gli allegri bricconi   di Domenico D’Adamo
1 Dicembre 2013 Share

gli allegri bricconi di Domenico D’Adamo

“Il merito va a tutto il Molise”: questo, il presidente Frattura il giorno 13/11/2013, in occasione dell’approvazione di un emendamento predisposto da tutta la delegazione parlamentare molisana e presentato in commissione dal solo senatore Ruta, all’interno della manovrina di fine anno (la solita solfa di cui si parla da tempo, un provvedimento che autorizzerebbe, il condizionale è d’obbligo, la regione Molise a spendere 15 milioni di euro per i lavori di ricostruzione post-sisma, in deroga al patto di stabilità). Prima dell’estate, la stessa compagnia di allegri bricconi, si era spericolatamente attribuito il merito di una analoga iniziativa ed anche in quella occasione il governatore si era sperticato in riconoscimenti lusinghieri, non solo per l’impegno profuso e la competenza dimostrata dalla delegazione parlamentare di centro-sinistra ma, e soprattutto, per l’azione sinergica messa in campo da questi ultimi e la sottosegretaria molisana di centrodestra. Solo dopo due mesi si scoprì che gli splendidi, miracolo delle larghe intese, avevano inserito nella legge sulle emergenze una “cosa per un’altra”. Ad essere onesti non fu il caldo estivo a fregarli e neanche la fretta. Questi signori, negli anni successivi al sisma, del problema della ricostruzione non se ne sono mai occupati. Naturalmente, a seguito della “formidabile azione sinergica”, le casse della regione non videro il becco di un quattrino.
Sono grato al governatore per avermi attribuito, insieme a tutti i molisani, il merito di questa brillante operazione, ma devo confessare che io non c’ero e non vorrei appropriarmi di meriti che non ho, così come non vorrei ritrovarmi nella merda come è successo a loro l’estate scorsa. Sarò irriconoscente ma, come per la precedente, anche questa volta il merito va solo a Ruta, Leva e Venittelli, i quali, oltre a questa replica, per non farsi mancare proprio nulla, hanno assunto l’impegno a tirare fuori, non dalle loro tasche ma dal patto di stabilità, gli altri 331 milioni di euro, giusti quelli della delibera CIPE del 2011 che hanno consentito a Iorio di vincere le elezioni regionali poi annullate. La sottosegretaria larinese, per non essere da meno, si è invece impegnata a ritrovare anche i soldi della Termoli-San Vittore, quelli della stessa delibera andati poi agli amici campani, ma, siccome a tutt’oggi di denari non se ne sono visti, è probabile che si sia persa nei pressi di Telese, insieme al ministro Lupi con il quale si era impegnata a ritrovarli. Non vorremmo sembrare pedanti ma è il caso di precisare che se il parlamento prima della fine dell’anno farà propria la proposta di Ruta e compagni, checché ne pensino loro, quei soldi basteranno appena a pagare una parte dei lavori già fatti e nulla resterà né per riavviare la ricostruzione né per mantenere in piedi la mastodontica struttura tecnico-amministrativa.
È proprio vero che gli scanzonati parlamentari indigeni, quando non la sentono, la puzza, stanno male e sono capaci di ingoiare tonnellate di lassativi pur di sentirsi a casa. Il Senatore Ruta, infatti, sogna di ospitare 12 mila vacche nel feudo dell’assessore all’ agricoltura per trascorrere insieme a loro e al consigliere Totaro le vacanze  natalizie, Iene permettendo: parlano di deiezioni, loro, mica di merda e sono convinti che senza di quella il Molise non ha futuro. Hanno perso il lume della ragione per via delle manzette e non si accorgono che dietro a loro non c’è più nessuno. La puzza, perché c’è anche chi la combatte, li ha fatti scappare tutti: le organizzazioni sindacali non le vogliono perché il progetto Granmanze non trova alcun riscontro e sviluppo in regione e non è quindi in linea con la programmazione regionale; gli imprenditori agricoli perché da quel progetto non ne traggono alcun vantaggio in quanto il 70% dei prodotti che alimenteranno gli animali saranno forniti da altre regioni; i cittadini comuni perché preoccupati dall’enorme impatto ambientale che le manze così concentrate in un solo posto produrranno; e loro cosa fanno? Vanno in pellegrinaggio in una località della Spagna per aver informazioni su quanto puzza la merda di vacche.
Per fortuna i dubbi ce li ha fugati tutti la Granarolo che, per bocca del suo presidente, ha spiegato che chi vivrà nelle vicinanze dell’impianto non deve temere olezzo alcuno in quanto Eolo ha promesso che sposterà altrove la puzza. II manager ci ha anche spiegato che quella parte del progetto che prevede la presa in pensione e cura, fino a due mesi prima dal parto, delle 12 mila manze, non è stata realizzata in Emilia, in quanto lì c’è la nebbia. Che questo signore abbia visto il simpatico film di Zalone è un bene, specialmente se non è abituato a ridere. Non vogliamo commentare le amenità espresse sullo studio dei venti che portano la puzza altrove, ma siamo a conoscenza che la regione Emilia Romagna stanzia fondi regionali ed europei per bonificare l’ ambiente e non per inquinarlo, figuriamoci se avrebbe finanziato un progetto che prevede la produzione di 60 mila tonnellate di merda all’anno, oltre alle migliaia di ettolitri di piscio ancora più inquinanti del letame. Intanto, i tecnici della Regione Molise, hanno espresso, anche se con con una serie rilevante di criticità, parere favorevole su di un progetto che “promette una cosa e ne fa un’altra”. Pensare che il progetto nasce dall’idea di migliorare la qualità della filiera del latte, ma  in Molise non se ne produrrà neanche un litro. Con questa iniziativa imprenditoriale i vantaggi andranno alle aziende emiliane, pugliesi e lucane che produrranno latte di qualità, e il Molise? Curerà la filiera del letame, in linea con quanto previsto dall’art. 3 parag. 2.2 dal PRS 2007/2013 per la collina interna regionale. A proposito, ma l’agro di San Martino in Pensilis si estende verso il mare o sulla collina interna? Meditate gente, meditate!! ☺
domenicodadamo@alice.it

 

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