i rospi
22 Aprile 2010 Share

i rospi

 

Tutti almeno una volta nella vita ci siamo trovati ad ascoltare, o a raccontare, la Favola “Il Principe Rospo” nella quale si narra di un Principe, vittima di un maleficio che lo aveva trasformato in rospo, che viene liberato grazie al bacio di una inconsapevole ragazza che non badò affatto all’aspetto esteriore di questa creatura. Una morale molto bella che però non ha reso il rospo più amato di allora e le persone meno superficiali!

Mentre tutti sanno che se baciano i rospi questi non si trasformeranno mai in principi, pochi sanno che il rospo non è affatto un animale velenoso per l’uomo e che non spruzza veleno o urina negli occhi. Credenze e superstizioni popolari hanno trasformato questo innocuo animale in un “essere  malefico, velenoso e da evitare a tutti i costi”. Ancora oggi c’è chi ci crede e qualcuno ha l’incivile usanza di infilzarli senza motivo nonostante siano specie tutelate da apposite leggi europee, nazionali e regionali. Il rospo è, invece, un vero e proprio insetticida naturale: grazie alla sua voracità mangia una grande varietà di insetti e lumache catturandoli con una lingua lunga e appiccicosa  e quindi si rivela un utile alleato per i giardinieri e gli orticoltori. 

Il più diffuso è il Rospo comune (Bufo bufo) che raggiunge le zone umide solo durante il periodo degli accoppiamenti compiendo delle piccole migrazioni che gli possono costare anche la vita (se implicano l’attraversamento di strade). Durante la migrazione non è raro incontrare le femmine che trasportano sul dorso i maschi pigroni ed opportunisti che in questo modo hanno la compagna già a portata di zampa! Il trasporto è facilitato dalle dimensioni della femmina che può misurare anche 21 centimetri (il doppio delle dimensioni del maschio che pesa appena 20-30 grammi). Identificare il Rospo comune sulla terraferma è molto facile perché si muove lentamente e preferisce camminare anziché saltare. Inoltre possiede una colorazione bruno-olivastra o grigio-brunastra. La pelle bitorzoluta dei rospi, pur assolvendo egregiamente alle funzioni di “organo respiratorio”, è spessa e coriacea e quindi è difficilmente confondibile con quella liscia e lucida delle rane. Grazie alla sua pelle ed alle abitudini notturne, i rospi riescono a vivere per gran parte dell’anno anche in ambienti poveri di acqua senza subire grandi perdite di liquidi. Questa specie raggiunge la maturità sessuale in media verso i quattro anni e può vivere, in natura, fino a circa 10 anni. Nonostante sia una specie a basso rischio di estinzione, negli ultimi decenni le popolazioni si sono ridotte significativamente a causa delle grandi mortalità dovute al traffico automobilistico durante le migrazioni e alla scomparsa ed al deterioramento dei siti adatti alla loro riproduzione. 

Più piccolo e più elusivo del suo parente stretto, il Rospo smeraldino (Bufo viridis) presenta una colorazione vivace ed appariscente per via delle numerose macchie di colore verde presenti sul dorso e spesso anche per i puntini rossastri dei tubercoli (fori predisposti alla respirazione). Il periodo degli amori di questa specie è più lungo di quello del Rospo comune: i maschi possono rimanere in acqua anche per più di due mesi ed il loro richiamo d’amore è molto caratteristico e  somigliante al trillo di un grillo. Gli esemplari di questa specie possono raggiungere gli 11 anni di età anche se è una specie piuttosto localizzata e non abbondante.

Una strategia di difesa dei rospi è quella di gonfiare il corpo ed alzarsi sulle zampe posteriori per sembrare molto più grossi e minacciosi di quanto siano in realtà. Tuttavia, non sempre questa tecnica ha l’effetto sperato e quindi attuano una seconda tecnica secernendo, dalle ghiandole situate ai lati della testa, piccole goccioline di una sostanza che risulta irritante per le mucose del  predatore che li ha incautamente afferrati con la bocca.

Ancora più piccolo (fino a 5 centimetri e mezzo) e più caratteristico è l’Ululone dal ventre giallo (Bombina pachypus) che presenta, come indica lo stesso nome, una colorazione giallo brillante sul ventre e disegni grigiastri. Il dorso possiede invece una colorazione più mimetica: grigio-brunastra. E’ una specie endemica dell’Italia appenninica e si distingue dalle due precedenti specie anche per la forma della pupilla che in questa specie è a forma di cuore. Una strategia di difesa tipica dell’Ululone è quella di rigirarsi sul ventre per dire “non sono commestibile!”.

Sia che si tratti di rana o di rospo che di tritone o di salamandra, la loro vita ha inizio fuoriuscendo da un uovo (deposto in acqua) sotto forma di un minuscola larva (girino) dotata di branchie. La loro vita legata all’acqua e la caratteristica della pelle fanno degli Anfibi gli animali più sensibili all’inquinamento ed ai cambiamenti climatici: diverse sono le specie estinte ed in via di estinzione nel mondo anche a causa della distruzione e frammentazione degli habitat acquatici e l’uso indiscriminato di sostanze chimiche in agricoltura.

Verso la fine di febbraio e la metà di marzo i primi rospi inizieranno la lenta migrazione per tornare a riprodursi nei luoghi di nascita (sperando che la mano dell’uomo non li abbia già cancellati) e quindi è necessario fare un po’ di attenzione a non investirli. Una più attenta protezione delle zone umide e dei corsi d’acqua, lasciando crescere la vegetazione spontanea, evitando di inquinare, sono alcune delle azioni di conservazione per proteggere questi delicati animali.   ☺

 

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