Il fiore del sultano
31 Marzo 2015 Share

Il fiore del sultano

“Parlano d’amore

i tuli tuli tulipan”…

… recitava una canzonetta italiana degli anni Quaranta, Tu -lipan, deliziosamente cantata dal Trio Lescano, che presentava i tulipani come simboli d’amore. In realtà uno stesso fiore può assumere significati diversi, a seconda della colorazione della sua corolla o dal modo in cui i fiori vengono presentati. Così come per la rosa, anche per il tulipano, il significato varia in base al colore: regalare un tulipano rosso equivale a una dichiarazione d’amore; il tulipano giallo indica un amore disperato, mentre il tulipano screziato è un omaggio alla bellezza degli occhi di chi lo riceve in dono; quello violetto suggerisce modestia.

Si capisce dunque che i tulipani hanno colori molto vari. Quelli più comuni sono il bianco, il rosso, il rosa, il giallo e l’arancione. Vi sono però anche colori più particolari, come alcune lievi sfumature blu, oppure il marrone molto scuro, indicato dai rivenditori come “nero” (ma non certo riconducibile al famoso spadaccino “Il tulipano nero”). Anche nella forma ne troviamo diversi: sono disponibili fiori dai petali fiammati, sfrangiati, arricciati. Effettivamente il tulipano è uno dei vegetali su cui la ricerca varietale si è scatenata maggiormente.

Proprio in virtù della forma del fiore, il suo nome deriva dal turco tullband, che significa “copricapo, turbante”, e per questo è chiamato anche il “fiore del sultano”. Originario della Turchia, di cui è il simbolo nazionale, fu importato in Olanda nel XVI secolo, dove raggiunse una grande popolarità quando il botanico Carolus Clusius, responsabile dei giardini olandesi, pubblicò un libro importante sui tulipani e trovò il modo per sviluppare molte varietà (circa 140, alcune delle quali molto rare e di conseguenza costose) dai molteplici colori e forme. Più passavano gli anni, e più varietà di bulbi, con fiori dai colori più diversi, divennero disponibili: si facevano persino scommesse puntando sui colori che sarebbero sbocciati dai bulbi. Questa corsa al bulbo causò una crescita esponenziale del loro prezzo: un singolo bulbo poteva essere venduto anche per dieci volte l’ammontare dello stipendio di un lavoratore medio. In Francia un solo bulbo di tulipano poteva costituire la dote di una fanciulla, tale era il valore attribuitogli. I bulbi si trasformarono così in merce di lusso – i più richiesti erano quelli che producevano fiori striati – e divennero talmente cari da essere utilizzati come moneta di scambio. Le contrattazioni avvenivano in casa del mercante Jacob van der Buerse (da cui prese il nome la Borsa), generando la famosa bolla dei tulipani. Oltre ad un mercato dai prezzi esorbitanti, non mancarono sperperi e speculazioni: la prima bolla speculativa documentata della storia del capitalismo si ebbe nel 1637, quando a una delle borse di bulbi non si presentò alcun compratore, fatto che fece crollare improvvisamente il loro prezzo. Ma la produzione e il commercio continuarono anche quando a poco a poco questa moda febbrile cominciò a venir meno. E ancora adesso la coltivazione di tulipani è una delle attività più redditizie dell’Olanda, che ormai quasi s’identifica col fiore del sultano.

I tulipani sono fiori tipicamente primaverili appartenenti alla famiglia delle Liliacee. Bulbose rustiche, si possono lasciare nel terreno anche tutto l’anno; oppure, a fine stagione vegetativa, quando le foglie disseccano, i bulbi possono essere dissotterrati e conservati in luogo buio, fresco ed asciutto, fino all’autunno, quando vengono interrati ad una profondità pari a circa il doppio del loro diametro. Il ciclo vegetativo della pianta è abbastanza breve: all’inizio della primavera i bulbi cominciano a germogliare, fioriscono in primavera inoltrata, e in estate le foglie già disseccano. Quindi le piante di tulipano necessitano di cure colturali soltanto per alcuni mesi all’anno; questa caratteristica le rende adatte ad essere coltivate come delle annuali. L’esposizione ideale è in pieno sole o a mezz’ombra; l’ombra è sconsigliata perché il perdurare di umidità nel terreno può facilitare la marcescenza dei bulbi. Non necessitano di innaffiature importanti; di solito vi è la necessità, non frequente, di intervenire solo per i vasi tenuti in zone riparate dalle precipitazioni.

E per concludere, un’antica leggenda persiana, che ci riporta alle origini orientali del tulipano. Un giovane si allontanò dal suo paese, dove viveva una bella fanciulla innamorata di lui. La fanciulla lo attese pazientemente fino a quando decise di partire alla sua ricerca avventurandosi nel deserto ma, non resistendo a lungo alla fatica e al dolore, cadde a terra ferendosi. Nella caduta sgorgarono gocce di sangue che si fusero con le lacrime, tramutandosi in rossi tulipani. A ogni primavera questi fiori tornano regolarmente a sbocciare in ricordo di quell’infelice passione. Ancora oggi in Iran gli innamorati se li scambiano come simbolo d’amore; nelle Mille e una notte gli amanti si offrono tulipani come dichiarazione e pegno d’amore. Ma scelti in rosso o in rosa, recisi o come pianta in vaso, si possono regalare anche per la festa della mamma, la prima domenica di maggio.☺

 

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