quando si è occupata dei poveri e dei più deboli come nessuno aveva fatto fino ad allora: “affronteremo tutti i temi della povertà da quella estrema ed evidente a quella legata all’impoverimento, (udite… udite!!) che cresce talvolta nel silenzio dell’ emarginazione di chi, ormai, non ha più voce nella comunità”… oltre “alle politiche per l’istruzione, per l’infanzia, per la casa, per la famiglia, le politiche di genere, volte all’ autodeterminazione e all’autoefficacia, della vita e della libertà delle donne, per i servizi, per la salute”. Dopo queste dichiarazioni, in Consiglio è successo di tutto: pare – la notizia è assolutamente riservata – che la direttrice di Telemolise, debole di cuore, sia dovuta ricorrere alle cure estemporanee di uno stimolatore cardiaco quando, il governatore, oltre ad illustrare nel merito le misure proposte, ha riservato un intero capitolo al metodo da seguire per la realizzazione del suo programma amministrativo: “Collaboreremo con tutti i soggetti attivi e capaci su queste tematiche, e cioè gruppi, associazioni delle più diverse ispirazioni per affrontare insieme le emergenze…”.
In verità, dopo quasi due anni dall’insediamento del nuovo consiglio regionale, interventi di politiche sociali non ne abbiamo ancora visto. Le povertà, sia quella evidente sia quella legata all’ impoverimento, sono cresciute nell’ indifferenza di chi è stato impegnato a risolvere problemi che riguardano loro, le loro carriere e i loro interessi: pensiamo alla promulgazione del nuovo statuto regionale approvato dal precedente consiglio e reso operativo in questa legislatura a seguito di una profondissima e meditata riflessione sulla congruità del numero degli assessori; pensiamo all’incidente di percorso occorso ai poveri consiglieri che percepivano indebitamente e inconsapevolmente soldi pubblici a causa di una distorta interpretazione della legge per la correzione della quale sono stati impiegati alcuni mesi di tormentata riflessione; pensiamo alla preoccupazione con la quale la giunta prima, e il consiglio poi, hanno affrontato il tema delle autorizzazioni alla costruzione di impianti per la produzione di energie da biomasse, per i quali il nostro governatore pare nutra grande interesse e al successivo ripensamento che, oltre a creare una profonda spaccatura all’interno dell’esecutivo, sarà fonte di ingenti risarcimenti a favore dei danneggiati i quali, sia che vincano sia che perdano in un eventuale contenzioso, hanno comunque raggiunto lo scopo e così ancora una volta a pagare per questa brutta storia non sarà chi quel danno lo ha causato ma i cittadini molisani che pagano le tasse.
Fin qui nulla di nuovo, i propositi del presidente possono essere collocati all’interno del pensiero cristiano democratico, la realizzazione invece rientra a pieno titolo nella prassi democratico-cristiana. La novità che ha lasciato increduli i consiglieri regionali tutti è scaturita dalla narrazione sui temi legati al lavoro nella quale è venuto fuori l’animo e il pensiero dell’uomo di sinistra – a questo punto pare che a Iorio, maestro e ispiratore politico dell’attuale governatore, siano stati somministrati i sali: “perseguiremo i seguenti obbiettivi: 1) difendere il principio del lavoro professionalizzante; 2) aggredire lo sfruttamento sul lavoro; 3) garantire il rispetto dei diritti e della legalità sui luoghi di lavoro; 4) attuare una drastica semplificazione tra pubblica amministrazione ed imprese;”. Dopo queste dichiarazioni chiunque avrebbe capito di stare su Scherzi a Parte, i consiglieri regionali no: loro hanno continuato a sognare!
A tutt’oggi, non siamo a conoscenza di un solo provvedimento, legislativo o amministrativo, che in qualche misura abbia inciso sui temi del lavoro, dello sviluppo, del welfare; ma siamo certi che il governatore ci stia pensando e che in una bella serata di maggio ce ne parlerà, forse.☺
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