il bell’antonio
31 Agosto 2010 Share

il bell’antonio

 

Fin dalla più giovane età

si è sempre distinto per signorilità.

Basista e democristiano,

scalò gli scranni mano mano.

Sindaco, Presidente e Assessore,

sempre nel pieno del fulgore.

Attivo, dinamico e competente

si è iscritto al partito dei perdenti.

A nulla son servite 4 mila preferenze

perché è stato messo in penitenza.

Forse oscurava Don Michele da Morrone

e l’hanno mandato in pensione.

Forbito, elegante e garbato,

è stato sonoramente bocciato.

Troppi contatti e un mare di consensi

in politica producono dissensi.

Nella nuova Diccì venne eletto

ma il prode Orlando gli fece il cacchietto.

L’Emilio, montanaro in quel di Agnone

se lo cucinò nel pentolone.

Senza voti e col ciuffo  alla Cavallo Pazzo

diventò assessore nel Palazzo.

Per paura di ripensamenti

si adoperò per il definitivo siluramento.

Dal partito l’han cacciato

e ancora non se n’è capacitato.

Vaga silente, ondeggia e si defila,

ma ha gonfia la bile.

Non è possibile non è concesso

che il bell’Antonio è retrocesso.

Ma come si fa a fare un torto

a un ex-sindaco di Colletorto?

Senza parlare di Palazzo Magno

dove aveva un proprio Regno.

Si lasciò tentare dal Michelone

che lo fece eleggere nel listone.

Gli diede pure l’Assessorato

per pagargli il prezzo del peccato.

L’amico Giovanni da Casacalenda

ancora lo cerca nelle sue lande.

Ma che bel Chieffo avrà pensato

quando ha visto che era scappato.

Col tempo però avrà riflettuto

che è stato usato e solo spremuto.

Oggi vivacchia alla giornata

e batte Tosto in ritirata.

Solo se si parla di trasporti

ecco che lo scorgi sulla porta.

I vecchi amici continua a sostenere

con barche, pullman e corriere.

Sui lavori pubblici si accalora

ma Velardi rammenta che è lui l’Assessore.

Pure i preti si sono allontanati

vedendolo così isolato.

Ma pur in ambasce e in angoscia

il bell’Antonio non si affloscia.

Da  clericale, saggio e perfetto,

già assapora la vendetta

di un Senatore, si sussurra e si borbotta,

per preparare il controfagotto.

Pure Di Pietro il Montenerese

sarebbe pronto a fargli le spese.

Di sicuro renderà la pariglia

al di là di chi se lo piglia.

Troppo violenta la scaricata

per restare invendicata.

Quel che insegna di Antonio la storia

e che in Molise c’è poca memoria.

Al diavolo ha ceduto per tentazione

e sulla pelle ne paga la lezione.

Rendiamo onore al silenzio di un signore troppo bravo per far l’Assessore.

Il Brigante del Matese

 

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