Il latte nobile
6 Settembre 2015 Share

Il latte nobile

Il giorno 26/7/15 si è svolto presso l’Azienda Di Vaira a Petacciato (Cb) l’annuale giornata di studio di Libera Molise; tra gli altri argomenti è stato approfondito il tema relativo alle “Politiche comunitarie, tra imposizioni e diffide: quali conseguenze. Il caso della farina di latte e la scelta del latte nobile”. È stata l’occasione per Libera Molise di associarsi alle proteste delle associazioni di categoria e sollecitare gli iscritti a firmare la petizione proposta da Slow Food e da Serena Di Nucci: “il formaggio si fa con il latte! Slow Food lancia una petizione per dire NO all’uso del latte in polvere”. La Commissione Europea su richiesta italiana ha accordato all’Italia fino al 29/9/2015 la proroga di porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero/caseari, poiché la legge n°138/74, che ne vieta l’uso, secondo la stessa Commissione ostacolerebbe il principio della libera concorrenza all’interno della UE. Pertanto, tale provvedimento, qualora approvato, secondo Libera Molise arrecherà danni inestimabili ai produttori di latte colpendo inesorabilmente anche il patrimonio dei tanti formaggi molisani che, tra l’altro, non sono protetti da riconoscimenti DOP e/o IGP.

L’imposizione di questa norma comunitaria, conflittuale e antagonista alle indicazioni di legge del nostro Parlamento, è sfacciatamente illegittima. Allo stato attuale, infatti, solo i prodotti a base di latte del tipo “caciocavallo” prodotti in Molise possono rientrare nel DOP “caciocavallo silano”, che comprende come zona di produzione oltre al Molise anche le regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria. I tanti altri prodotti a base di latte, tipici della gastronomia e della cultura molisana, resterebbero non protetti. Eppure nella nostra regione le aziende zootecniche sopravvissute riescono a produrre un latte di buona qualità ed alcune di esse, grazie al progetto “Aria di Molise”, aderendo alla misura 1.2.4 del PSR 2007-2013, hanno cominciato ad adottare i principi del disciplinare latte nobile. La composizione del latte crudo, come noto,  varia da specie a specie, da razza a razza, dal tipo di alimentazione e da altre circostanze che non escludono l’ambiente ed il benessere animale. Il latte di mucca, in particolare, oltre ad avere tutti e 20 gli aminoacidi standard, compresi gli 8 aminoacidi essenziali, è fonte, tra l’altro, di Peptidi Bioattivi che esercitano nell’organismo umano funzioni importantissime, poiché agiscono contro i microorganismi patogeni, virus funghi, e modulano il sistema immunitario.

La Lattoferricina, ad esempio, in particolare, è risultata efficace anche nel trattamento di alcune neoplasie come la leucemia e il neuroblastoma. Ma è sicuramente la frazione lipidica del latte che caratterizza la produzione di latte nobile: infatti, il latte potrà essere riconosciuto nobile e quindi con maggiori caratteristiche salutistico-nutrizionali, solo se il rapporto degli acidi grassi omega6/omega3 è inferiore a 5, se gli animali sono alimentati al pascolo e la razione alimentare è costituita da foraggio secco proveniente da prati polifiti, senza uso di insilati, se è ridotto l’uso di concime minerale azotato, se sono rispettate le giuste distanze degli allevamenti da fonti inquinanti. È il caso di ricordare, inoltre, che il latte crudo è ricco di acidi grassi polinsaturi, come ad esempio l’acido linoleico che per il tramite del processo di bioidrogenazione operata dai microorganismi del rumine, porta alla produzione di CLA (acido linoleico coniugato). Alcuni di questi isomeri hanno proprietà biologiche molto favorevoli: sono un potente inibitore della sintesi del grasso, inibiscono la crescita di cellule cancerogene nell’uomo, hanno proprietà antiaterogeniche, antidiabetogeniche, antiallergeniche, immunomodulanti. Animali allevati al pascolo possono produrre latte con un contenuto da tre a cinque volte più di CLA.

Questa premessa vuole dimostrare come un’altra via di produzione del latte e dei suoi derivati è possibile in Molise a condizione che la produzione rimanga legata al territorio e soprattutto che applichi  l’obbligo della tracciabilità e dell’ etichettatura che rendono nota l’origine della materia prima. È opportuno che sia rivista la concezione di azienda zootecnica, non più basata su monoculture, su alte rese produttive e standardizzazione del prodotto. Sarà necessario implementare la costituzione di consorzi di tutela per i riconoscimenti DOP o IGP; inoltre, sarà opportuno fornire servizi agli allevatori ed ai caseifici per il tramite di associazioni di categoria e di enti preposti, perché le aziende  possano impostare adeguati manuali di autocontrollo che, attraverso l’articolazione di un oggettivo diagramma di flusso e attenzionando i punti critici, possano così dimostrare che le tecnologie di produzione del latte e dei prodotti derivati rispondano sia alle caratteristiche organolettiche volute dal produttore che a quelle sanitarie richieste dalle vigenti normative. In altre parole individuare a livello regionale le caratteristiche di una filiera d’eccellenza nella produzione di latte e formaggi tenendo conto della sostenibilità ambientale, del benessere animale e soprattutto delle qualità microbiologiche e nutraceutiche è assolutamente necessario e opportuno.

A cura della Segreteria regionale di Libera Molise

 

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