Grammatica e costituzione
11 Settembre 2022
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Grammatica e costituzione

Questo scherzoso decalogo, che sembra fare il verso alle dieci leggi che, secondo la Bibbia, furono date da Dio a Mosè sul Monte Sinai, è in realtà una vignetta che vuole sciogliere con leggerezza qualche piccolo dubbio grammaticale. L’autore, Manolo Trinci, l’ha scelta per aprire Le basi proprio della grammatica. Manuale di italiano per italiani (Bompiani, 2019), in cui ha raccolto, ampliandoli, i contenuti pubblicati quasi ogni giorno e con grande successo sulla sua pagina Facebook Gram-modi e sul profilo Instagram collegato (@manolo_trinci).

Il secondo dei dieci grammaticamenti, “Non nominare il nome di Luca Serianni invano”, offre qui l’occasione di ricordare brevemente il grande linguista scomparso lo scorso 21 luglio. Tre giorni prima era stato investito da un’automobile a Ostia, non lontano da casa sua, mentre attraversava sulle strisce pedonali.

Docente e poi professore emerito presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Serianni aveva legato il proprio nome in particolare al dizionario Devoto-Oli, di cui era stato curatore nel 2004, per poi approntare come coautore il Nuovo Devoto-Oli nel 2017. Con Pietro Trifone aveva in precedenza pubblicato una importante Storia della lingua italiana in tre volumi. Fra gli altri suoi innumerevoli lavori, è bello ricordare Parola di Dante, uscito nel 2021 in occasione dell’anno dantesco: con lo stile e il garbo che gli erano propri, Serianni vi esplora le varie parole ed espressioni dantesche che, nel corso dei secoli, hanno continuato ad alimentare il serbatoio linguistico italiano, talvolta consolidandosi come vere e proprie formule, di cui spesso si ignora l’origine. Innumerevoli anche le cariche da lui ricoperte: socio dell’Accademia della Crusca e dell’Accademia dei Lincei, è stato anche membro dell’Accademia dell’Arcadia, vicepresidente della Società Dante Alighieri e coordinatore del Comitato scientifico del neonato Museo della lingua italiana di Firenze.

Commuove la circostanza che il Ministero dell’Istruzione avesse affidato proprio a lui, lo scorso 13 giugno, il compito di dare ai maturandi dei consigli per affrontare la prima prova scritta (https://www.youtube.com/watch?v=RnCd30n-vR8). Ma un altro suo grande lascito è in un passaggio dell’ultima lezione tenuta ai suoi allievi, nell’aula magna di Lettere alla Sapienza il 14 giugno 2017, in occasione del suo pensionamento, e intitolata Insegnare l’italiano nell’università e nella scuola: “Ho avuto, nel mio lavoro, come riferimento, il secondo comma dell’articolo 54 della Costituzione, che dice: «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore». Per questo ho chiesto ai miei allievi: «Sapete cosa rappresentate per me? Voi rappresentate lo Stato…». Spero che questa affermazione possa lasciare traccia di sé in quanti, un giorno, dovessero ricoprire cariche pubbliche. Non sta a me qui stabilire se io abbia adempiuto al precetto costituzionale…”». Coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, come insegnante o come collega, testimoniano quanto profondamente vi abbia adempiuto, ma queste sue parole non possono, in particolare in questi tempi, non suonare come un monito per tutti, in tema di cariche pubbliche.☺

 

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