I forzati della 17
15 Gennaio 2019
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I forzati della 17

L’inverno morde. Anche se l’inizio è stato piuttosto un prolungamento del benevolo autunno, i prodromi della stagione che sta arrivando, si fanno sentire tutti. Così, in un paesaggio interamente imbiancato dalla rugiada posata ovunque e ghiacciata da un gelo notturno che fa scendere la colonnina di mercurio diversi gradi sotto lo zero, lo scenario che si presenta agli occhi di chi si mette in viaggio alle prime ore del mattino è indubbiamente di una bel- lezza mozzafiato, se non fosse effimera come ogni cosa bella che si rispetti.

Lungo la lingua di asfalto della Statale 17 che congiunge Campobasso con la Puglia, è un succedersi continuo di auto, furgoncini, bus e sporadicamente camion delle cubature più diverse. In viaggio verso la Puglia, lasciato uno scenario candido alle spalle, la nebbia inizia a fare capolino. È tuttavia quando si intravede la segnaletica del bivio per Volturara Appula che inizia l’ incubo. I cartelli lampeggianti che annunciano i lavori in corso si distinguono a stento nella nebbia, che si diraderà auspicabilmente solo quando il ristagno dell’aria ferma del fondovalle sarà un lontano ricordo, molti metri più in su, ma che tornerà puntualmente al ritorno serale nel buio prematuro dei pomeriggi invernali.

Quello che sembra il racconto di un viaggio verso una mèta di piacere è invece un piccolo frangente del viaggio che i pendolari molisani da un lato e pugliesi diretti verso il Molise dall’altro, devono intraprendere ogni giorno dopo l’annunciata chiusura della galleria di ‘Passo del Lupo’ dallo scorso novembre, parte integrante della ‘Variante di Volturara’, nome sconosciuto ai più o per lo meno ai non viaggiatori di quelle zone, diversamente da coloro che intraprendono quel viaggio giornalmente.

La chiusura del breve ma essenziale tratto di strada sopracitato, al fine di consentire l’intervento di ammodernamento dell’impianto tecnologico antincendio di quel tunnel che alla sua uscita schiude le porte del Tavoliere, costringe la circolazione leggera a deviare lungo la strada provinciale 145 (ex SS 17), i cui chilometri in più rispetto al percorso ordinario, la pericolosità maggiore e la variazione altimetrica sono constatabili solo affrontando personalmente il percorso. Per citare un esempio: l’autobus che trasporta gli impiegati statali e studenti da Campobasso verso Foggia e viceversa, che normalmente partiva alle 6,15 del mattino per terminare la sua corsa circa un’ora e mezza più tardi nel capoluogo pugliese, adesso per arrivare allo stesso orario, utile per andare in tempo a lavoro deve partire circa un’ora prima, intorno alle 5,15.

Ciò che meraviglia, al di là del fatto che si tratti di interventi cantierati mesi fa e certamente necessari, è la tempistica con la quale vengono effettuati. Appare scellerato, senza tema di smentita, iniziare un intervento all’inizio del mese di dicembre con prosecuzione nei mesi a venire, nella stagione più fredda, più buia, deviando il traffico su una vecchia statale che si inerpica tra le montagne, con un fondo stradale vallonato e dissestato, priva di segnaletica e dei più elementari dispositivi di sicurezza, senza considerare ciò che potrebbe accadere con l’arrivo della neve.

Quando si lascia la statale 17 e si svolta verso Volturara, inizio della deviazione, da subito il primo tornante annuncia che non sarà un’ascesa facile: il dislivello dice che dai 150 metri del fondovalle, si salirà fino a sfiorare la Coppa San Pietro, a circa 900 metri di altitudine. Tornante dopo tornante, si entra e si esce dal bosco, dove brina e ghiaccio sono sempre in agguato, poiché dove il sole non riesce a farsi spazio durante l’estate in mezzo al fitto degli alberi, figurarsi d’inverno. Terminate queste considerazioni, si giunge finalmente a Volturara, realtà oggi nota per aver dato i natali al premier Conte. Qui, non si è neppure a metà del percorso: ci sarà ora il vero importante dislivello da affrontare, fino a giungere alla ‘Cima Coppi’ del nostro viaggio da pendolari, sfiorando la cima di monte Sambuco. Solo allora inizierà la discesa verso la Puglia, per giungere a Motta Montecorvino, che superata agevolmente, tra lo stupore degli abitanti del posto la cui quiete è turbata da un flusso di veicoli senza precedenti, dopo circa una ‘decina’ di tornanti, ci si immette lungo l’agognata statale 17, che a quel punto appare quasi come un miraggio, senza esagerazioni, per poter così proseguire il viaggio finalmente su un percorso lineare.

Fatta l’andata ci sarà poi da affrontare il ritorno, stavolta al buio e questo per almeno cinque o sei giorni lavorativi settimanali. Includete in tutto ciò la variabile ‘inverno’. La domanda sorge spontanea: è davvero questa la considerazione che si ha per la nostra regione a livello nazionale? Nonostante gli interventi siano indifferibili, possibile mai che si preferisca mettere a repentaglio l’incolumità degli automobilisti, degli studenti, piuttosto che anticipare o posticipare di qualche mese gli interventi previsti, in modo da non arrecare danni all’utenza?

Tra tante incongruenze, questa appare l’esaltazione massima delle contraddizioni. Sospettare un parallelismo tra la prossima fine dell’anno solare ed il solerte inizio dei lavori, pena la perdita degli stanziamenti previsti per il capitolo, appare uno scenario abbastanza probabilistico. E allora, nonostante tutto, val bene il disagio di qualche pendolare di periferia che percorre strade ai margini degli interessi politici. E se lo stesso fosse capitato sulla Mestre-Venezia, ad esempio, sarebbe stato possibile tutto questo?

A domande più grandi di noi, evidentemente, non possiamo avere l’ardire di rispondere. La notte porterà consiglio, prima di mettersi nuovamente in viaggio, domattina.

Il nostro appello, quello di comuni cittadini, resterà certamente inascoltato, ma consentiteci almeno, di far sentire forte il nostro grido di dolore verso una situazione di profondo disagio.☺

 

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