I due pulcini
25 Maggio 2017
laFonteTV (3191 articles)
Share

I due pulcini

Abbi cura di teabbine curafatti voler beneti voglio beneho fiducia in te … ed altre espressioni comuni sono state “decostruite e ricostituite ad arte dal sistema, che non serve, ma si serve”.

Ho avuto un’esperienza, in corso mentre scrivo, con una incubatrice. Una incubatrice? Yes,yes! Una incubatrice! Dopo 22 giorni, dall’incubatrice di quello del Colibrì (mio figlio Alessio me lo ha regalato a Natale 2016), sono nati due pulcini. Non sapendo cosa fare, sono andato a leggere le istruzioni in inglese e le notizie in rete. Ho costruito “un rifugio per i neonati – una nursery in garage” scaldandola, non avendo altro al momento, con un phon. Il pomeriggio è passato tranquillo. La notte mi preoccupava; Paola si è preso il compito di scaldarli prima di andare a dormire, considerando che va a letto tardi; io avrei dovuto riscaldarli appena sveglio al mattino presto, ovvero verso le cinque. Ma …mi sono svegliato tardi, alle sei e mezza, ed ho trovato stecchiti i due ospiti. Mentre li rigiravo tra le mani, cercando di capire la causa del decesso, uno di loro ha mosso una zampetta. Mah, ancora stecchiti, li ho rimessi nella nursery ed ho riacceso il phon più per pigrizia che per convinzione di rianimarli. Dopo un’oretta sono andato per procedere al rito funebre, antipatico anche quando si tratta di due pulcini, ma …sorpresa: sgambettavano nella nursery! Miracolo? Sicuramente no: non avevo perso la speranza e non avevo rinunciato ad averne cura, nonostante le apparenze ed i probabili errori.

Il ci penso io è diventato pensaci tu cellulare, tv, banca, politico, patronato, sindacato, professionista, professore, mamma, papi … “ci pensino gli altri sostanzialmente” nonché la perniciosa “rassegnazione” e si alimentano i conflitti e le deleghe, che fanno profitto! io intanto seduto sulle mie comode “disattenzioni omissive”, commento e giudico”. No, non è così che funziona e funzionerà la nostra esistenza!

Io mi occupo di te, significa una serie di atti concreti che impegnano me tutore e se durante la notte è necessario vegliare, io lo farò; se è necessario per la tua sopravvivenza avere strumenti tecnici migliori delle mie buone intenzioni e più efficaci di queste, io le procurerò: Non è prevista la delega alle mie responsabilità. La fatalità è una condizione esistenziale, ma le omissioni sono una responsabilità soggettiva!

Contra spem in spe, indica una dedizione nei confronti del soggetto affidato alla nostra cura che esclude la delega, ma include il fallimento. Nella società civile, trattandosi di “uomini e donne accomunati da un gioco di regole democratiche”, le responsabilità sono riconducibili al soggetto della democrazia, che non è un astratto popolo, ma sono io con gli altri.

Negli atti burocratici, nelle azioni amministrative così come nel quotidiano delle nostre azioni, ovvero negli atti concreti “politici”, la responsabilità del portare a termine l’atto concordato, definito e regolato, è individuale. La via comoda non è la delega o la rassegnazione, ma semplicemente fare la mia parte nel rispetto delle regole, rinunciando al gioco delle tre scimmiette io non vedo/non so – io non sento/non ho capito/non ho ascoltato – io non parlo/se c’ero dormivo e talvolta oltre le regole!

Soprattutto, il gioco democratico impone la coerenza del soggetto io tra parole, scritti e fatti: se il parcheggio non lo trovo sotto casa, l’ufficio, la palestra, il negozio lo vado a cercare altrove, ma non parcheggio in doppia fila, sul marciapiede, davanti agli ingressi etc.; se la cicca … se … etc. Ma noi, o molti di noi, cercano alibi funzionali non al mi prendo cura di, ma al mi fa comodo che – non ascolto – non devo pulire io – non spetta a me – chi se ne frega – manca il personale … etc.

In ospedale (un esempio per tutti), in particolare al “pronto soccorso”, ma non solo, ci si è adagiati sul giochino dei colori che determinano precedenze. Ma il giochino è finalizzato a garantire l’assistenza dovuta al paziente; il giochino prevede la funzionalità del servizio, non è un alibi per far soggiornare ore in agonia nell’androne di un ospedale chi ha bisogno di cura. Se il giochino non garantisce efficacia e tempestività nella prestazione, si ha il dovere di trovare e rivendicare altre modalità e questo è un dovere/responsabilità che compete a chi lavora in quel servizio. Invece la responsabilità viene scaricata al sistema e/o dirigente come fonte neutra di un comodo alibi, ovvero il soggetto si aliena.

Un giorno di tanti anni fa, accompagnai uno studente al pronto soccorso per una ferita all’occhio durante una partita didattica di basket. Passati 15 minuti di attesa, sono entrato senza bussare, naturalmente fui “sbattuto” fuori; attesi altri 5 minuti, dopodiché bussai ed aprii la porta. Ma lo vuole capire che deve aspettare? mi disse la solerte infermiera, ed io: certo, che l’ho capito! Ma si dà il caso che io sono un docente e qui c’è uno studente che ha bisogno di cura adesso. Se devo aspettare, mi metta per iscritto l’ora in cui io sono arrivato con lui e lo firmi! … in alternativa chiamo i carabinieri per il verbale! chiuse infastidita la porta e dopo cinque secondi (!!) fece entrare lo studente per le “dovute attenzioni”!

Ho fatto, farò .. e facciamole (!) cose analoghe con enti istituzionali, politici, amministratori e … pulcini, convinto spes contra spem che non sono immune da fallimenti ed errori, ma io non rinuncio a prendermi cura di chi incrocia i miei passi e non mi rassegno all’errore, al fallimento, alle omissioni e neanche a rivendicare il diritto di esserci hic et nunc: condizione essenziale delle soggettività vecchie e nuove!

laFonteTV

laFonteTV