Il discriminatore
11 Gennaio 2019
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Il discriminatore

Il Discriminatore è una “figura” così vicina ai nostri vissuti esistenziali al punto che ne facciamo un uso quotidiano, ma intriso di sentimenti ed opinioni. Il discriminatore per sua natura è neutro e noi … per distrazione, rischiamo di neutralizzarlo, il che annulla la sua funzione.

Sui vocabolari il Discriminatore viene descritto come “soggetto che formula giudizi e classificazioni, distingue e differenzia in base a dati oggettivi” (dal lat.  discrimināre, deriv. di discrīmen-ĭnis ‘separazione’, da discernĕre ‘discernere’). Con il termine oggettivo/oggettività, si designa una rappresentazione non ideologica, ma corrispondente alla realtà e non dipendente quindi da un’attività della coscienza intesa in senso as- soluto, perché un “dato” diventa oggettivo (obiettivo, imparziale, spassionato – che concerne o che ha per fondamento la realtà per sé stessa) quando viene distinto da sentimenti, opinioni e luoghi comuni.

Un esempio, che capita spesso nelle vicende della nostra vita, può essere utile per illustrarlo. Commissioniamo un lavoro in casa e ci dicono che costa €. 3.000 perché bla bla, e la cosa ci convince, perché noi non conosciamo costi e tempi. Non viene scritto niente o quasi e si eseguono i lavori. Conclusi i lavori, l’amico di turno, ci dice che i costi sono eccessivi, alcuni lavori concordati non sono stati eseguiti ed i lavori eseguiti non sono stati effettuati a regola d’arte. Chiediamo lumi a chi ha soprasseduto ai lavori nonché al titolare della Ditta e questi si appellano alla parola data, all’esperienza, ai costi dei lavori e a quella parolina magica che corrisponde al lavoro a corpo. Emozioni, sentimenti, paura, onore, rispetto … ci fanno mettere mano al portafoglio (… e sulle schede elettorali) e rischiamo di cadere nella trappola!

Ma esistono i preventivi scritti e precise tabelle (oltre a: storia – bilanci comunitari – esperienze – testimonianze e filosofie/ideologie sul “capitale”), che consentono di verificare costi e lavoro eseguito. In assenza, valgono sì, le opinioni, ma le opinioni che non contrastino con i ragionevoli dubbi; comunque, se opinioni sono, valgono come tali, ovvero vale la tua, ma anche la mia che, tra l’altro, devo sborsare denari e far “quadrare” i conti.

Ed ecco il Discriminatore: il denaro (i bilanci) ed i dati oggettivi (cosa si paga – a chi – con quali denari). La parolina magica lavoro a corpo e quella più bella di bilancio per il popolo, come i tecnici sanno, non esclude la descrizione dei lavori (le voci di bilancio) ed i costi previsti da precise tabelle, e soprattutto, vale la qualità, la quantità e la verifica oggettiva del lavoro/bilancio da effettuare con i diversi soggetti protagonisti di contrattazione: io ed il tecnico – noi e loro – Governo e Parlamento – Italia ed UE e … nacquero i mediatori: lascio alle competenze “alte” ed ai tecnici gli altri particolari.

L’oggettività è una concezione propria delle tendenze non idealistiche, ovvero realistiche. Semplificando: l’idealismo negando o riducendo il mondo oggettivo, esistente al di fuori e indipendente dalla coscienza, conferisce all’oggettività un valore soggettivo e spesso arbitrario; il concetto di oggettività si contrappone ai concetti delle rappresentazioni del mondo esteriore, considerate come segnisimboliallusioni, strumenti di qualche cosa di altro della realtà stessa degli oggetti naturali. Al contrario, le tendenze realistiche affermano che gli oggetti della realtà non rappresentano altro che se stessi o i loro componenti storici; l’estensione e i significati del termine sono in stretta relazione coi significati del termine “oggetto”.

Nelle relazioni umane, ovvero nei fatti concreti dell’esistere, qualcuno, salvando il proprio tornaconto e condiviso dagli altri hanno convenuto o, nel tempo di utilizzare un Discriminatore denominato denaro / mercato economico.

Al dunque si paga la prestazione o si mercanteggia, ciascuno cercando di ricavarne un utile. Quando questo risulta eccessivo, si parla di “divergenze – usura – appropriazione indebita – valutazione sproporzionata – sfruttamento …” e ciascuno provvede alle tutele del caso.

Nel caso portato ad esempio, la soluzione migliore è io non pago! … un po’ come il miglior preservativo esistente: no! Io non ci sto! … prevenendo e prevedendo le possibili violenze e/o ritorsioni.

Nel caso dei rapporti privati, internazionali, nella UE, negli episodi emigrativi, nelle guerre … è sempre opportuno fare i conti ed i conti in tasca ai soggetti protagonisti, per scoprire che la realtà delle cose è ben diversa dai film raccontati e da quelli rappresentati dai nostri illustri e/o poco lustrati concittadini “professionisti” e/o ammessi alle più alte cariche del governo della Nazione. Difatti, i “nostri al Governo”, sono chiamati a rivedere i conti/mercato economico/bilancio e, presto, anche quelli dei flussi migratori, perché, per distrazione volontaria, hanno dimenticato che questi sono determinati dal gioco di potere e sfruttamento economico dei popoli, dei migranti tra loro e dei “mercanti in casa propria”! Buona cosa sempre (!) è verificare i “punti di vista” e il Discriminator. Buon Anno a noi, alla Politica ed ai politici, con l’augurio di “andare sempre alle fonti, senza paura dei confronti, delle verifiche, delle critiche, dell’autocritica e con il coraggio delle scelte” … senza dimenticare che il capitale (come è stato ed è utilizzato) ha reso il mondo più povero e più diseguale (Pepe Mujica).

 

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