i nostri errori    di Michele Petraroia
30 Dicembre 2011 Share

i nostri errori di Michele Petraroia

 

Il Governo Monti ha varato una manovra dura per tentare di salvare l’Italia, ma la speculazione internazionale, che ha preso di mira l’Unione Europea, dispone di capitali illimitati e persegue l’obiettivo di far saltare l’euro per far sprofondare il Vecchio Continente nel baratro e agevolare le potenze asiatiche in un conflitto globale che rischia di seppellire le conquiste civili, sociali e politiche della principale area del mondo che coniuga il capitalismo con la democrazia. In questo scontro epocale sono in gioco secoli di lotte, rivoluzioni e mobilitazioni riformiste.

Asserragliarsi negli anfratti del passato, illudendosi di fermare le ingiustizie sociali e la povertà con le grida manzoniane, è un esercizio psicologico che libera le coscienze ma non incide sui processi economici in corso. L’Italia deve spingere per una rapida unificazione politica dell’Europa con tanti saluti agli euroscettici inglesi e ritessendo i rapporti con i socialisti francesi e coi socialdemocratici tedeschi. I sacrifici imposti con una manovra iniqua rischiano di essere inutili se non si orientano verso uno sbocco politico europeo che acceleri il processo di unificazione e serri i ranghi contro le liquidità fluttuanti dei capitali cinesi e americani che tentano di demolire l’euro per imporre la leadership mondiale del dollaro da una parte e dello yuan dall’altra. In un simile contesto bisogna attrezzarsi per una buona politica anche sul nostro territorio rifuggendo da scorciatoie berlusconiane, ribellismi inconcludenti e frammentazione di una sinistra che se già procede unita è largamente minoritaria in Molise.

A maggio il TAR potrebbe accogliere il ricorso elettorale, annullare le regionali del 16 ottobre e determinare, dopo il passaggio al Consiglio di Stato, il ritorno alle urne entro il 2012. In questo arco temporale ci sarà una riorganizzazione del centrodestra, un riposizionamento delle lobby affaristiche, una risistemazione verticistica del centrosinistra e cresceranno movimenti protestatari fini a se stessi. Il vasto e variegato arcipelago della società civile, che pur si è mobilitato in Molise in battaglie sull’acqua pubblica, per la pace, contro l’eolico selvaggio e i rifiuti tossici, per la legalità, per le scuole sicure, per il diritto al lavoro, contro lo spopolamento delle aree interne, e in difesa della sanità pubblica, che farà? Oltre ad incalzare giustamente il centrosinistra per scongiurare futuri errori politici, fughe conservatrici, accrocchi elettorali e trasformismi mercenari, di suo cosa sarà in grado di elaborare e proporre alla società molisana? Credo che fuori dalle astrazioni sui massimi sistemi, qui e ora, serva fare un’analisi degli errori commessi da questo arcipelago di forze, soggettività e associazioni nel recente passato, per non cadere nuovamente nella trappola di ritrovarsi all’ultimo minuto senza idee e proposte operative effettivamente efficaci, unitarie e vincenti.

Le elezioni del 16 ottobre ha voluto perderle scientemente la sinistra dei duri e puri che prima si sono ritirati dalle primarie del centrosinistra, perché non condividevano la proposta di candidatura di Paolo Di Laura Frattura, e con la loro assenza nel Comitato per le Primarie hanno permesso l’ammissione della stessa con 4 voti contro 3. Sarebbe bastato che le due forze che si sono ritirate fossero state presenti al voto per bocciare con 5 voti contro 4 l’ammissione di Frattura alle Primarie. Ovviamente le stesse formazioni che hanno preso le distanze dalle primarie del centrosinistra sono regolarmente confluite nell’alleanza regionale e gli stessi uomini che urlavano alla luna sulla mutazione genetica della sinistra si sono candidati nelle liste al proporzionale, andando a chiedere in giro per il Molise i voti per Paolo Di Laura Frattura. I movimenti avrebbero potuto candidare un proprio esponente alle primarie e in quel caso lo avremmo sostenuto tutti energicamente per ripetere l’esperienza di Milano. Ma a nulla è servita la mia battaglia nel PD per spostare la data di scadenza per la presentazione delle candidature alle Primarie da fine giugno al 14 luglio, perché il 14 mattina non sussisteva né l’ipotesi del magistrato Giuseppe Narducci, né quella del sociologo Domenico De Masi, né altre. Il variegato arcipelago della società civile sostenne di non essere interessato a quel percorso perché il solco era tracciato, si sapeva già il nome del vincitore e quella proposta veniva ritenuta interscambiabile sul piano culturale prima che politico con l’altra del centrodestra. Questo assioma ha causato la sconfitta del 16 ottobre alle regionali. Ho dimostrato in solitudine, rinunciando a un mese di campagna elettorale per le primarie per i chiarimenti romani, nonostante il ferragosto, l’anticipo delle consultazioni al 4 settembre e la sproporzione di mezzi economici, appoggi politici e sostegni di varia natura, che i cittadini molisani erano pronti per una candidatura di sinistra alla Presidenza della Regione prendendo il 30% contro il 39% di Frattura. Sarebbe bastato un minimo di aiuto per recuperare uno scarto di poco più di mille voti con un esito diverso per le regionali.

Mi voglio augurare che nei prossimi dodici mesi non si perseveri in discussioni fantasiose e ci si misuri seriamente su proposte concrete che ovviamente non mi coinvolgeranno nella maniera più assoluta: la si smetta di criticare, polemizzare, puntare il dito contro le macroscopiche nefandezze del centrosinistra e qualche volta si analizzino i propri errori per non continuare a ripeterli. Errare è umano. Perseverare è diabolico! ☺

petraroia.michele@virgilio.it

 

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