Il buco e la pezza
6 Gennaio 2015 Share

Il buco e la pezza

Complimenti al governatore!! Il presidente Frattura, dopo tanti sacrifici finalmente si accinge a sedere nell’olimpo dei pasticcioni, superando come di prassi il suo maestro d’arte. Neanche a Iorio, pasticcione di razza, è mai riuscito così bene impastare le carte del terremoto. Ma andiamo con ordine, si fa per dire, per tentare di capire cosa è accaduto dopo il terremoto, in quel luogo inquietante che risponde al nome di Commissariato di Governo per la ricostruzione, nei primi nove anni e per i successivi tre, di Agenzia regionale di Protezione Civile.

All’inizio del 2004, il presidente della regione Molise, on. Iorio, quantificò in circa 5,5 miliardi di euro il fabbisogno per la ricostruzione, da subito ritenuta decisamente “ridondante” dal governo nazionale. Dopo circa otto anni dal tragico evento, e dopo innumerevoli contrasti con i vertici del dipartimento di Protezione Civile, il sub commissario, Romagnuolo, faceva pervenire al capo della protezione civile un nuova richiesta di finanziamento, determinata sulla scorta dei progetti preliminari di stima, forniti dai comuni e verificati dalla struttura commissariale che prevedeva una spesa pari a circa 3,5 miliardi di euro di cui solo 350 milioni per la sistemazione degli edifici maggiormente colpiti dal sisma, dentro e fuori del cratere. Sulla base di questa richiesta il comitato interministeriale per la programmazione economica, nell’agosto del 2011, decideva di destinare 346,2 milioni di euro alla ricostruzione delle abitazioni incluse nella classe A, condizionando l’effettivo esborso dei detti fondi alla sottoscrizione di apposito accordo di programma quadro tra il Ministero dello sviluppo economico e la regione Molise, tutto ciò per evitare che i soldi destinati alla ricostruzione fossero utilizzati per altro. Appare del tutto evidente che se oggi i soldi non sono sufficienti a coprire le spese dell’intera classe A nella misura stabilita dagli atti normativi emanati dal governo nazionale e da quello regionale, evidentemente qualcuno ha sbagliato a fare i conti, ovvero  ha inserito spese non pertinenti rispetto alla causa che ne ha determinato l’erogazione, vale a dire con il sisma e con tutto ciò che lo stesso  ha prodotto.

Anche il più ingenuo dei tecnici avrebbe compreso che i preliminari di stima, redatti a volte sulla base di documentazioni catastali approssimative, non sarebbero risultati attendibili. Sarebbe stato necessario procedere invece a una più attenta ricognizione dei danni prima di dare i numeri, perché proprio di questo si è trattato, di numeri e non di fatti reali. Quando poi si è passato dalle chiacchiere alla redazione dei progetti esecutivi ci si è resi conto del buco: mancano i soldi e allora si prova a mettere la pezza. All’ inizio di questa storia infinita il governo centrale insieme alle autorità locali ha stabilito i criteri, le priorità, le quantità del contributo statale, i tempi dell’erogazione e non è possibile pensare di cambiare le regole in corso d’opera, senza rischiare di creare disparità di trattamento tra terremotati che fortunatamente sono rientrati nelle proprie abitazioni ed altri terremotati che oltre a vivere ancora nelle baracche subiscono, senza averne colpa, una riduzione dei finanziamenti statali. Con la discutibile decisione di rimodulare gli importi degli interventi di ricostruzione, la giunta regionale si è assunta la responsabilità di discriminare i cittadini, aventi identiche posizioni, in terremotati di serie A e terremotati di serie B, con il risultato che i cittadini ancora residenti nelle baracche di legno, oltre al danno del ritardo, subiscono anche la beffa di vedersi ridurre l’aiuto finanziario previsto dalla normativa ancora vigente ma palesemente disattesa.

Il genio malefico di chi ha trovato il rimedio – la pezza – alla mancanza di risorse economiche – il buco – andrebbe premiato con l’oscar alla stupidità, oltre che con un soggiorno premio, della durata di almeno dieci anni, da trascorrere nei meravigliosi villaggi della Protezione Civile, il nostro governatore, invece di impegnarsi a trovare le risorse necessarie fresche per dare risposte a tutti quelli che ne hanno diritto, che fa? mette in piedi  una serie di scherzetti, innescando così una guerra tra poveri; fissa termini perentori e condizioni capestro nella certezza che gli stessi non saranno rispettati, in definitiva prova a finanziare la ricostruzione con i soldi dei terremotati inadempienti; conferma, senza batter ciglio, una decisione iniqua e illegittima assunta dal suo predecessore, “anticipando” i fondi destinati alla ricostruzione per il risarcimento delle vittime del crollo della scuola. La chiamano anticipazione, i furbetti della Protezione Civile, ma tutti sanno che il comune di San Giuliano, debitore incapiente, insieme ad altri condannati, non potrà mai restituire quei dodici milioni di euro e così, anche in questa occasione, invece di ricorrere alla fiscalità generale per risarcire il danno prodotto dagli uomini e non dal terremoto, si impiegano denari destinati ai terremotati, come se fossero loro i veri responsabili di quella tragedia. Se la prende con loro, il presidente Frattura, che hanno avuto un solo torto in questa vicenda, quello di aver creduto nel rispetto delle regole, senza mai piegarsi agli inciuci.☺

 

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